Dopo Hong Kong (-1,48%) cade anche l’Europa. Sono tutte in rosso le Borse europee zavorrate dai timori di un’escalation in Medio Oriente dopo i nuovi attacchi in Libano e l’annuncio di Israele che prepara nuovi attacchi in Iran. A pesare ulteriormente sui listini ci sono poi i vari indici Pmi servizi: quello dell’Eurozona è sceso a settembre a 51,4 contro i 52,9 punti di agosto, mentre quello dell’Italia è calato a 50,5 punti dai 51,4 di agosto.
L’attenzione dei mercati è anche sulla politica monetaria. In attesa di capire cosa deciderà la Bce, in Gran Bretagna il governatore Andrew Bailey ha detto al Guardian che la Banca d’Inghilterra potrebbe diventare “un po’ più attivista” sui tagli dei tassi se ci saranno altre buone notizie sull’inflazione.
Borsa: Europa tutta in rosso
Nel Vecchio Continente le Borse procedono in calo, con lo Stoxx 600 che segna -0,67%. La peggiore è Parigi, in ribasso dello 0,8%, seguita a ruota da Amsterdam (-0,65%) e Francoforte (-0,6%). Madrid limita i danni e si mantiene poco sopra la parità (-0,12%), mentre fuori dall’Unione Europea Londra è in controtendenza (+0,3%).
In questo contesto Milano cede poco più di mezzo punto percentuale (-0,67%) a 33.451 punti base, allontanandosi dai minimi grazie all’ottima performance di Tim e ai rialzi di parte del comparto bancario. A pesare sono invece Stellantis, Saipem e lusso.
A Milano brilla Tim, Stellantis soffre ancora
La stella dell’azionario milanese è Tim, che sale del 2,67% dopo l’offerta del ministero dell’Economia con Asterion per Sparkle. L’offerta non vincolante valuta Sparkle circa 700 milioni di euro di enterprise value ed è valida fino al 15 ottobre. Se il cda darà il via libera, il closing dovrà avvenire entro la prima metà del 2025. “La nuova offerta – commentano da Intermonte – benché leggermente inferiore rispetto alla proposta presentata lo scorso gennaio e alla nostra valutazione (a 770 milioni) ha il vantaggio di rimuovere le incertezze legate agli earn out”, commentano gli analisti di Intermonte.
È invece buio pesto in casa Stellantis che dopo il crollo di lunedì (-14,7%) oggi cede un’ulteriore 4,2%. A pesare è la decisione di Barclays di tagliare il giudizio a “equal weight” da “overweight”, con target price a 12,5 da 23 euro, che si somma al profit warning lanciato tre giorni fa e alle brutte notizie sulle immatricolazioni arrivate mercoledì.
In profondo rosso anche Saipem (-4,69%) e Stmicroelectronics (-2,59%). Continuano le vendite sul lusso: Moncler (-2,44%), Brunello Cucinelli (-2,14%).
Positive le banche: Bper guadagna lo +0,74%, Unicredit rimbalza e segna +0,62%, Banco Bpm sale dello 0,34%. Mediobanca cede lo 0,63% dopo il rinnovo fino al 2027 dell’accordo di consultazione tra soci.
Acquisti su Eni (+0,68%), che beneficia dei rialzi del prezzo del petrolio e che questa mattina ha annunciato di aver completato l’aggregazione della quasi totalità dei propri asset di esplorazione e produzione situati in Gran Bretagna agli asset di Ithaca Energy.
Si impenna il prezzo del petrolio, vendite sullo yen
Occhi puntati anche anche sul petrolio, con il Brent che, dopo aver superato ieri i 76 dollari al barile e poi ripiegato fino a poco sopra 74, oggi torna a crescere, toccando quota 75,3 (+1,9%) e il Wti che sale del 2,2% a 71,67 dollari al barile. Oscillazioni legate alle tensioni in Medio Oriente, ma anche alle incertezze sulla ripresa della Cina, primo importatore di greggio al mondo.
Sul valutario, pioggia vendite sullo yen dopo le dichiarazioni del primo ministro giapponese secondo cui ha l’economia non è pronta per ulteriori aumenti dei tassi di interesse, dichiarazioni sorprendentemente schiette che hanno spinto lo yen al ribasso: il dollaro/Yen è a 146,868 (dopo aver toccato il livello più basso degli ultimi due mesi a 147,17 yen per dollaro) mentre l’euro/yen è a 161,78. Il cambio euro dollaro è invece in calo intorno a quota 1,10.
Infine, sull’obbligazionario, lo spread tra Btp e Bund è stabile a 133 punti base, mentre il rendimento del BTp decennale benchmark è in aumento al 3,48% dal 3,44% della chiusura della vigilia.