L’economia reale si rafforza e spinge anche la finanza, in un connubio che sembra lontano anni luce dalla persone ancora chiuse in casa a causa del Covid-19 in quasi tutta Europa. A indurre ottimismo sui mercati sono i dati del manifatturiero di marzo e il piano infrastrutturale Usa da 2.250 miliardi di dollari, presentato ieri dal presidente Joe Biden.
I listini europei inaugurano il secondo trimestre vicini ai massimi storici, con una chiusura in rialzo, guidati da Amsterdam +1,23%, mentre Francoforte, +0,7%, aggiorna ulteriormente il suo record. Sono leggermente più caute Parigi +0,59%, con la Francia in lockdown, e Londra +0,35%. Piatta Madrid, mentre Piazza Affari arrotonda ulteriormente i suoi guadagni recenti dello 0,25% portandosi a 24.710 punti base.
Il ritmo delle vaccinazioni anti Covid in Europa è di una lentezza “inaccettabile” sostiene l’Oms, eppure i mercati del Vecchio Continente ormai hanno recuperato (a volte con gli interessi) quasi tutte le perdite dovute alla pandemia, grazie a una forte attività manifatturiera e al rimbalzo dei titoli legati all’economia come banche ed energia. Nel mese di marzo l’attività manifatturiera della zona euro è cresciuta al ritmo più rapido in quasi 24 anni. Il Pmi del blocco si porta a livello record di 66,5 punti, contro i 57,9 punti di febbraio. Anche l’attività del settore manifatturiero italiano è cresciuta per il nono mese di fila a marzo e al ritmo più rapido in 21 anni nonostante le limitazioni per il coronavirus. L’indice Pmi a cura di Ihs Markit si è attestato a 59,8 da 56,9 di febbraio, allontanandosi ulteriormente dalla soglia di 50 che separa crescita da contrazione.
Spingono sull’acceleratore anche gli Stati Uniti: a marzo, l’Ism manifatturiero -è aumentato di 3,9 punti rispetto a febbraio, portandosi a 64,7 punti. Si tratta del miglior dato dal dicembre 1983 (69,9). Si arriva così al decimo mese consecutivo di espansione, dopo la contrazione dell’aprile 2020 causata dall’insorgere della pandemia. Wall Street festeggia e lo S&P500 supera per la prima volta quota 4000 punti. Gli acquisti si riversano su tecnologici e servizi di comunicazione. Micron Technology Inc sale del 4,2% dopo previsioni superiori alle attese per il terzo trimestre a causa della maggiore domanda di chip di memoria, con gli smartphone 5G e il software di intelligenza artificiale. Non sembra creare troppe preoccupazioni il deludente dato sulle nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione, aumentate di 61.000 unità a 719.000.
Gli investitori guardano piuttosto al piano da oltre 2.000 miliardi di dollari proposto ieri dal presidente Joe Biden e che prevede, per esempio, 621 miliardi per le opere infrastrutturali nel settore trasporti e oltre 300 miliardi per ristrutturare e costruire case e scuole, anche se per finanziarlo, sarà alzata l’aliquota dell’imposta sulle aziende al 28%, dopo che l’amministrazione Trump l’aveva abbassata dal 35% al 21%. Secondo Mary Daly, la presidente della Fed di San Francisco, il piano “spingerà la crescita, non l’inflazione”, temuta da una parte degli investitori.
Il rendimento del Treasury è in ribasso e si muove al momento sotto 1,7%. Il dollaro prende fiato anche oggi e l’euro si apprezza contro il biglietto verde, con il cambio che si muove intorno a 1,176. Sono in verde i future delle materie prime: l’oro si apprezza dello 0,85% a 1730,15 dollari l’oncia. Il petrolio, Brent, sale dello 0,9% e tratta a 63,30 dollari al barile circa, in attesa dell’esito della riunione dei ministri dell’Opec e dei paesi alleati, tra cui la Russia, per valutare la politica di produzione del gruppo.
Tornando in Piazza Affari: la seduta ha risentito un po’ del clima prefestivo, alla vigilia del lungo ponte pasquale, ma sono in evidenza i titoli del settore health, Recordati (+2,2%), Diasorin (+2,16%), Amplifon (+2,08%). Si conferma in denaro Stm +1,74%. Bene Moncler +1,7% e Leonardo +1,65%, dopo la battuta d’arresto di ieri.
Stellantis si apprezza dello 034%, con Exor +0,14%. Il presidente della holding di famiglia, John Elkann nella lettera agli azionisti scrive che la casa automobilistica sarà in grado di aumentare significativamente la sua attuale gamma di modelli elettrificati: ”Nel 2021, con 11 nuovi modelli ad alto voltaggio, prevediamo di quasi triplicare le nostre vendite globali di veicoli (Bev e Phex) da 139.000 a 400.000″.
Sono positivi i titoli petroliferi. Il meglio è Saipem +0,77%. Banche in lieve progresso a partire da Bper si apprezza dell’1,33%. Fa storia a sé Mps che guadagna il 3,58% circa dopo un periodo in cui il titolo è stato un po’ trascurato dal mercato.
Sono in fondo al listino Inwit -0,69% e le utility, Enel -0,68%, Hera -0,55%. Telecom perde lo 0,39%, in attesa di sviluppi sulla rete unica dopo che è stata avvia l’operatività della newco FiberCop con l’ingresso di Kkr e Fastweb. Si aggravano leggermente perdite di Pirelli, -0,16%, dopo lo scivolone di ieri seguito ai conti e al piano pluriennale, nonostante il giudizio positivo dei broker. “Alziamo le stime 2022 al minimo di adj EBIT (+9%) e target price del 7% a 5,9 euro per azione”, scrive Equita.
Atlantia cede lo 0,28% in attesa di sviluppi su Aspi. Il consorzio formato da Cdp Equity, Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie Infrastructure and Real Assets ha inviato l’offerta finale, contenente alcuni affinamenti rispetto a quella trasmessa il 24 febbraio 2021, per l’acquisto della partecipazione, pari all’88,06%, detenuta da Atlantia, ovvero per l’acquisto fino al 100% della stessa in caso di esercizio del diritto di co-vendita da parte dei soci di minoranza.
Fuori dal paniere principale Autogrill sale dello 0,99%, dopo essere stata fortemente venduta nel corso della giornata a seguito dell’annuncio, ieri a mercati chiusi, dell’accordo per cedere le attività autostradali statunitensi a un prezzo di 375 milioni di dollari. Salgono del 22,8% invece le azioni di Panariagroup, avvicinandosi al prezzo di 1,85 euro dell’opa lanciata dall’azionista di maggioranza Finpanaria con l’obiettivo di delistare il titolo. Poco mosso l’obbligazionario: lo spread chiude a 95 punti base (-0,28%) e il tasso del Btp decennale arretra a +0,62%.