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Borsa: Europa debole dopo dati inflazione Eurozona. Mps e Saipem sostengono Piazza Affari

Wikimedia Commons - Herbert Frank

Nell’ultima seduta della settimana, le Borse europee tagliano il traguardo di metà seduta confermando la debolezza dell’apertura, seguendo la frenata di Wall Street, che comunque aveva aggiornato i record con il Dow Jones che ha superato la soglia psicologica dei 40mila punti. Nonostante il dato positivo sull’inflazione nell’Eurozona (stabile al 2,4%) i mercati del Vecchio Continente viaggiano all’insegna della debolezza: Milano lima le perdite (-0,04%) rispetto al resto d’Europa; più in sofferenza Francoforte (-0,32%), Parigi (-0,43%), Londra (-0,38%) e Amsterdam (-0,40%). Tiene banco Madrid che oscilla intorno alla parità (+0,4%).

Inflazione stabile al 2,4% nell’area euro

Non sorprende, neanche i mercati, il dato definitivo sull’inflazione nell’Eurozona: il tasso si è confermato al 2,4% ad aprile, invariato rispetto a marzo, alimentando le speculazioni su un possibile taglio dei tassi a giugno da parte della Bce. Solo un anno fa il tasso era al 7%. Anche nell’Ue, l’inflazione è stabile al 2,6%, rispetto all’8,1% dell’anno precedente. I principali contributori all’inflazione sono stati i servizi (+1,64%), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (+0,55%), beni industriali non energetici (+0,23%) ed energia (-0,04%). L’inflazione core è sotto il 3%.

“Prevediamo che nei prossimi mesi l’inflazione oscillerà intorno a questi valori, ma nel medio termine, entro il 2025, ci stabilizzeremo verso il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi al 2%”, ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos. Anche Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce, ha suggerito in un’intervista al quotidiano giapponese Nikkei che un taglio dei tassi potrebbe essere “appropriato” per il prossimo mese, pur sottolineando la prudenza dell’Eurotower.

Poco mossi i futures statunitensi dopo i record

I futures sui principali indici azionari statunitensi oscillano attorno alla parità, dopo la sessione negativa della vigilia, che ha visto il Dow Jones chiudere in calo dello 0,1% e lo S&P 500 dello 0.21%. Anche il Nasdaq Composite ha chiuso la seduta in calo dello 0,26%.

Ieri, il Dow Jones ha superato ha toccato un nuovo massimo intraday superando i 40mila punti per la prima volta nella storia, balzando fino a quota 40.051,05. Le azioni come Amazon, American Express e Goldman Sachs hanno trainato l’indice con guadagni significativi.

Milano regge con Mps e Saipem

A Piazza Affari, le banche continuano a brillare, trainate da Mps (+3,81%). A ravvivare il settore sono le speculazioni su una possibile nuova vendita di azioni della banca senese da parte del Tesoro, dopo il recente collocamento del 2,8% di Eni. Positive anche Banco Bpm (+2,78%) e Bper Banca (+2,36%). Bene anche Saipem (+2,58%) dopo essersi aggiudicata un nuovo contratto offshore da 850 milioni di dollari in Angola da Azule Energy, joint venture tra Eni e BP. Acquisti anche per Snam (+0,64%) dopo il rialzo del target price da parte di Mediobanca a 5,50 euro (era 5,40) grazie alla trimestrale positiva. In fondo al listino troviamo Interpump Group (-2,5%) colpita dalle prese di beneficio, Campari (-2,49%) ed Erg (-2,41%). Pioggia di vendite anche per Prysmian (-1,91%), Stellantis (-1,35%) e Iveco (-1,29%).

Fuori dal paniere principale, Buzzi (+0,61%) si muove in territorio positivo. La società ha annunciato l’acquisizione del 100% di Cimento Nacional (Ncpar), esercitando l’opzione put del gruppo Ricardo Brennand per rilevare il restante 50% di Ncpar. Attiva in Brasile dal 2018, Ncpar possiede cinque cementerie e due centri di macinazione, con una capacità produttiva di oltre 7,2 milioni di tonnellate annue. Il prezzo dell’operazione, stimato tra 290 e 310 milioni di euro, varierà in base al tasso di cambio del real. Buzzi finanzierà l’acquisizione con la propria liquidità, con chiusura prevista entro la fine dell’anno.

Gli altri mercati

Seduta in lieve rialzo per l’oro, che avanza a 2.387,6 dollari l’oncia. In leggero ribasso il petrolio, con il Brent che si attesta a 83,17 dollari per barile e il Wti al di sotto degli 80 (a 79,09 dollari). Nessuna variazione significativa per il gas naturale ad Amsterdam, poco sopra i 30 euro al megawattora.

Sul valutario, il cambio euro-dollaro è stabile (a 1,08).

Lo spread tra Btp e Bund è rimasto sotto i 130 punti. Il rendimento del Btp decennale si attesta al 3,76%.

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