Il Toro ha frenato la sua corsa sui listini asiatici nella notte, alla notizia che il generale iraniano Qassem Suleimani, il potente capo dei guardiani della rivoluzione di Teheran, era stato ucciso in un raid aereo americano all’aeroporto di Baghdad. Il timore di una rappresaglia iraniana di fronte alla scomparsa di Suleimani, un mito per gli sciiti, ha consigliato agli operatori di mettere momentaneamente i remi in barca: l’uccisione del generale ordinata da Donald Trump come risposta agli attacchi all’ambasciata americana di Baghdad non può essere ignorata dal regime degli ayatollah. La guida suprema, Ali Khamenei, ha detto che “il lavoro e il cammino del generale Qassem Suleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Suleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa”.
IN PALLIDO ROSSO CINA E FUTURES USA, SALE LO YEN
Immediata la reazione dei mercati, a partire dal petrolio. Il Brent è schizzato su del 3,5%, a 68,55 dollari il barile; in volo anche il Wti, a 63,31 dollari.
L’oro, tradizionale porto sicuro nei momenti caldi, sale a quota 1.538,52, ai massimi da quattro mesi.
Sale anche lo yen, mentre si raffredda la spinta al rialzo dei listini azionari, in attesa di segnali più precisi dall’area “calda”. La Borsa cinese e quella di Hong Kong, già avviate a mettere a segno nuovi record in scia a Wall Street, sono scivolate in rosso.
L’indice CSI 300 della Borsa cinese perde lo 0,1%. Hong Kong e Mumbay perdono circa mezzo punto. Seul è piatta. Continua in terreno positivo Sidney (+0,6%).
Frena il dollaro, anche nei confronti dello yen. I future a Wall Street anticipano un avvio in calo dello 0,7%. Inevitabile anche la correzione dei mercati europei.
NUOVA PIOGGIA DI RECORD IERI A WALL STREET
È troppo presto per valutare l’impatto della scintilla che minaccia di far esplodere la polveriera del Medio Oriente, già in fibrillazione per il prossimo arrivo delle truppe turche in Libia a sostegno del presidente Serraj. Ma il rally dei mercati innescato dalla prospettiva dell’accordo sui commerci tra Usa e Cina previsto per il giorno 15 e sostenuto dall’azione delle banche centrali sembra davvero troppo robusto per subire uno stop duraturo.
Ieri il Toro ha dato una grossa dimostrazione di forza. L’indice S&P 500 ha stabilito un nuovo record, come successo in 11 delle ultime 14 sedute (+0,84%).
APPLE VARCA LA SOGLIA DEI 300 DOLLARI
Apple ha superato per la prima volta la quotazione di 300 dollari. La Mela capitalizza 1.330 miliardi di dollari, davanti a Microsoft (1.230 miliardi).
Salgono anche il Dow Jones (+1,16%) e il Nasdaq (+1,33%).
In grande spolvero anche i titoli dei casinò di Las Vegas, sull’onda dei risultati positivi delle case da gioco di Macau, che hanno retto alle proteste di Hong Kong.
EUROPA PRUDENTE DOPO LA PIOGGIA DI RECORD
L’industria europea, confermano i dati Pmi, segna il passo, ma non sono mancate le note confortanti per le Borse del Vecchio Continente. In Germania continua a salire il numero degli occupati, in ascesa costante da 14 anni. Il dato ha toccato livelli record a fine 2019 (+0,9% a 45,3 milioni il numero dei lavoratori grazie all’aumento dell’immigrazione) nonostante il rallentamento della crescita economica.
MILANO E MADRID CORRONO, DEUTSCHE BANK +6%
Piazza Affari (+1,4%, a 23.836 punti base) si è confermata uno dei listini più tonici. Solo Madrid ha fatto meglio (+1,46%).
Francoforte (+1,02%) ha chiuso a meno di due punti percentuali dal record storico. Tra le blue chip, spiccano i due principali gruppi bancari: Commerzbank e Deutsche Bank (+6,0%).
Parigi (+1,06%) ha festeggiato la performance di Airbus (+2,33%), tornata a essere il maggior produttore di aerei al mondo per la prima volta dal 2011, superando Boeing grazie alla consegna di 863 velivoli nel 2019 (+8%), una cifra che supera le previsioni.
