Solo Fiat Chrysler inizia alla grande la seconda settimana di gennaio. Il resto di Piazza Affari è in marcato ribasso: l’indice Ftse Mib a metà giornata registra un calo dell’1%, poco sotto quota 19.200. Parigi, Francoforte (Lufthansa perde il 5%) e Madrid accusano ribassi attorno al mezzo punto percentuale. Fa eccezione Londra (+0,24%) alla decima seduta consecutiva di rialzo. Il tasso di disoccupazione italiano è risalito a novembre, toccando il massimo da circa un anno e mezzo.
Migliora il sentiment degli investitori nella zona euro rilevato da Sentix: a gennaio ha raggiunto un massimo da agosto 2015 sulle attese che l’elezione del repubblicano Donald Trump alla presidenza Usa darà sostegno alla ripresa economica della regione.
Il cambio euro/dollaro è stabile a 1,052. – Dopo un avvio debole in scia alla fiacchezza dei titoli del Tesoro Usa, il secondario italiano recupera terreno: lo spread si restringe a 61 punti, il decennale rende l’1,886%.
A mercati chiusi il Tesoro diffonderà i dettagli dei collocamenti a medio lungo di giovedì, completando il quadro degli annunci delle aste di metà mese. Unicredit ipotizza la riapertura dei Btp a 3, 7 e 20 anni per un importo complessivo fino a 7,5 miliardi.
L’agenzia di rating Standard and Poor’s ritiene che la Banca centrale europea non si allontanerà dalla sua politica monetaria di sostegno prima del 2018, malgrado segnali di ritorno della pressione inflazionistica.
Petrolio in calo: il Brent scende dell’1,5% a 56,2dollari al barile, dopo avere guadagnato il 2,9% nelle precedenti tre sedute. Eni scende dell’1,4%. Saipem-0,4%, Tenaris -0,7%.
Brilla solo il settore automotive. Volkswagen sale del 4,4% dopo aver comunicato vendite in progresso del 2,8% nel 2016, guidate dall’espansione in particolare sul mercato cinese.
Non meno effervescente Fiat Chrysler (+1,8%) in attesa dell’incontro stampa di Sergio Marchionne a Detroit. Il titolo ha superato stamane quota 10 euro per la prima volta dal maggio 2015. La società ha comunicato ieri che investirà un miliardo di dollari nel rilancio di alcuni impianti produttivi in Michigan e Ohio. A seguito del rinnovamento, le nuove catene di montaggio saranno in grado di produrre un modello oggi assemblato a Saltillo, in Messico, adeguandosi così ai precetti di Donald Trump.
In terreno positivo anche Brembo (+0,8%). Stamattina Mediobanca ha confermato la raccomandazione Outperform, alzando il target price a 69 euro da 59 euro. Le stime per l’ultima parte del 2016 sono conservative. Il broker si aspetta una crescita dei ricavi del 10,5%, sopra la guidance dell’azienda, e un margine ebitda del 19%, oltre il target della società.
Tra gli altri titoli industriali, StM +1,5%. Recordati perde l’1,8% e scende a 27,27 euro.
A guidare i ribassi sono invece le banche: Unicredit perde il 2,9% nonostante il giudizio di Jefferies che conferma sul titolo il rating buy, alzando il target price da 3 a 3,5 euro. Gli analisti ritengono che il piano strategico di Gae Aulenti permetterà all’istituto di salire al top tra le banche della Penisola. Intesa -1,7%. Tonfo di Banco Bpm: -2,9%.
In forte calo Poste Italiane (-2,5%): il gruppo ha preannunciato il rimborso delle perdite registrate da circa 80mila clienti su quattro fondi immobiliari che hanno chiuso in rosso.
Tra le utilities, Snam registra un calo dello 0,7% a 3,882 euro. A fine mattina il titolo accusa gli effetti del downgrade di Exane che ha abbassato il giudizio a Neutral da Outperform, tagliando il target price a 4,2 euro da 4,7 euro.
Enel -0,1%, Terna +0,1%: Jefferies ha alzato il target price a 4,8 euro da 4,5 euro, confermato il giudizio Buy. Scendono Mediaset (-2%) e Telecom Italia (-2%): Bernstein ha alzato il target price a 1,1 euro da 1,05 euro, confermato il giudizio Outperform.