Esplode in Piazza Affari la grana Mediaset. Intanto non si sblocca la partita Monte Paschi, con ricadute negative per l’intero comparto del credito. Si spiega così la giornata nera della Borsa milanese, sotto di un punto percentuale contro 0,2% di Parigi. In terreno positivo Francoforte e Londra.
Mediaset lascia sul campo l’11% dopo il dietrofront di Vivendi su Premium. La società ha reso noto con una nota ufficiale che Vivendi non intende, dopo la due diligence, dare seguito al contratto per l’acquisto dell’89% di Mediaset Premium.
La società di Vincent Bolloré intende limitare il suo impegno al 20% ma ha inviato una nuova proposta: conferma dello scambio del 3,5% del capitale tra Vivendi e Mediaset, ma anche l’affermazione della volontà del gruppo transalpino di arrivare a detenere in tre anni circa il 15% dell’emittente italiana attraverso un prestito obbligazionario convertibile, contro il 5% finora previsto.
“Non abbiamo intenzione di prendere il controllo di Mediaset”, ha detto stamane il Ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine. Secca la replica del Biscione: “Lo schema muta la valenza industriale alla base dell’accordo per incidere significativamente sull’assetto del capitale”.
Mediaset ha fatto anche sapere che il Cda del 28 luglio per l’approvazione della relazione semestrale “prenderà ufficialmente posizione su detta proposta e sulla gravissima comunicazione dell’ad di Vivendi”, spiegando di essere fermamente determinato a far valere ogni proprio diritto in ogni sede. Per Mediaset, con questa mossa Vivendi non adempie ai propri impegni contrattuali.
Enel scende dello 0,9%, Telecom Italia -0,8%.
Arretra l’indice bancario europeo (-1,55%). Pesante Commerzbank (-6%) dopo aver comunicato che il profitto operativo e il margine di capitale sono scesi nel secondo trimestre a causa dell’esposizione della banca su pensioni e debito sovrano italiano.
Volatilità da brivido per Monte Paschi, -1,86% dopo aver accusato in avvio un calo del 7,2%. Il titolo ha invertito improvvisamente la rotta per poi passar in terreno positivo. Infine, di nuovo in ribasso. Non ci sono notizie che spieghino questa altalena. Molte invece le indiscrezioni sull’esito degli stress test e sui provvedimenti che la banca ha allo studio per risolvere la questione Npl.
In netta discesa anche le altre banche: Unicredit scende del 3,7%, Intesa -1,8%, Ubi -2,4%, Banco Popolare -3%, Banca Pop. Milano -3,1%, Pop. Emilia -4,1%, Mediobanca -3,7%.
Nel risparmio gestito Anima perde il 3,7%, Azimut -2,2%. Generali scende del 2,2%, Unipol -3,1%. Pesante calo di Luxottica (-4,9%), dopo che ieri la società ha abbassato le stime per l’intero 2016. In calo anche gli altri titoli del lusso: Ferragamo scende dell’1,6%, Tod’s -2,2%, Moncler -1,9%.