La Federal Reserve, come previsto, ha mantenuto invariati i tassi d’interesse, ma ha tenuto aperta la porta per un rialzo nel 2016, forse già a settembre. La congiuntura economica, infatti, sta migliorando: crescono i posti di lavoro e migliorano le prospettive sul fronte dell’inflazione. Fanno meno paura, soprattutto, le nubi in arrivo dal resto del pianeta: nel comunicato della banca centrale non si fa nemmeno cenno alla Brexit.
I mercati si sono limitati a prender atto delle decisioni del meeting senza grandi emozioni: Dow Jones -0,01%, S&P 500 -0,1%, Nasdaq +0,58%. A condizionare gli indici è stata la nuova discesa del petrolio ai minimi da tre mesi per l’inatteso aumento delle scorte settimanali statunitensi: il Wti è sceso sotto la barriera dei 42 dollari.
SCENDE TOKYO ASPETTANDO LA BOJ: IN VISTA BOND A 50 ANNI
L’attenzione è ora rivolta alla riunione della Bank of Japan di domani, preceduta ieri dall’annuncio del premier Shinzo Abe del prossimo varo di un pacchetto di stimoli all’economia per 28mila miliardi di yen (241 miliardi di euro). I pareri sono divisi: è possibile un nuovo taglio dei tassi, già in terreno negativo, oppure una nuova robusta iniezione di liquidità. La BoJ potrebbe anche emettere un bond a 50 anni a rendimento zero, in pratica un’anteprima dell’helicopter money.
Nell’attesa, la Borsa di Tokyo arretra stamane di un punto percentuale, mentre lo yen (105 sul dollaro) recupera posizioni dopo la reazione agli annunci di Abe (per ora molto generici). Stabili le piazze cinesi dopo lo scivolone di mercoledì (-3%) legato a rumors su una possibile tassa sui grandi patrimoni.
L’Europa, in attesa degli stress test bancari, ha vissuto una giornata positiva. A Milano l’indice FtseMib chiude in rialzo dello 0,99% a 16.863 punti, nuovo massimo dal 24 giugno scorso, il giorno del trauma della Brexit. Il Tesoro ha collocato 6,25 miliardi di euro di Bot semestrali con un rendimento annuo lordo pari a -0,185%. La Borsa di Parigi ha guadagnato l’1,1% al pari di Madrid. Francoforte +0,6%, Londra +0,4%.
Ma le banche centrali, una volta tanto, non hanno monopolizzato l’attenzione. A sostenere i mercati sono stati, in Usa come in Europa, alcune trimestrali eccellenti o, comunque, superiori alle previsioni.
FACEBOOK, DOPO APPLE, SPINGE WALL STREET
L’ultimo exploit, in ordine di tempo, riguarda Facebook (+4,3% nel dopo Borsa), che ha riportato utili superiori alle previsioni (0,97dollari per azione contro 0,82 previsti). Gli utenti del social network sono saliti a 1,13 miliardi al giorno (+17%) . Più di un miliardo di persone accede al servizio via mobile (+22%). Nelle casse del gruppo ci sono 23,29 miliardi di liquidità.
A trainare le Borse Usa è stata soprattutto la perfomance di Apple (+7%): i dati del trimestre sono stati complessivamente superiori alle aspettative, soprattutto per quel che riguarda le vendite di iPhone. Molto meglio del previsto anche le previsioni sull’andamento del fatturato nel trimestre in corso.
TELECOM E STM, LE DUE LEPRI DI MILANO
Stesso copione a Milano, dove in attesa oggi dei conti di Eni, Finmeccanica e Mediaset, il ruolo di lepri è toccato Telecom e Stm.
Telecom Italia (+7,7%) ha elettrizzato Piazza Affari presentando, come ha sottolineato l’ad Flavio Cattaneo, “i migliori risultati trimestrali dal 2009”: l’’Ebitda è salito del 25% a 2,01 miliardi di euro, quelli domestico si è attestato a 3,184 miliardi di euro nel primo semestre, in aumento dell’11,9% sullo stesso periodo dell’anno passato, il dato è superiore ai 3,08 miliardi stimati dagli analisti. La società ha rivisto leggermente al rialzo le attese sul 2016, indicando un aumento “low single digit” per l’Ebitda domestic, da “almeno stabile” della precedente previsione. Sia Equita che Mediobanca Securities hanno anticipato una prossima revisione al rialzo dei target.
Dopo l’accordo annunciato ieri fra Telecom e Fastweb, è atteso per oggi un nuovo round della battaglia sulla fibra ottica: Enel, insieme ai conti, dovrebbe annunciare l’accordo con Metroweb.
