Il 2019 è cominciato col piede giusto a Piazza Affari con il Ftse Mib che si sta pian piano riavvicinando alla soglia psicologica dei 22mila punti, superata già in un paio di occasioni, trascinata dall’incredibile prestazione di Azimut, regina incontrastata di questi primi quattro mesi di Borsa.
Dopo un 2018 da incubo, in cui tutti gli indici italiani hanno pagato a caro prezzo l’incertezza politica post elezioni, le preoccupazioni sulla congiuntura internazionale e le fortissime tensioni che hanno preceduto il varo della legge di Bilancio, nei mesi gennaio-aprile Milano ha rialzato la testa e il Ftse Mib da inizio anno guadagna il 19,4% dal -16% registrato nel 2018.
Azzerate le perdite dello scorso anno si guarda dunque avanti. Maggio è tradizionalmente il periodo in cui gli investitori tirano le somme: “Sell in may and go away” è il detto che riassume il pensiero di molti. Ma non è detto che vendere sia sempre la soluzione più opportuna. Se i mercati si comportassero in maniera razionale, al momento i motivi per restare supererebbero quelli per “lasciare”. Ne citiamo alcuni: l’abbondante liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali, l’atteggiamento “colomba” della Fed sui tassi, i (timidi) segnali di ripresa della congiuntura economica e il sempre più probabile accordo sui dazi tra Stati Uniti e Cina.
I timori per ciò che succederà nei prossimi mesi però non mancano, soprattutto sul fronte italiano: dalle elezioni europee all’incertezza sulle sorti del Governo, sempre più ai ferri corti, fino alla prossima legge di Bilancio, in bilico tra aumento dell’Iva e flat tax.
Guardando al presente però, quasi tutte le società del Ftse Mib hanno motivi per sorridere, con rialzi che in molti casi arrivano in doppia cifra.
AZIMUT REGINA DI BORSA
Dal 2 gennaio 2019 a oggi il titolo Azimut ha realizzato la miglior performance tra le blue chip, guadagnando l’89,6% a 18 euro, più del doppio rispetto alla seconda in classifica (Ferrari, +39,5%). Una prestazione che fa dimenticare un 2018 molto difficile, quando la società del risparmio gestito si è invece piazzata in fondo al Ftse Mib perdendo il 40% del suo valore e toccando un minimo di 9,258 euro il 18 dicembre 2018.
A spingere il rally di Azimut sono vari fattori tra cui primeggia senza dubbio il dividendo. Dopo i 2 euro dello scorso anno, la società si prepara ad erogare una cedola di 1,5 euro per azione, la più alta tra le blue chip (escludendo il dividendo straordinario di Fca) solleticando l’appetito degli investitori che si preparano al rendimento da record garantito dalla holding.
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Incidono sulla performance anche le altissime aspettative per i conti del primo trimestre 2019, che saranno pubblicati il prossimo 9 maggio. Qualche giorno fa, il presidente Pietro Giuliani ha fornito alcuni “indizi” parlando di risultati che “potrebbero essere tra i migliori della storia di Azimut” e stimando un utile annuale “a 300 milioni o anche superiore”. Parlando con Radiocor inoltre, Giuliani si è detto ottimista anche sulla raccolta del 2019: “Non diamo target sulla raccolta netta di fine anno, ma ritengo che non ci si siano motivi di pensare che sia sbagliato fare una proiezione dei risultati dei primi tre mesi”, chiusi con una raccolta di 1,1 miliardi di euro.
Da non dimenticare infine anche i rumors secondo cui, malgrado le smentite ufficiali, la società potrebbe passare di mano, partecipando al valzer di vendite aperto da Kairos nel risparmio gestito.
I MIGLIORI TITOLI DEL FTSE MIB
Il primo quadrimestre dell’anno si chiude in positivo per tutti i titoli del Ftse Mib, con una sola eccezione: A2a. La multiutility milanese è l’unica blue chip territorio negativo e cede il 5,35% a 1,49 euro.
Dopo Azimut, il miglior titolo del Ftse Mib è Ferrari, che primeggia anche tra le azioni della galassia Agnelli, con un rialzo del 39,5%.
Sul terzo gradino del podio c’è Banca Generali che annulla le perdite dello scorso anno (-35%) mettendo a segno in soli quattro mesi un bel +39,33%. L’ottima performance dei titoli del risparmio gestito coinvolge anche Finecobank che cresce del 34,26% e si posiziona all’ottavo posto.
Medaglia di legno per Saipem, che da gennaio guadagna il 39,07% grazie al rialzo dei prezzi del petrolio, alla pioggia di contratti raccolti negli ultimi mesi, ma soprattutto all’attesissima pace con Gazprom che pone fine a quattro anni di battaglie legali sull’interruzione unilaterale del contratto per il gasdotto South Stream.
Sugli scudi Poste Italiane, al quinto posto con un rialzo+36,58%. Sesta Atlantia (+34,9%), che precede Stm (+34,55%) e Leonardo (+34,53%) che grazie alla crescita del settore elicotteri si mette alle spalle le difficoltà del 2018 (-22,6%).
Nono posto – come detto – per Finecobank, chiude la classifica un’altra regina del petrolio, Tenaris, con un rialzo del 31,5%.
Buona la performance delle banche: Mediobanca (+28,17%),Bper (+28,12%), Unicredit (+25,4%), Intesa (20,3%), Ubi Banca (9,81%) Banco Bpm (+7,8%). Brillano gli assicurativi: Generali (+18,55%), Unipol (+29,23%), Unipolsai (+23,98%).