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Borsa, Europa in rosso a metà seduta: pesano industriali e banche. Milano limita le perdite con il settore oil

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Le Borse europee affondano a metà seduta, zavorrate da industriali, difesa e banche. Le prese di profitto, dopo la buona performance della sessione precedente, e il nervosismo per le imminenti elezioni parlamentari in Francia, alimentano l’incertezza sui mercati. Tuttavia, i titoli tecnologici sono in recupero, sostenuti dai future in rialzo e dal rimbalzo di Nvidia (+0,36%) nel pre-market negli Usa. Ieri, Nvidia aveva perso il 6,68% a causa di vendite significative, contribuendo a una diminuzione cumulativa della capitalizzazione di mercato di oltre 500 miliardi di dollari in tre giorni.

Piazza Affari registra una perdita dello 0,44%, limitando le perdite grazie ai titoli oil. Parigi e Francoforte segnano perdite più pesanti, rispettivamente dello 0,75% e dell’1,04%, quest’ultima particolarmente colpita dal crollo di Airbus (-12,5%) – a seguito di un avvertimento sui profitti e dell’accantonamento di 900 milioni di euro per le attività spaziali in difficoltà – e dalle difficoltà di Merck (-8,76%) dopo lo stop al trial per un farmaco anticancro dimostrasi inefficace. Segno meno anche per Madrid e Londra. Tiene Amsterdam (-0,07%).

A generare ulteriore nervosismo i i future di Wall Street contrastati, mentre gli investitori attendono con interesse l’aggiornamento sull’inflazione Pce negli Stati Uniti previsto per venerdì, che potrebbe fornire indicazioni cruciali sulle future politiche monetarie della Fed.

A Milano cadono Leonardo, Iveco e Stm

Piazza Affari riduce i danni grazie all’andamento positivo del comporto petrolifero, con Saipem che corre del 2,08%, seguono Eni (+0,78%) ed Enel (+0,75%). Per contro sprofonda Leonardo (-3,41%), influenzata dalle vendite che hanno colpito anche il gigante Airbus, con ulteriori preoccupazioni derivanti dalla situazione nello stabilimento di Grottaglie che subirà uno stop di quattro mesi, risentendo dei problemi di Boeing. Male anche Prsymian e Iveco, entrambe giù di oltre il 2%. In netto ribasso anche Stm (-2,24%), in scia all’andamento ribassista accusato ieri dai titoli tech americani.

Le banche invertono la rotta: Unicredit cede l’1,24%, nonostante l’avvio della terza e ultima tranche del programma di acquisto di azioni proprie 2023 per un ammontare massimo pari a 1,5 miliardi di euro (non oltre il 9% del capitale sociale) su un payout complessivo di oltre 3 miliardi. Male anche Mps (-1,36%) penalizzata dalle dichiarazioni del ceo di Unipol (-0,053%). Il buyback non sostiene neanche Banco Bpm (-1,61%) che ha concluso la prima tranche del programma di buyback, possedendo ora direttamente 12 milioni di azioni proprie, pari allo 0,82% del capitale sociale.

Quanto a Tim, in ribasso dell’1,34%, dopo aver completato il passaggio della rete NetCo a Optics Bidco.

La seduta è pesante anche per Fincantieri, che perde oltre il 5% dopo la buona performance della vigilia. Ieri, nel primo giorno dell’aumento di capitale da 500 milioni di euro, lanciato dal ceo Pierroberto Folgiero per acquisire i siluri e i sonar dell’ex Wass di Leonardo, le azioni del colosso della cantieristica hanno guadagnato quasi il 24%, chiudendo a 4,78 euro, dopo aver perso il 3,6% la scorsa settimana.

Euro e spread stabili

Nel mercato valutario, l’euro si mantiene stabile sul dollaro (a 1,07235), con gli occhi puntati sulla fiducia dei consumatori statunitensi di giugno, prevista in calo. Sul fronte petrolifero, è in discesa il Wti, sotto gli 82 dollari (-0,4%), e il Brent sotto gli 86 dollari( -0,6%), ritirandosi dai massimi degli ultimi due mesi. I rischi geopolitici in Europa orientale e Medio Oriente continuano però a influenzare l’andamento dei prezzi.

Infine, lo spread rimane stabile sopra i 150 punti base, dopo un’asta che ha visto un calo dei rendimenti per i BTp a breve termine. Nella nona tranche del BTp con scadenza 28 gennaio 2026, sono stati collocati 2,5 miliardi di euro, con richieste per 3,653 miliardi. Il rapporto domanda/offerta è stato di 1,46, e il rendimento lordo, in calo di 3 centesimi rispetto all’asta precedente, si è attestato al 3,48%.

Il Tesoro ha anche emesso la ventesima tranche del BTp a 10 anni indicizzato all’inflazione dell’area euro, con scadenza 15 maggio 2030, per 1 miliardo di euro e un rendimento dell’1,68%. Inoltre, è stata collocata la quarta tranche del BTp a 15 anni indicizzato all’inflazione, con scadenza 15 maggio 2039, per 1,25 miliardi di euro, con un rendimento del 2,26%.

Domani si terrà un’asta di BOT per 4,5 miliardi di euro, mentre il giorno successivo saranno offerti fino a 8,75 miliardi complessivi di BTp a 5 e 10 anni e di CCTeu con scadenza aprile 2032.

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