Deboli le Borse europee in attesa delle decisioni sui tassi e, non meno importanti, delle elezioni olandesi. A Milano l’indice Ftse Mib è in calo di un quarto di punto, attorno a quota 19.500. In ribasso anche Parigi (-0,20%), Madrid cede lo 0,5%, Francoforte lo 0,08%. In controtendenza Londra (+0,20%) dopo il voto dei Comuni che autorizza la premier Theresa May ad avviare la trattativa con l’Unione Europea su Brexit. La Scozia ha avviato l’iter per tenere un nuovo referendum sull’indipendenza. L’euro è poco mosso su dollaro a 1,064. Si indebolisce la sterlina su dollaro a 1,21, minimo da metà gennaio.
L’indice Zew sulla fiducia degli investitori in Germania è salito a 12,8 punti a marzo rispetto ai 10,4 di febbraio. Invece la produzione industriale della zona euro è cresciuta meno delle attese a gennaio. Domani le elezioni in Olanda e la Fed: si prevede un rialzo dei tassi di 25 punti base.
Il prossimo aumento del costo del denaro Usa continua a produrre effetti non solo oltre Oceano (rendimenti ai massimi da due anni) ma anche sui mercati del debito europei. Il rendimento del Btp si spinge su livelli che non si vedevano dal novembre 2014 a 2,38%, da 2,35% di ieri. Il Bund tratta a 0,47% (+1 punto base), siamo in prossimità dei massimi da inizio anno.
Poco mosso il petrolio. Eni invariata, Tenaris +0,5%. Saipem +0,4%. Il settore oil equipment è in fermento: il colosso Halliburton ha dichiarato di essere in trattative avanzate per l’acquisto della società norvegese specializzata in impianti estrattivi, Aker Solution. Halliburton avrebbe messo gli occhi solo sulle attività del gruppo in mare aperto. L’annuncio arriva dopo il tentativo fallito di rilevare la concorrente Baker Hughes. Halliburton sarebbe disposta a un’offerta di 70 corone norvegesi a forte premio sulle 50 a cui trattava ieri il titolo.
La tendenza al rialzo dei tassi pesa sui conti delle utilities, le società più indebitate.
Arretrano Telecom Italia e Snam (-1%), giù Enel (-0,3%) ed Atlantia (-0,5%). Vola Rwe, primo produttore in Germania di energia elettrica, in rialzo del 7,8%, a 14,80 euro dopo che l’agenzia Bloomberg ha scritto che la francese Engie sta preparando un’offerta da oltre 19 miliardi di euro per acquistare il controllo di Innogy, società delle energie rinnovabili creata nel 2016 dall’utility tedesca con un spin-off delle attività green. Rwe possiede il 76% di Innogy.
Acque agitate Poste Italiane in vista della riunione del Cda. Goldman Sachs ha alzato la stima sul dividendo (0,40 centesimi contro 0,34, dividend yield al 6,2%) ma cresce all’interno del governo l’opposizione alla conferma di Francesco Caio. Secondo alcuni analisti, l’eventuale uscita di Caio sarebbe una notizia negativa per il titolo, visti i risultati conseguiti dal gruppo. Icbpi sottolinea che “le diverse posizioni all’interno del governo e della maggioranza non lasciano intravedere una linea d’azione chiara né sul rinnovo dei vertici, né sul collocamento della seconda tranche”.
L’euro è poco mosso sul dollaro a 1,064. Si indebolisce la sterlina sul dollaro a 1,21, minimo da metà gennaio.
Sono in calo anche le banche, favorite dall’aumento del costo del denaro: Intesa-0,5%, Banco Bpm -1%, Ubi Banca-1,5%. Sale di poco Unicredit (+0,1%), promossa da Barclays a Equal Weight da Underweight. Generali -0,1%, Azimut +0,7%.
Nel corso della conferenza stampa sul bilancio Mathias Mueller, ceo di Volkswagen, ha corretto le dichiarazioni su Fiat Chrysler (-0,2%) in merito ad un’eventuale operazione di M&A: “Non ho mai detto che in futuro un legame con un’altra casa non ci possa essere. Ho solo detto che al momento non ho avuto colloqui con Marchionne”, ha precisato il manager.
Ferrari si muove in ribasso dello 0,8% a 62,0 euro, prezzo non lontano dal recente massimo storico.
Nel resto del listino Technogym è tra i titoli più vivaci con un guadagno del 2,5%, che spinge il prezzo a 5,48 euro, vicino ai recenti massimi storici (5,575 euro). Stamattina Equita ha rafforzato il giudizio Buy portando il target price a 6,0 euro da 5,70 euro.