Arretrano i listini europei, frenati anche dalle tempeste giudiziarie sul settore auto. A Milano l’indice Ftse Mib perde poco più dello 0,4% sotto quota 21.300. Deboli Parigi e Francoforte (-0,1%), piatta Madrid. Londra +0,2%.
Tiene la diga di Fiat Chrysler, alle 12 sotto dell’1,1%, attorno a 9,40 euro, ma in netto recupero sui prezzi segnati ieri sera a Wall Street sull’onda della notizia della procedura di infrazione avviata dal dipartimento di Giustizia americano e sull’apertura di stamane (-3%).
Lo scenario base di Mediobanca (rating outperform) prevede un costo totale pari al 10% della multa potenziale massima (4,6 miliardi di dollari), quindi 460 milioni più i costi per risolvere il problema con un software aggiornato.
Per Equita il rischio è l’allungamento nel tempo del contenzioso (nell’ultima conference call Sergio Marchionne ha detto di attendersi la conclusione entro fine anno). Inoltre “finché non verrà risolta la questione ogni ipotesi di M&A si allontana nel tempo”, aggiungono gli analisti del broker. Banca Imi sottolinea che la situazione di Fca è molto diversa da quella di Volkswagen.
In ribasso anche Daimler (-2,3%) dopo che ieri la sua sede è stata perquisita nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo delle emissioni.
Sul fronte macro da segnalare l’aumento in Germania dell’indice della fiducia dei consumatori, salito a 10,4, massimo dal 2001.
Si rafforza però il dollaro nei confronti dell’euro: cross a 1,117 da 1,125 di ieri. Il mercato attende stasera i verbali della Fed. Stamattina il capo economista della Banca Centrale Europea, Peter Praet, ha affermato che è prematuro parlare di ritorno dell’inflazione. Oggi pomeriggio Mario Draghi parla a Madrid.
Tassi stabili sul mercato dei bond: il Btp a 10 anni è scambiato a 2,11% (invariato da ieri), Bund a 0,40% (invariato), spread a 170 punti base.
Petrolio in lieve rialzo: il Brent è scambiato a 54,5 dollari/barile, in crescita dello 0,6%. Nelle precedenti cinque sedute, tutte in rialzo, ha guadagnato il 5%. Il mercato si attende novità positive dalla riunione Opec di domani. Avanzano Shell e Bp (+0,2%), Eni arretra dello 0,6%. Saipem -0,9%.
Rimbalza Trevi (+1,3%) dopo un avvio negativo sotto la pressione del report di Mediobanca Securities: la banca d’affari ha abbassato il rating sul titolo a underperform e il target price a 0,7 euro. I timori riguardano il debito che, con un ebitda in diminuzione, potrebbe diventare insostenibile nei prossimi anni. Lo spin-off o la cessione delle divisioni Oil&Gas che assorbono più capitale, rimane la soluzione preferita.
Il taglio ad opera di Moody’s del rating della Cina (il primo dai tempi della Ten An Men) ha un impatto modesto sul listino. Perde colpi però Ferragamo (-4%). La casa fiorentina realizza circa il 31% delle sue vendite con clienti cinesi, fra vendite dirette sul territorio della Repubblica popolare (14%), turisti cinesi a Macao e Hong Kong (7%) e turisti cinesi in viaggio in Europa e Usa. In un evento organizzato da Kepler Cheuvreux ieri, il management della società fiorentina ha incontrato alcuni investitori e, secondo indiscrezioni, si sarebbe mostrato particolarmente prudente sulle prospettive di redditività (Gross margin) del 2017.
Deboli i finanziari: il paniere delle banche scende dello 0,4% circa. Continua a correre Banco Bpm (+3,10%) continua a correre, spinto dalle indiscrezioni sulla cessione di un portafoglio di Npl da circa 750 milioni di euro con sottostante immobiliare, le offerte dovrebbero aggirarsi attorno a 250-300 milioni di euro, quindi fino a 40% circa del valore nominale.
Spicca, fuori dal paniere principale, la performance del Creval (+4,8%) sull’onda del possibile arrivo di un partner assicurativo.
Diasorin +0,5%: ha lanciato il nuovo test Liaison SHBG per la diagnosi dei disordini legati agli ormoni androgeni.
Balzo di Safilo (+4%). Tecnoinvestimenti (+2,1%) segna nuovi massimi storici, dopo quattro sedite consecutive al rialzo. La società è leader in Italia nei servizi di sicurezza digitale e di business information.