I listini europei chiudono contrastati, limitando guadagni e perdite in una seduta altalenante, con gli investitori ancora incerti per i dazi e all’indomani di un lunedì nero. Piazza Affari sale dello 0,3%, 21.419 punti, tenuta a galla da Fiat, +2,89%, che recupera dai minimi da marzo toccati ieri. Bene Buzzi, +2,32%, Stm +2,19%; Unipolsai +1,71%; Brembo +1,56%.
Il titolo peggiore è Telecom, -3,01%, nonostante il mea culpa dell’ad Amos Genish “per aver fatto delle dichiarazioni non appropriate” e dopo la ritrovata pace in consiglio. In calo le banche, penalizzate dall’ulteriore impannata dello spread dopo l’asta in cui il Tesoro ha collocato CTz e BTp-i per tre miliardi con tassi in netto rialzo. Fra decennale italiano a tedesco il differenziale è 256.40 (+3,51%), mentre il rendimento sale a 2,9%. Pesa anche la pubblicazione della bozza di accordo per la riforma della zona euro, che ignora le richieste del nuovo esecutivo italiano in vista del vertice Ue in agenda giovedì e venerdì. I leader europei sarebbero decisi a conferire maggiori poteri al Fondo Salva Stati ESM che, in casi di emergenza, potrà intervenire con prestiti per contribuire alla risoluzione delle banche in fallimento, ma avrà maggiori poteri di proposta e monitoraggio dei programmi di assistenza.
Nel settore bancario è in controtendenza Bper, +0,43%. Secondo MF la salita di Unipol nel capitale potrebbe imprimere un’accelerazione al progetto di costituire un nocciolo societario legato a imprenditori e fondazioni del territorio, con l’obiettivo di blindare una quota superiore al 10%. In leggero calo Francoforte, -0,29%; piatta Parigi -0,05%; moderatamente positive Madrid +0,2% e Londra +0,46%.
Wall Street, viaggia intonata, mentre si attenuano, ma non si placano i venti di guerra commerciale che tengono i mercati sotto scacco. Oggi il presidente Donald Trump spara ancora su Harley Davidson. “Deve sapere che non potranno rivendere le loro moto negli Usa senza pagare una tassa salata!” scrive in un Tweet, dopo che la regina delle ruggenti americane aveva annunciato di voler spostare parte della sua produzione all’estero. Rialza la testa Netflix (+3,8%), che ieri ha subito il calo peggiore da quasi due anni (-6,5%).
Il dollaro prevale leggermente sull’euro, con il cambio fra moneta unica e biglietto verde in area 1,167. Passi avanti per il petrolio, tipo Brent: 75,32 dollari al barile, +0,79%. Debole l’oro a 1260.99 dollari l’oncia (-0,37%), ma in ripresa dai minimi dell’anno, sotto i 1260 dollari, toccati nel corso della seduta. Tornando in Piazza Affari: le vendite zavorrano Banco Bpm -2,3%; Leonardo, -2,3%; Unicredit -0,94%. Giù Ferragamo, -1,45%, con Reuters che vede il direttore marketing e comunicazione Antonio Burrello in uscita dal gruppo.
Fuori dal Ftse Mib scivola ancora Mps, -3,05% (2,546 euro per azione) impensierita dai risultati elettorali che, dopo 74 anni hanno consegnato la città al centrodestra. Male Carige -2,47%, con l’addio del presidente Giuseppe Tesauro per ”sopravvenute divergenze relative alla governance e gestione della banca”.