Le banche italiane vanno meglio del previsto e i titoli del settore festeggiano i risultati 2019 e le previsioni 2020, incoronando oggi Piazza Affari regina in Europa: +1,05%, 24.490 punti. Stellare Unicredit, +8,15%. Sono leggermente più arretrate Francoforte, +0,69%, dove anche Deutsche Bank però s’impenna del 12,48%; Parigi +0,88%; Madrid +0,87%; Londra +0,32%.
Banche a parte, in generale, a creare un sentiment positivo, che ha favorito la chiusura in rialzo dei listini asiatici e aperto le danze per quelli europei, è stata la decisione cinese di tagliare i dazi su prodotti americani per 75 miliardi di dollari d’import annuale. E Donald Trump potrebbe a sua volta tagliare tariffe sui prodotti cinesi con la «fase due» dell’accordo commerciale, sostiene il segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin. Sul fronte del coronavirus si resta invece alla finestra, in attesa di capire il costo globale di questo flagello, ma fiduciosi negli sviluppi per le cure e nelle mosse che il celeste impero sta attuando ed è pronto a fare per sostenere l’economia.
In questo clima Wall Street, dopo qualche incertezza, sembra aver imboccato con maggior convinzione la via degli acquisti, tanto più che i sussidi di disoccupazione, nella settimana conclusasi il primo febbraio, sono risultati in calo in misura superiore alle stime. Fra i titoli vola alto Twitter, +16%, dopo aver raggiunto per la prima volta 1 miliardo di dollari di ricavi trimestrali. L’euro resta debole contro il dollaro scendendo a 1,109. Fa peggio la sterlina che cede lo 0,5% contro il biglietto verde, con il cambio intorno a 1,29.
Per la numero uno della Bce Christine Lagarde i rischi al ribasso per l’Eurozona stanno diminuendo e la crescita è in linea con le aspettative della banca centrale, tuttavia il basso tasso di interesse e il basso contesto di inflazione hanno notevolmente ridotto la capacità della Bce di allentare la politica monetaria in caso di recessione economica, che potrebbe essere una minaccia per una prospettiva a medio termine. La seduta è poco mossa per le materie prime: l’oro è in leggero progresso a1567,25 dollari l’oncia, mentre il petrolio tipo Brent cede lo 0,4% a 55,05 dollari al barile.
Come anticipato, in Piazza Affari la parte del leone spetta alle banche e quella che ruggisce più forte è Unicredit, che ha presentato un utile in calo ma meglio del previsto, mentre il management ha proposto la distribuzione di un dividendo 2020 (relativo all’esercizio 2019) di 0,63 euro per azione. Inoltre sarà valutata la distribuzione straordinaria di capitale nel 2021 e o nel 2022, sulla base delle proiezioni del CET1 buffer in eccesso. La banca ha comunicato poi di essere diventata azionista diretta della banca turca Yapı ve Kredi Bankası (prima lo era attraverso una joint venture) e di aver completato un accelerated bookbuilding di una parte della partecipazione.
In spolvero anche Banco Bpm +4,26%, con i conti presentati oggi, Ubi +2,73%, Bper +1,09%, Intesa +0,9%. Fuori dal listino principale fa incetta di acquisti Creval, +6,48%, sui numeri 2019 che mostrano una impennata dell’utile del 77%. Il Credito Valtellinese ha annunciato inoltre la cessione di un portafoglio di sofferenze da 357 milioni di euro. In controtendenza Mediobanca, -1,59%.
Negli altri settori bene Telecom +2,16%. Il progresso è frazionale per Fiat, +0,81%, che ha chiuso il quarto trimestre con un utile operativo in linea con le attese, sostenuto dalla forte performance in Nord America e da risultati migliori in America Latina. “Il 2019 è stato un anno storico per Fca” ha dichiarato l’ad Mike Manley alla presentazione dei conti, gli ultimi prima della fusione con Peugeot. Il problema approvvigionamenti dalla Cina, a causa dell’epidemia in corso, potrebbe costringere però Fiat a fermare uno stabilimento in Europa per alcune settimane. In evidenza la cassaforte degli Agnelli, Exor +2,71%.
Sulla sponda rossa del listino si arenano Moncler -2,03%; Ferragamo -0,88%; Azimut -1%; Nexi -0,74%. Dopo la risalita di ieri, vanno giù i titoli petroliferi: Saipem -0,8%. Eni -0,45. Secondo Claudio Descalzi, ad del cane a sei zampe, la situazione in Libia è molto difficile a seguito della chiusura dei pozzi petroliferi del paese decisa dal generale Haftar a gennaio e se il blocco proseguirà si rischi il collasso.
La quota di produzione spettante ad Eni si è dimezzata in questo periodo a 160.000 barili al giorno circa di olio equivalente. Atlantia perde lo 0,22%, nel giorno in cui “Benetton Group, con il suo Presidente Luciano Benetton, nel dissociarsi nel modo più assoluto dalle affermazioni di Oliviero Toscani a proposito del crollo del Ponte Morandi, prende atto dell’impossibilità di continuare il rapporto di collaborazione con il direttore creativo”. Stabile l’obbligazionario, con lo spread a 136 punti base.