Ancor meglio ha fatto StM (+10,4%). Il primo produttore europeo di chip si aspetta per il terzo trimestre un miglioramento degli affari molto più pronunciato del previsto. Decisamente sopra le attese l’utile per azione pari a 3 dollari quasi il triplo dei 1,1 dollari previsto dagli analisti. La società si aspetta di chiudere il terzo trimestre dell’anno con un margine operativo in crescita al 35,5%, sopra il 35,2% previsto dalle stime.
SAIPEM RISALE E SPERA IN TURKISH STREAM
In forte rialzo anche Saipem (+3,2%) che ha rilasciato i conti ieri sera a mercati chiusi. Sono in calo i ricavi semestrali (5.275 milioni di euro contro 5.373 milioni), ma anche i debiti (1.970 milioni di euro da 5.390 milioni di euro al 31 dicembre 2015). Alla luce dello scenario incerto, Saipem ha rivisto al ribasso le previsioni per l’intero 2016. Ora prevede circa 10,5 miliardi di ricavi, un Ebit adjusted intorno a 600 milioni, un utile netto adjusted di circa 250 milioni. Ma la buona notizia riguarda il rilancio di Turkish Stream , il gasdotto tra Russia e Turchia, già accantonato per i contrasti tra i due Paesi.
AUTO BOOM, FCA IN ALTALENA
Giornata brillante per il settore auto: l’indice Stoxx del settore è salito del 2,2%. Ma alla festa non ha partecipato Fiat Chrysler, che ha chiuso la seduta in calo dell’1,9% dopo una serie incredibile di oscillazioni, seguite all’annuncio dei buoni risultati del secondo trimestre. La società ha anche alzato le stime sull’utile dell’intero 2016. Subito dopo la pubblicazione dei dati, il mercato aveva reagito negativamente e il titolo era arrivato a perdere più del 3%, poi la ripresa a +3,5%, infine il nuovo calo nel finale.
Peugeot ha guadagnato il 9,2% all’indomani della presentazione dei dati del semestre. Le attività automotive hanno generato un utile operativo di 1,3 miliardi di euro, in rialzo del 33% anno su anno, 200 milioni di euro in più delle stime del consensus. In forte rialzo anche Volkswagen (+2,3%, oggi la trimestrale) e Daimler (+1,9%).
Da rilevare in Piazza Affari il balzo di Piaggio (+9,9%), che ha sorpreso il mercato con il calo del debito. Sogefi +7,2%.
TONFO DI UNICREDIT: IN VISTA AUMENTO DI 5 MILIARDI
Prosegue il recupero di Monte Paschi, +2,6% alla vigilia degli stress test e dell’esame di Francoforte del piano per ridurre le sofferenze. La Banca sta lavorando con JP Morgan e Mediobanca per formare un consorzio di collocamento e garanzia che comprenderà banche italiane ed internazionali. L’aumento è parte di un piano che include la cessione di circa 10 miliardi di sofferenze nette.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito che “il sistema bancario italiano è solido ed è in grado di implementare soluzioni di mercato sostenibili ed efficaci” al problema dei crediti non performing, anche attraverso il fondo Atlante e la garanzia pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs).
Debole al contrario Unicredit (-4,1%). La banca ha concordato con il Banco de Santander e Sherbrooke Acquisition di porre fine agli accordi stipulati l’11 novembre 2015, relativi all’aggregazione di Pioneer Investments e Santander Asset Management. Ma hanno pesato di più le indiscrezioni sulla volontà di vendere il controllo di Banca Pekao e altre quote di Fineco (-4,2%), oltre al lancio di un aumento di capitale da circa 5 miliardi di euro.
Un report di Deutsche Bank ha rivisto il giudizio su alcuni istituti: Banca Pop. Milano +5,5% (a Buy da Hold), Banco Popolare +2,4% (a Hold da Buy) e Credem -0,7% (a Hold da Buy).
LVMH TRASCINA IL LUSSO, SALGONO LE VENDITE MONCLER
Il rally di Lvmh (+7% a Parigi) ha dato la carica al settore lusso. Invariata Moncler in attesa dei conti approvati ieri sera. Salgono le vendite in lieve calo gli utili (-1% a 33,6 milioni) nel primo semestre. Nei primi sei mesi del 2016 Moncler ha realizzato ricavi pari a 346,5 milioni, rispetto ai 295,8 milioni registrati nello stesso periodo del 2015, in aumento del 17% a tassi di cambio costanti e correnti. Moncler ha registrato una crescita del fatturato in tutte le aree geografiche in cui opera.
Ferragamo +4,7%, Tod’s +5,4%, Yoox Net a Porter +1,9%.