Condividi

Borsa: Fca e banche popolari alla ribalta, rosso shock per Deutsche Bank

Marchionne evita in extremis gli scioperi a Detroit con un nuovo accordo sindacale – Il Tar del Lazio rinvia al 10 febbraio tutti i ricorsi contro la riforma delle banche popolari – Rosso shock per la Deutsche Bank: nel trimestre ha perso 7,6 miliardi – Cina record dopo la sosta – Esordio boom per il nuovo Btp a 15 anni – Rcs: Scott Jovane in uscita

Borsa: Fca e banche popolari alla ribalta, rosso shock per Deutsche Bank

Ben tornata Cina. Le Borse di Shanghai e Shenzhen hanno riaperto stamane i battenti dopo la “settimana d’oro” di vacanza. I listini sono in netto rialzo, il 4% circa, in sintonia con la performance messa a segno dall’Asia nelle ultime sedute. Le azioni cinesi quotate ad Hong Kong nelle ultime cinque sedute hanno guadagnato oltre il 10%.

Assai più cauta Tokyo (-0,5%), frenata dai segnali di rallentamento dell’economia e dall’attesa dell’avvio delle trimestrali Usa. Si comincia stasera con Alcoa, il colosso dell’alluminio. Nell’attesa, Wall Street ha consolidato le posizioni: l’indice S&P ha chiuso in rialzo dello 0,8% a quota 1995,83 (massimo da tre settimane) una seduta volatile, grazie al rimbalzo del biotech. Salgono anche il Dow Jones (+0,8%) e il Nasdaq (+0,9%).

Di rilievo il tonfo di Yum! (-18%), dopo il taglio delle stime di vendita in Cina. Corre invece Twitter (+5%) dopo che il principe saudita Al Waleed ha aumentato la sua quota. Hanno invertito la tendenza i prezzi del petrolio, dopo l’aumento inaspettato delle scorte Usa: il Brent ha chiuso a 51,98 dollari, ben al di sotto del massimo segnato a 53,57, mentre il Wti si è assestato a 47,81 dollari.

DEUTSCHE BANK PERDE 7,65 MILIARDI NEL TRIMESTRE 

La frenata del petrolio ha pesato sul finale delle Borse europee, che hanno sacrificato buona parte dei guadagni della giornata. A Milano l’indice FtseMib ha terminato in calo dello 0,7%, di poco sopra i 22mila punti (22.007). La Borsa di Londra ha chiuso in parità, Parigi +0,1%, Francoforte +0,6%. 

L’apertura di stamane è prevista in rialzo: Londra +9 punti, Parigi +11. In salita anche Francoforte (+10 punti) nonostante la nuova doccia fredda dopo il caso Volkswagen: Deutsche Bank chiude in rosso il trimestre per 7,65 miliardi. Per quest’anno non ci sarà dividendo.

ESORDIO BOOM PER IL NUOVO TITOLO A 15 ANNI

I dati in arrivo dall’economia tedesca (ad agosto la produzione industriale è scesa dell’1,2%) così come gli allarmi sulla crescita in arrivo dal vertice Fmi di Lima stanno convincendo i mercati che le banche centrali saranno costrette ad accelerare, nel caso di Europa e Giappone, le politiche espansive e a rinviare ancora, a proposito di Usa, l’atteso rialzo dei tassi. 

Il decennale tedesco è sceso ad un rendimento dello 0,59%. Si allarga la forbice con il T bond Usa, trattato al 2,07%. Sale a 111 bp lo spread tra Btp e Bund, rendimento del decennale italiano a 1,71%. Ne approfitta il Tesoro italiano che ieri ha collocato 3,5 miliardi del nuovo Btp-i benchmark indicizzato all’inflazione dell’area euro a fronte di una domanda quasi tripla (9,3 miliardi). Lunedì andranno in asta 7 miliardi di titoli Bot annuali rispetto agli 8 miliardi di titoli annuali in scadenza. Inoltre, il Tesoro ha comunicato che, in seguito all’assenza di specifiche esigenze di cassa, il 12 ottobre non verrà offerto il BoT trimestrale.

POPOLARI, SCONGIURATO (PER ORA) LO STOP ALLA RIFORMA

Scampato pericolo, per ora, per la riforma delle Popolari. La terza sezione del Tar Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva cautelare della circolare di Bankitalia presentata da alcuni soci di Ubi e altre Popolari e ha fissato la discussione di merito al 10 febbraio, quando saranno discussi anche i ricorsi di Abusbef, Federconsumatori e 12 soci della Banca Popolare di Milano. 

