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Borsa, Ferragamo e Leonardo guidano il rimbalzino di Piazza Affari

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Ancora un cambio di passo, nella seconda parte della seduta, per quasi tutti i listini europei: dopo una mattinata incolore, Milano mette a segno un rimbalzino e chiude a +0,22%, 20.296 punti, trainata da Ferragamo +2,45%, Italgas +1,97%, Cnh +1,93% e Leonardo +1,82%. Tonica Madrid, +1,12%, seguono Parigi +0,58% e Francoforte +0,11%. Arretra Londra -0,39%. Wall Street apre cauta, ma poi rafforza, con i dati sulla disoccupazione in calo e dopo lo sbandamento di ieri, dovuto alla lettura dei verbali dell’ultima riunione della Fed, che vuole ridurre la quantità di asset accumulata durante gli anni di crisi. Oggi si attende l’esito del primo giorno d’incontri fra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping.

Altalenante il rapporto euro dollaro, con la moneta unica che, al momento, scende dello 0,2%, cambio 1,064. Il petrolio rialza la testa, Brent +0,64%%, 54,71 dollari al barile. Oro -0,28%, 1251,76 dollari l’oncia.

Sempre debole il secondario italiano, anche se risale dai minimi di giornata. Lo spread col decennale tedesco resta in zona 200, a 201.00 punti (+0,7%), rendimento 2,28%. 

Botta e risposta fra Mario Draghi e il governatore della Bundesbank Jens Weidmann. Il numero uno della Bce, in mattinata, ha ribadito la politica espansiva della banca centrale. Mentre Weidmann, in un convegno, ha affermato che, nell’attuale contesto, si può “assolutamente ipotizzare una politica monetaria meno espansiva”.

In Piazza Affari gli acquisti premiano Ferragamo e Leonardo, quest’ultima forte del fatto che la Gendarmeria argentina ha ordinato un elicottero intermedio leggero Agusta Westland AW169 a sostegno delle operazioni di pubblica sicurezza e pattugliamento delle frontiere.

Nell’automotive brilla Cnh, piatta Brembo, debole Ferrari -0,29%, in frazionale ripresa Fca +0,88%. John Elkan conferma che Sergio Marchionne lascerà Fca nel 2019, ma resterà al cavallino rampante. La successione è aperta e, probabilmente, la scelta sarà interna. Arretra invece la cassaforte di famiglia, che da ieri, risente della pubblicazione dei conti 2016, con utili in calo. Exor perde lo 0,75%, anche a causa della retrocessione del titolo da parte di Kepler a “reduce” da “hold”. 

I petroliferi seguono l’andamento dell’oro nero: Eni, +0,13%, Tenaris +0,38% e Saipem +0,05%. Ben intonate le utilities, in particolare Italgas.

Contrastati i finanziari, con Banca Generali in crescita dopo i conti del primo trimestre, +1,35% e prese di profitto su Azimut, -1,46%, dopo il rally di ieri e nonostante la raccolta record nel mese di marzo. Bene Ubi, +1,51%, Bper +1,23%, Intesa +0,64%, Unicredit +0,21%.

Le prese di beneficio colpiscono anche Prysmian, -0,66%, nonostante l’ottimismo sul 2017, grazie al settore telecomunicazioni, da parte del Cfo Pier Francesco Facchini.

Sonnecchiante Telecom, +0,06%, dopo che Vivendi ha notificato alla Commissione Europea che dopo l’assemblea di maggio potrebbe avere il controllo di Tim.

Fa un passettino Unipol, +0,1%, che rende noto di essere la prima azienda italiana per reputazione nel settore finanziario (bancario e assicurativo) con un punteggio di 69 punti/100 secondo la classifica 2017 Italy RepTrak® (indice presso l’opinione pubblica) diffusa oggi da Reputation Institute.

Le vendite si concentrano su Buzzi Unicem, -1,28%, Mediaset -1,28% e Generali -1%.

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