Banche e Poste Italiane in profondo rosso sull’onda della frenata dei titoli di Stato. Tengono i temi più difensivi in attesa delle decisioni della Banca centrale europea che saranno comunicate alle 14.15 da Christine Lagarde. È questa, in sintesi, la reazione a caldo di Piazza Affari alle dimissioni di Mario Draghi consegnate stamane nelle mani del presidente Segio Mattarella. Poco dopo le 11, l’indice principale arretra del 2,1%, sotto i 21 mila punti, peggior Borsa europea da inizio anno (-24%).
Lo spread, schizzato in aperura a quota 241, viaggia poco sopra i 230 punti, in attesa di avere chiarimenti sui meccanismi anti-frammentazione promessi da Francoforte. Il rendimento del Btp schizza al 3,61%.
Giù Poste, banche e assicurazioni
A pagare il prezzo più alto all’incertezza sulle sorti della finanza pubblica (e non solo) sono le Poste Italiane, la principale cassaforte del debito del Bel Paese, che arretra del 6% abbondante. Ma fanno anche peggio le banche, l’altro magazzino di Btp e dintorni (senza alcun accantonamento rischi a fronte).
Il titolo più colpito è Unicredit (-6,5%) davanti a Banco Bpm e Intesa San Paolo, entrambe sotto del 5,5%. Banco Bpm e Bper hanno il più alto rapporto tra titoli domestici e Tangible Book Value, mentre Intesa e Unicredit hanno un rapporto inferiore a 1x (0.6x e 0.7x rispettivamente). Complessivamente, un allargamento dello spread di 100 punti base dovrebbe avere un impatto negativo a livello di capitale pari a -15 / -20 punti.
Tra le assicurazioni, perde colpi Unipol (-3,50%), mentre si difende Generali (-1,6%).
Male anche Telecom Italia
Finisce nel mirino dei venditori anche Telecom Italia (-6%), scesa all’infimo prezzo di 21 centesimi. L’ennesimo scrollone al titolo è legato all’annuncio che Pier Paolo di Stefano, storico banchiere di recente impegnato in Cdp in importanti accordi nazionali, potrebbe presto lasciare l’incarico. Di Stefano avrebbe concordato con il Ceo di Cdp di restare nel ruolo per qualche mese, fino almeno alla presentazione dell’offerta vincolante per NetCo, la cui scadenza è prevista entro fine ottobre. Ma dietro l’uscita, i mercati vedono le difficoltà a proseguire le trattative, visto l’incerto quadro politico e il concreto rischio di ritardi sulla tabella di marcia.
Sanità, Campari e Stm in controtendenza
Pochi i titoli in controtendenza. In terreno positivo il comparto sanità, guidato da Amplifon e Diasorin. Brilla Campari (+1,63%), il valore difensivo per eccellenza.
Positiva Stm (+0,33%) sull’onda dell’accordo con Volkswagen per sviluppare una nuova generazione di chips destinati all’auto.