Piazza Affari perde colpi, in linea con gli altri listini europei, nonostante i progressi dei petroliferi. L’indice Ftse Mb arretra dello 0,57% poco sopra quota 22.200. Più cospicui i cali di Parigi e Francoforte. Meglio Madrid – 0,45% e Londra -0,3%. A penalizzare i listini è la risalita dell’euro oltre 1,192 sul dollaro che colpisce in particolare i titoli Auto e Tech. Ma ritracciano anche i finanziari. Lo stop al Congresso della riforma fiscale Usa, infatti, lascia prevedere un avvio difficile per banche e servizi finanziari a Wall Street, ieri in pieno rally.
Sul fronte macro, il pil italiano è aumentato nel terzo trimestre dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% nei confronti del terzo trimestre del 2016 (+0,5% e +1,8% le prime previsioni). L’attività del settore manifatturiero italiano è cresciuta a novembre al ritmo più sostenuto da oltre sei anni e mezzo, ma sotto le attese. Lascia ben sperare, però, la forte ripresa degli investimenti.
Novità nella politica tedesca. I cristiano-democratici di Angela Merkel e i socialdemocratici della Spd si sono incontrati ieri sera con il presidente della repubblica federale Frank-Walter Steinmeier in un primo tentativo, esploratorio, per verificare la possibilità di una nuova ‘grosse Koalition’.
Il secondario italiano scambia in territorio positivo in tarda mattinata, in linea con la quasi totalità del comparto europeo, sostenuto dai segnali di robustezza per l’economia del blocco giunti dagli indici Pmi ma anche dall’avvicinarsi della fine d’anno, periodo tradizionalmente caratterizzato da un’offerta leggera: Bund 0,35%, Btp 1,75%.
Sebbene fosse ampiamente atteso dal mercato, l‘accordo, siglato ieri a Vienna, sull‘estensione dei tagli alla produzione di greggio all‘intero 2018 sostiene le quotazioni dei petroliferi. Il petrolio Brent si rafforza in rialzo dell’1% a 63,30 dollari il barile dopo l’accordo dei paesi Opec-non Opec sulla prosecuzione dei tagli alla produzione. Wti a 57,74 dollari.
Particolarmente tonica Saipem +1,78%, che ieri ha annunciato nuove commesse in Arabia Saudita per 400 milioni e che ha incassato un incremento del target price da parte di JP Morgan. Eni sale dello 0,29%, Tenaris in parità.
L’effetto del dollaro debole pesa sui valori più esposti verso il mercato d’oltre Oceano. Perde colpi Fiat Chrysler -1,46%, dopo esser arrivata a perdere fino al 5%. Segno meno anche per Cnh Industrial -1% e Brembo -1,4.
In forte calo Stmicroelectronics -1,4%.
Effetto dollaro anche su Ferragamo -2%, Campari -2,1 e Buzzi -2,28.
Frenano in tutta Europa i bancari, a Milano si salva solo Unicredit +0,77%. In rosso il resto del comparto: Intesa -0,6%, Banco Bpm -2%, Ubi Banca -1,29%. Arretra dopo il rally anche Bper Banca -2%.
Mediobanca -0,6%. Parte oggi Mediobanca Private Banking, la nuova divisione della banca di investimenti milanese. L’operazione si innesta nel processo di accelerazione definito dal piano industriale di Mediobanca nel comparto Wealth Management che prevede una crescita per linee esterne, come l’acquisizione delle attività di Barclays in Italia, la crescita di Compagnie Monegasque de Banque e, ultimo tassello, la fusione, appena completata, della controllata Banca Esperia, in cui Angelo Viganò opera dal 2009.
Poste italiane -0,57%. Il nuovo contratto di lavoro dei dipendenti, dovrebbe portare ad un importante aumento di costi. Aumenti medi mensili pari a 103 euro.