A Piazza Affari brilla la stella di Telecom Italia. Dopo aver registrato un progresso superiore al 3% in mattinata, il titolo della società di tlc ritraccia leggermente e segna +2,4% a metà giornata, mettendo a segno comunque il miglior rialzo del Ftse Mib. A innescare l’ondata di acquisti sono state le nuove ipotesi di scorporo della rete circolate dopo l’incontro tra il numero uno della compagnia, Amos Genish, e i rappresentanti dell’Autorità delle Comunicazioni.
Lo spunto di Telecom non basta però a risollevare Milano, che perde lo 0,5%, in linea con le Borse di Francoforte (-0,4%), Londra (-0,5%) e Parigi (-0,3%). Ancora peggio Madrid (-0,8%).
I mercati azionari di Hong Kong e Shanghai hanno chiuso in ribasso, condizionati dalla cautela degli operatori in vista della pubblicazione di dati economici e aziendali attesi nel corso della settimana. L’Hang Seng ha perso l’1,09%, mentre il Shanghai Composite ha terminato la seduta con una flessione dello 0,99% e l’indice composito di Shenzhen ha lasciato sul campo lo 0,53%.
Sui mercati internazionali c’è grande attesa per la riunione di domani del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, soprattutto perché dal 3 febbraio la presidenza della Banca centrale americana passerà a Jerome Powell, che dovrà gestire la liquidità liberata dalla riforma fiscale targata Donald Trump. Intanto, proprio il presidente degli Stati Uniti potrebbe riservare qualche sorpresa nel suo primo messaggio all’Unione, in programma stasera.
Tornando ai titoli in luce sul Ftse Mib, bene Luxottica (+1,9%) dopo la presentazione dei conti 2017, mentre Leonardo viaggia in negativo (-0,7%) nell’attesa che l’ad Alessandro Profumo sveli i progetti per rilanciare il gruppo nei prossimi cinque anni.
Continua la corsa di Stmicroelectronics (+0,8% dopo il +2,36% di ieri), tra le protagoniste del rally dei semiconduttori innescato venerdì dai risultati di Intel ed alimentato ieri dal rialzo delle previsioni della concorrente austriaca Ams. Lunedì Socgen ha alzato il target price di Stm da 32 a 33 dollari.
Cattolica Assicurazioni giù del 2% dopo il -5% di ieri seguito all‘annuncio del piano industriale 2018-2020.
Il peggior titolo sull’indice principale del listino milanese è quello di Bper (-1,9%), cui Banca Akros ha tagliato il giudizio da “accumulate” a “neutral”, con target price a 4,5 euro. Non è da escludere che siano scattate prese di beneficio sul titolo, salito del 6% nelle ultime cinque sedute e del 15% da inizio anno.
In rosso anche gli altri bancari: Intesa -0,7%, Banco Bpm -1%, Mps -1,7% e Ubi -1,19%. Fa eccezione Unicredit (+0,4%).
Vendite su Cnh, in contrazione dell‘1,27% nel giorno della trimestrale. Fca -0,2% dopo l’accordo con Google sulla fornitura di veicoli che diventeranno taxi a guida autonoma.
Fra i titoli a minore capitalizzazione, strappa Bioera, in asta di volatilità con un rialzo teorico del 25,15%. È di ieri sera la notizia secondo cui sarebbe stato accolto l‘appello promosso dalla società davanti alla Commissione tributaria per l’Emilia Romagna. Pierrel +7,6% dopo aver annunciato ieri a mercati chiusi l’estensione di un accordo commerciale con Dentsply.
Sul fronte valutario, il dollaro recupera terreno sull’euro: +0,35%, a 1,24. In fase di correzione anche il petrolio: il Wti perde 0,35%, a 69,22 dollari al barile, mentre il Brent segna -0,81%, a 65,03 dollari al barile. A Piazza Affari Eni -0,42%, Saipem -1,46%.
Per quanto riguarda i titoli di Stato, sul mercato secondario il rendimento del Btp decennale si attesta al 2,02%, mentre lo spread con il Bund è in lieve calo a 134 punti base.
Nell’asta di fine mese, il Tesoro ha collocato tutti i 7 miliardi di euro offerti fra Btp a 5 anni agosto 2022 (undicesima tranche), Btp a 10 anni febbraio 2028 (prima tranche) e Btp a 50 anni marzo 2067 (quarta tranche). Il rendimento medio del decennale è salito al 2,06%, dall’1,86% dell’asta precedente, mentre quello del 5 anni si è attestato allo 0,66% dal precedente 0,60%. Infine, il tasso del Btp a 50 anni è risultato pari a 3,19%. Venduti anche Ccteu con scadenza aprile 2025 al tasso dello 0,42% per l’importo massimo previsto di 2 miliardi.