Fuori dall’Eurozona avanza anche Londra (+0,79%).
SOTTO PRESSIONE LE OBBLIGAZIONI. SALE IL RENDIMENTO DEL BTP 30
La corsa dei listini azionari è stata accompagnata dalle vendite sulle obbligazioni e il relativo aumento dei rendimenti sulle scadenze lunghe. Nel mese di dicembre è ulteriormente diminuita la percentuale dei governativi europei a rendimento negativo, passata a circa il 52% del totale, minimo da maggio, rispetto al 57% di novembre.
Il Btp trentennale è balzato di oltre tre figure nel pomeriggio, al 2,487%.
BANCHE SUPERSTAR, GUIDA UNICREDIT
Sulle montagne russe anche il tasso del decennale tedesco, salito ai massimi da maggio (-0,18% il rendimento), salvo poi rientrare sui livelli della chiusura precedente (-0,22%).
Più debole il decennale italiano, all’1,43%, rendimento ai massimi da agosto. Lo spread sul Bund ha chiuso a 163 punti, sui massimi della seduta ma dopo un’oscillazione di pochi centesimi.
L’ascesa dei rendimenti ha favorito il comparto finanziario. L’indice Stoxx bancario è salito del 2,7%. Ma il rialzo ha contagiato un po’ tutto il listino: sono 36 (su 40) le blue chip del FtseMib in positivo.
A Piazza Affari nel comparto del credito la migliore è Unicredit (+3,6%), che recupera il ribasso delle ultime tre sedute. Salgono di oltre il 2% Fineco e Bper. In evidenza anche Mediobanca (+1,9%) e Intesa (+1,38%). Su anche gli asset manager: Azimut+1,8%, Banca Generali +1,7%.
Nexi (+2,8%) segna il nuovo record storico.
SBANDA ATLANTIA: PIÙ FACILE LA REVOCA DELLA CONCESSIONE
Negative, al contrario, le utility, frenate dall’aumento del costo del denaro: in rosso Hera (-0,1%), Terna (-0,3%) e Snam (-0,2%).
Fa storia a sé Atlantia (-3%), la peggior blue chip, mentre finiscono sotto pressione alcuni bond di casa Benetton. Luigi Di Maio ha sottolineato in un video su Facebook che il decreto Milleproroghe, entrato in vigore il 31 dicembre, ha “avviato un percorso” che permetterà al governo di revocare le concessioni ai Benetton. La revoca della concessione di Autostrade per l’Italia, gruppo Atlantia, “è inevitabile e una decisione è attesa a giorni”, dice il viceministro delle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, in un’intervista a La Stampa.
VOLA STM, POSITIVI I DATI SULLE VENDITE AUTO
Positivi gli industriali, sostenuti dalle notizie positive sul fronte dei commerci: decolla Stm (+3,33%), bene Pirelli (+3%) e Cnh (+2%).
In serata sono stati diffusi i dati di vendita delle auto.
Il mercato delle quattro ruote ha fatto segnare a dicembre una crescita delle vendite del 12,5% e quindi chiude in positivo il 2019 (sia pure di un soffio): il bilancio finale dell’anno è in crescita dello 0,3%, con un volume totale di vendite pari a 1.916.320 unità, contro 1.910.701 del 2018.
Fiat Chrysler, ieri +1,2%, ha registrato un calo delle immatricolazioni del 2,31%, chiudendo l’anno con un calo delle vendite del 9,52%, a 452 mila unità, sotto perciò la barriera del mezzo milione di veicoli. Jeep si conferma leader tra i Suv, in attesa dell’arrivo della nuova versione della Compass e gli allestimenti plug-in Hybrid di Compass e Renegade.
In grande evidenza Juventus (+2,21%). Tutte le azioni del recente aumento di capitale sono state sottoscritte per un controvalore complessivo pari a 299.911.355,04 euro.
LAVAZZA SBARCA IN IVS (+11,5%)
Da segnalare il balzo di IVS (+11,49%). A spingere il titolo del leader dei distributori automatici di bevande e snack (185 mila macchine installate, al secondo posto in Europa) è stata la notizia che Torino 1895 Investimenti, Holding di partecipazioni che fa capo alla Famiglia Lavazza, ha acquisito da Amber Capital Italia SGR e da Amber Capital UK una partecipazione pari al 18% circa del capitale.