Sale il Banco Popolare (+1,64%). Bper +0,13%. Si terrà, come da programma, a fine settimana l’assemblea di Ubi (+0,15%). Bpm -0,88%. Frenata di Intesa (-2,8%) su voci di imminente riduzione della quota in mano alla Compagnia di San Paolo. La Fondazione torinese ha smentito un’accelerazione del programma già annunciato. Unicredit -0,7% e MontePaschi -0,4%. Negative le assicurazioni: UnipolSai -0,1%, Generali -0,9%.

FCA EVITA GLI SCIOPERI USA. VOLKSWAGEN PROVA A RIPARTIRE

In una giornata a tutto gas per l’automotive (+3%) Fiat Chrysler ha segnato un progresso solo dell’1,4%, frenata dalla prospettiva di scioperi negli stabilimenti Chrysler in Usa. Ma stamane all’alba, quando a Detroit scoccava la mezzanotte, l’azienda ha comunicato, senza aggiungere particolari, di aver raggiunto un nuovo accordo con il sindacato scongiurando la fermata. 

La riscossa delle quattro ruote è dipesa dalle dichiarazioni del nuovo Ceo di Volkswagen (+7,1%), Matthias Mueller, che ha detto in un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung che il gruppo inizierà a gennaio il richiamo dei modelli che montano il diesel incriminato e prevede di terminare il ripristino entro la fine del 2016. La casa di Wolfsburg si accinge inoltre a rivedere i costi,ma non a danno dell’innovazione, ha precisato il ceo. Bmw +4,2%, Renault +6,7%, Peugeot +2,8%.

SAIPEM SUPERSTAR, SOFFRE TENARIS

Durante tutta la giornata a spingere le Borse sono stati i titoli delle materie prime e i petroliferi. Total e Royal Dutch Shell sono salite rispettivamente del 2,2% e del 2,8%. A Milano Eni chiude la seduta a +0,5%. Il titolo top resta Saipem (+7,8%), che ha assorbito le perdite del giorno precedente: l’attenzione è concentrata sul prossimo sbarco di Cdp nella società oggi controllata dal cane a sei zampe. 

Tenaris -1,9%. Crédit Suisse ha tagliato il target a underperform (obiettivo 10 euro). In grande tensione i colossi delle materie prime quotati a Londra: a muoverli è stato un report di Morgan Stanley che premia tutto il settore: Anglo American è salita del 9,9%, Rio Tinto +7,4%, Bhp Billiton +4,5%. 

RCS, IN VISTA L’USCITA DI SCOTT JOVANE

La storia tormentata di Rcs Mediagroup (+0,11%) aggiunge oggi un nuovo capitolo. Dopo la cessione di Rcs Libri a Mondadori oggi, secondo voci insistenti, l’ad Pietro Scott Jovane potrebbe dare le dimissioni nella riunione del Cda dedicata all’esame del debito del gruppo in vista delle trattative per la revisione delle condizioni di finanziamento delle banche creditrici. All’origine della decisione i rapporti sempre più difficili con il presidente Maurizio Costa. 

La cessione di Rcs libri (127,5 milioni) dovrebbe aver scongiurato la seconda tranche di aumento di capitale, 200 milioni, deliberata nell’estate 2014. I covenant previsti dall’accordo con i creditori bancari prevedono che l’indebitamento non superi i 440 milioni e che il rapporto tra posizione finanziaria netta e l’Ebitda non sia più di 4,5 volte.

FERRAGAMO NON SI FERMA PIU’, BENE DANIELI DOPO L’ACQUISTO DI FATA

Di rilievo il balzo di Ferragamo (+4,6%) dopo l’upgrade di Société Générale a Hold da Sell. Per la società fiorentina del lusso quello di oggi è il quinto rialzo nelle ultime sei sedute, con un guadagno complessivo del 9% dal 29 settembre a oggi. Fra gli altri titoli industriali di Piazza Affari, Cnh Industrial guadagna l’1%, Prysmian +0,9%, StM +0,1%. Finmeccanica -1,58% dopo la cessione di Fata a Danieli (+0,94%).

Commenta