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Borsa: Europa in rosso, Piazza Affari tiene grazie a banche e Snam. Tonfo di Eni dopo il collocamento del Tesoro

Imagoeconomica

Le Borse europee si muovono in territorio debole a metà seduta, nonostante i recenti rialzi e i record di Wall Street, incoraggiati ieri dai dati sull’inflazione americana, cresciuti ma meno delle attese, alimentando speculazioni sulle future mosse della Fed sui tassi. L’indice dei prezzi al consumo negli Usa ad aprile è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3,4% su base annua, mostrando un rallentamento rispetto ai numeri di marzo. Gli economisti prevedono ora un possibile calo dei tassi di interesse entro la fine dell’anno. Oggi, gli occhi sono puntati sui dati settimanali delle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, per capire se ci sono segnali di rallentamento del mercato del lavoro.

Nel frattempo, la stagione delle trimestrali è in corso sia in Europa che negli Stati Uniti, alimentando l’ascesa delle Borse verso nuovi massimi. Tuttavia, alcuni risultati deludenti stanno gettando un’ombra sul mercato. Il più grande calo nel pan europeo Stoxx600 è quello di Siemens (-5%), con prestazioni del secondo trimestre al di sotto delle aspettative. Anche Ubisoft, gigante dei videogiochi, sta subendo un tracollo a seguito di previsioni deludenti per l’anno in corso.

A metà seduta, le borse sono deboli. Tiene Milano, che ondeggia sulla parità, sostenuta dalle banche e da Snam, premiata per i risultati trimestrali positivi. In rosso il resto d’Europa: Parigi cede lo 0,45%, Francoforte lo 0,23%, Madrid -0,16%, Amsterdam -0,32% e Londra -0,27%.

Inflazione in frenata ad aprile: Istat riduce la stima allo 0,8%

Nel mese di aprile 2024, secondo l’Istat, l’Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo (IPC), che tiene conto di tutto tranne il tabacco, è aumentato dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo è un rallentamento rispetto al +1,2% registrato il mese prima, e rispetto alla stima preliminare dell’Istat che era del +0,9%.

L’inflazione durante il mese è scesa leggermente, tornando ai livelli di gennaio e febbraio (+0,8%). Questo è dovuto principalmente al calo dei prezzi dei carburanti e dei trasporti, che sono scesi rispettivamente del 13,9% e del 2,7%, rispetto ai mesi precedenti.

Continua a scendere, anche ad aprile, il ritmo di crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+2,3% da +2,6%), mentre l’inflazione di fondo – al netto degli elementi più volatili come energia e alimentari – si attesta al +2,1% (da +2,3%).

Piazza Affari sopra la parità trainata da Bper, Mps e Snam

Piazza Affari, poco sopra la parità ma ben ancorata sopra i 35mila punti, resiste grazie alle banche e a Snam. In cima al Fste Mib c’è Bper Banca (+2,71%) e Banca Monte dei Paschi di Siena con un aumento del 2,5%, continuando la sua corsa dalla vigilia.

Corre anche Snam (+1,89%) che ha chiuso i primi tre mesi del 2024 con una crescita a doppia cifra dell’utile netto e dell’ebitda e alle previsioni ottimistiche per il 2024. Bene Ferrari (+1,86%).

In fondo al listino scivola Eni, che cede il 2,54% a 14,7 euro allineandosi alla procedura accelerata di raccolta ordini del Mef per una quota del 2,8% del colosso dell’energia. Male anche Stellantis (-1,43%) e Saipem (-1,32%).

Nel comparto dell’energia, Erg scende dello 0,37% dopo la presentazione del piano triennale.

Anche Iren (-1,74%) registra un calo nonostante risultati trimestrali in linea, a causa delle preoccupazioni legate al recente scandalo che ha convolto il suo ad.

Invece i conti positivi di Ferretti spingono il titolo al rialzo dell’1,81%. La multinazionale italiana nel settore della cantieristica navale ha chiuso i primi tre mesi del 2024 con una crescita dell’utile (+19,4%) e ricavi a +11,7%. Confermata la guidance 2024.

Infine, D’Amico sprofonda del 11,3%, risultando il peggiore del comparto Mid-Cap. a seguito di un collocamento di azioni da parte dell’azionista di riferimento, a un prezzo significativamente inferiore rispetto alla chiusura di ieri.

Euro debole, poco mosso il petrolio

Nel mercato valutario, il cambio euro/dollaro sfonda quota 1,09. Nel frattempo, il petrolio registra un leggero calo a seguito delle recenti revisioni al ribasso delle previsioni sulla domanda da parte dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Il prezzo del WTI per giugno è sceso a 78,33 dollari (-0,30%), mentre il Brent per luglio si attesta a 82,45 dollari (-0,29%). Gas poco mosso ad Amsterdam.

Spread sotto i 130 punti

In leggero ribasso lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni: il differenziale segna 129 punti base (-0,44). Il rendimento del prodotto del Tesoro è al 3,69%.

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