Scendono le Borse europee in attesa del weekend e delle mosse della Fed nella prossima settimana. Continua, in questo clima, la marcia a tappe forzate delle obbligazioni. Anche Piazza Affari segna un ribasso nel giorno della relazione del presidente Consob Paolo Savona, che ha sostenuto come i sospetti di insolvenza sul debito pubblico italiano sono “oggettivamente infondati”. Il Consiglio europeo, nel frattempo, ha condiviso la procedura di infrazione contro l’Italia già ventilata dalla Commissione.
Piazza Affari cede lo 0,3% circa poco sotto quota 20.600.
Più pesante il calo degli altri listini: Francoforte -0,8%, Parigi -0,5%, Madrid -0,6%, come Londra.
Variazioni da Guinness dei primati per le emissioni di debito, che continuano ad aggiornare i record negativi.
Il Btp a dieci anni tratta 2,34% di rendimento (-2 punti base), livello mai visto nell’ultimo anno. Ma ormai solo Italia e Grecia pagano un interesse sulle emissioni fino ai cinque anni.
Il Bund tedesco scivola a -0,26%, minimo storico. Mai così in basso anche il rendimento del Bono spagnolo a dieci anni, a 0,49% (-4 punti base): nel giro di un mese e mezzo, il rendimento del Bono si è dimezzato.
Tendenza analoga anche per i Treasury. Il T bond a dieci anni è in viaggio verso quota 2% di rendimento, ora siamo a 2,06%, vicino ai minimi dal settembre del 2017.
Vola l’oro: la discesa dei rendimenti delle obbligazioni, così come i timori di conflitti nel Medio Oriente, spinge il metallo giallo a 1.355 dollari l’oncia, massimo dall’aprile del 2018. Ubs prevede una quotazione oltre quota 1.400.
Il mercato Usa è chiamato a giudicare anche l’andamento della congiuntura dei rivali cinesi in vista del G20. Stamane i dati pubblicati alle nove in Cina mostrano che lo scontro sui commerci in atto sta producendo i suoi effetti: la produzione industriale di magio è cresciuta solo del 5%, l’incremento anno su anno più basso degli ultimi diciassette anni. Meglio del previsto il dato sui consumi, +8,6% in maggio, da +7,2% di aprile.
Si placano i venti di guerra nel Golfo. Il petrolio WTI ha azzerato il guadagno, il greggio del Texas tratta a 52,2 dollari il barile (-0,3%). A guidare i prezzi non sono più i timori sulla tenuta della pace nel Golfo Persico, ma le preoccupazioni sulla sovrapproduzione. L’agenzia internazionale dell’energia prevede ha tagliato le stime sulla crescita della domanda di 0,1 milioni di barili a +1,2 milioni di barili al giorno.
Poco mossa a Milano Saipem (+0,1%). Jefferies alza il target price. Imi ha ridotto il prezzo obiettivo di Eni a 20,3 euro per scontare una performance più bassa nel petrolchimico
In Piazza Affari perde colpi Stm (-3,7%), in linea con il warning di Braodcom, frenata dai problemi della cliente Huawei.
Fiat Chrysler -0,3%. In attesa di una ripartenza della trattativa con Renault (dopo l’assemblea di Nissan del 25 giugno) il gruppo ha siglato un’intesa con l’utility francese Engie.
Frenano le banche. Unicredit -0,7%, Intesa Sanpaolo -0,5%. Ubi Banca -1%, ha lanciato ieri un bond a 5 anni, tasso fisso, per un ammontare di 500 milioni. Sono arrivati ordini da circa 90 investitori, per un totale prossimo al miliardo. L’allocazione finale ha visto la sottoscrizione per il 45% da parte di investitori italiani e per il restante 55% da investitori esteri.
Da segnalare le novità del gruppo Gavio. Sias (-9%) si fonderà nella controllante Astm +5%. Dall’operazione nasce una holding destinata ad entrare nel paniere principale di Piazza Affari con attività nella gestione di concessionarie autostradali e nelle costruzioni.
Prendono velocità Erg (+1,5%) e Falck Renew (+1%) grazie al boom a maggio della produzione di energia elettrica da pale eoliche.