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Borsa, i talebani e la Cina fermano il rally di Piazza Affari

Lo shock del ritorno dei talebani a Kabul semina nervosismo e pesa sui listini azionari – Ma le Borse fanno i conti anche con il rallentamento della Cina, il calo dei prezzi del petrolio e l’enigma pandemia

Borsa, i talebani e la Cina fermano il rally di Piazza Affari

Battuta d’arresto oggi sui mercati, soprattutto a causa dei dati macro cinesi e di quelli nordamericani che, con un effetto domino, fanno cadere i prezzi dei metalli (oro a parte) e del petrolio. Prendono forza invece asset più sicuri come i titoli di Stato Usa. Il tasso d’incertezza sale inoltre con l’arrivo dei talebani a Kabul, il ritorno dell’Emirato islamico e le scene di fuga dall’Afghanistan, in un mondo già provato dalla pandemia (in aumento i contagi negli Usa e in Giappone) e dal pazzo clima estivo.

Sembra l’occasione giusta per andare all’incasso e mettere in pausa il rally di Ferragosto: i listini europei chiudono così la seduta in calo e Wall Street procede in rosso, allontanandosi dai recenti record. 

Piazza Affari cede lo 0,76% e scende a 26.448 punti, mantenessi in ogni caso ai massimi dal 2008, mentre l’obbligazionario migliora. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata scende a 103 punti base (-1%) e il tasso del titolo italiano chiude a +0,56% (Bund -0,5%), segno di una tenuta della fiducia nel paese nonostante il debito pubblico tocchi un nuovo record a giugno, arrivando a 2.696,2 miliardi dopo un incremento di 9,2 miliardi circa.

Nel resto d’Europa la piazza peggiore è Londra -0,88%, penalizzata dalle vendite su energetici e minerari: Parigi cede lo 0,83% con il lusso scosso dai dati cinesi; Francoforte -0,43%; Madrid -0,63%; Amsterdam -0,65%.

Dal fronte cinese ad allarmare è il rallentamento della crescita in luglio di vendite al dettaglio (+8,5% da +12,1% di giugno) e produzione (+6,4% da +8,3%), con una crescita delle disoccupazione (5,1% da 5%). Sono tutte percentuali peggiori delle previsioni. “Dato l’impatto combinato di sporadici focolai di Covid-19 e disastri naturali in alcune regioni, la ripresa economica è ancora instabile e irregolare”, ha commentato il portavoce dell’Ufficio nazionale di Statistica, Fu Linghui.

Dal fronte Usa la delusione arriva dall’indice Empire sull’attività manifatturiera nella regione di New York nel mese di agosto. L’indice, calcolato dalla Fed, cala infatti di 25 punti dal livello record di 43 nel mese di luglio a 18,3 punti, contro attese per una discesa più morbida a 26-28 punti. In ogni caso si tratta ancora di una fase espansiva, che è data dalla linea zero.

La macchina gira, ma a un ritmo meno sostenuto rispetto alle stime e questo si riflette sul petrolio, che teme per la domanda e si muove in perdita per la terza sessione consecutiva. Anche i dati relativi alla raffinazione di petrolio in Cina hanno registrato una flessione lo scorso mese, scendendo ai minimi su base giornaliera da maggio 2020, con le raffinerie indipendenti che hanno tagliato la produzione alla luce di quote più limitate, elevate scorte e utili in calo. La Cina è il primo importatore di greggio al mondo. Accade quindi che il future Brent ottobre 2021 ceda circa l’1% e scambi intorno a 69,90 dollari al barile.

Si apprezza invece lo spot gold. +0,4% a 1787,17 dollari l’oncia.

A fare la parte del leone però sono i titoli di Stato a stelle strisce i cui prezzi sono in rialzo, mentre i rendimenti arretrano. Il tasso del decennale è al momento 1,247 in calo del 3,9% rispetto alla chiusura precedente. Il tutto mentre si attende che il presidente della Fed Jerome Powell domani parli a un incontro virtuale con insegnanti e studenti e che la banca centrale pubblichi, mercoledì, i verbali dell’ultima riunione.  in generale, tra commenti pubblici e indiscrezioni riportate da Cnbc e Wall Street Journal, si fa sempre più concreta l’ipotesi di una riduzione degli aiuti della Fed entro la prima metà del 2022.

In Piazza Affari gli effetti della situazione generale si vedono soprattutto sui titoli energetici: Saipem -2,37%; Tenaris -2,25%; Eni -1,39%.

Il rallentamento cinese si fa sentire sul lusso, com Moncler -1,97% e Ferragamo -3,74%.

Lettera anche per gli industriali dopo i recenti guadagni: Cnh -1,87%; Stellantis -1,44%; Leonardo -1,63%; Buzzi -1,72%. Exor perde lo 0,92%. L’azionista di Fiat, che insieme a Peugeot ha dato vita nei mesi scorsi al gruppo Stellantis, in seguito all’operazione è divenuto il primo azionista di Faurecia con una quota del 5% circa. 

Oggi il fornitore francese di ricambi per auto Faurecia Se, guadagna il 12% a Parigi, in seguito all’annuncio dell’acquisizione di una quota di maggioranza nel gruppo tedesco di illuminazione per autoveicoli Hella, battendo le offerte delle rivali con una proposta da 6,7 miliardi di euro.

Il titolo Hella, che ha toccato massimi record la scorsa settimana in previsione di un accordo, perde il 3,4%.

A Milano sono in rosso le banche a partire da Banco Bpm -1,61%. Anche Unicredit cede l’1,3%, benché Morgan Stanley abbia ritoccato al rialzo il target price del titolo a 13 da 12,5 euro. In controtendenza Mediobanca +0,22%:

Tengono utility e farmaceutici: Italgas +0,78%; Amplifon +0,49%; Diasorin +0,65%; Recordati +0,56%; Hera +0,46%.

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