Tira aria di stretta sul fronte della politica monetaria. Sembra ormai scontato che nella riunione del 14 giugno la Bce metterà a punto le modalità per la fine entro l’anno degli acquisti del Qe. Avanza l’euro a 1,178 su dollaro, quarto giorno di rafforzamento. Le dichiarazioni di Peter Praet, il capoeconomista della Banca centrale, da sempre in stretta sintonia con Mario Draghi, mostrano che la politica monetaria nella zona euro non cambia per i problemi italiani: l’uscita dal Qe sarà graduale, ma si farà.
Già la prossima settimana la Federal Reserve procederà all’aumento dei tassi, in linea con la tabella di marcia tracciata dal presidente Powell, per niente impressionato dal tracollo del real brasiliano o del peso messicano, messo sotto pressione dal dollaro.
Non è tempo di solidarietà internazionale. Il Messico ha appena varato i suoi dazi, in risposta alle misure di Trump. L’Unione Europea ha dato il via libera a misure per 2,8 miliardi di euro contro l’import americano. Il tema dei commerci sarà da domani al centro del G7 in Canada, ma è difficile che il presidente Usa faccia un passo indietro. L’andamento dei mercati, del resto, per ora premia la politica della Casa Bianca, galvanizzata dai buoni risultati dell’economia. Di questo si occuperà senz’altro il Bildenberg, il summit dei “poteri forti” che si tiene da oggi a Torino, nel consueto clima di grande segretezza.
L’ASIA AVANZA IN SCIA A WALL STREET
I mercati, nonostante le tensioni su valute ed obbligazioni, confermano stamane l’andamento positivo. Tutte su le Borse dell’Asia, dal Giappone all’Australia, stamattina, in sintonia con il rialzo di ieri sera di Wall Street (Dow Jones +1,4%). Il mercato azionario di Tokyo guadagna lo 0,8%, a mettersi in luce sono soprattutto le società che vendono all’estero, tra cui quelle dell’automotive: Toyota +1,3%. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è in rialzo dello 0,2%. Hong Kong +0,6%. La Borsa della Corea del Sud sale dello 0,7%, India + 0,6%, Australia + 0,7%.
Effervescenti i mercati Usa. Avanza ancora il Nasdaq (+0,6%) ad un nuovo record. Fa meglio l’indice S&P 500 (+0,86%) e soprattutto il Dow Jones (+1,4%).
In grande ascesa i finanziari, sostenuti dalla performance dei T bond. Da segnalare il balzo in avanti di Comcast (+3,8%), in vista della battaglia per la conquista di Sky. Vola Tesla (+9,7%) dopo che Elon Musk ha garantito che da fine giugno la produzione del Modello 3 arriverà finalmente ai 5 mila pezzi alla settimana.
Il petrolio Brent è scambiato stamattina a 75,7 dollari il barile, in rialzo dello 0,5%. Tutti gli occhi sono puntati sulla prossima riunione dell’Opec, nella quale si discuterà della possibilità di aumentare la produzione. Secondo Bernstein, è possibile che la riunione di Vienna si chiuda con un nulla di fatto. Se gli attuali limiti all’estrazione resteranno in vigore, il greggio potrebbe spingersi prima della fine dell’anno intorno a quota 100 dollari. A Piazza Affari Eni -0,1%, Saipem -1%, Tenaris -0,4%.
MILANO RITROVA IL SEGNO PIÙ, CONTE PRO-NATO
La situazione politica italiana e le future mosse della Banca centrale europea hanno condizionato i principali listini europei. Ne è scaturita una seduta volatile e contrastata, per niente influenzato dai nuovi progressi del Nasdaq. La prospettiva di una prossima “normalizzazione” della politica monetaria della Bce ha spinto all’insù l’euro, risalito a 1,178 sul dollaro.
Nel suo intervento alla Camera il premier Giuseppe Conte non ha fornito elementi concreti sulle coperture per la flat tax o la riforma della legge Fornero ma ha dato assicurazioni sulla linea filo-atlantica in politica estera e annunciato novità in materia di credito cooperativa e banche popolari.
Con un colpo di reni nel finale la Borsa di Milano (+0,26%) ha chiuso in terreno positivo a quota 21.808 punti una seduta prevalentemente in rosso in cui è stato registrato un massimo di giornata a 21.877 punti e un minimo a 21.411 punti.
I MERCATI PREMIANO MADRID IN ROSA
Ha fatto meglio Francoforte (+0,34%), che ha ormai sorpassato nel 2018 Piazza Affari. Piatta Parigi. Poco mossa Londra +0,33%.
In grande forma la Bolsa madrilena (+1,03%) che ha così festeggiato il governo filo-europeo presieduto dal socialista Sanchez, caratterizzato dalla forte presenza femminile (undici donne su 16 ministri). La produzione industriale spagnola in aprile è cresciuta dell’1,9% molto al di sotto delle previsioni Reuters si attendevano un aumento del 5,1%.
PRAET E WEIDMANN CONFERMANO LA FINE DEL QE
“È chiaro che la prossima settimana il consiglio direttivo dovrà valutare se i progressi fatti finora sono stati tali da richiedere una graduale fine dei nostri acquisti”. Così Peter Praet, membro del comitato esecutivo della Bce, ha confermato che nella riunione del 14 giugno a Riga, il direttorio discuterà la tempistica per l’uscita dal Qe. Sulla stessa linea il presidente della Bundesbank Jens Weidmann. “Da tempo i mercati si aspettano che gli acquisto finiscano entro il 2018 – ha commentato il banchiere – Sarà un primo passo nel lungo cammino verso la normalizzazione della politica monetaria”.
NON SI PLACA LA FEBBRE SUI BTP: SPREAD FINO A 256
Questi segnali hanno contribuito ad accentuare le vendite sui titoli del debito italiano, già sotto pressione per la prospettiva di un aumento del deficit, ventilata dal premier Conte e le esternazioni dei vice premier Matteo Salvini che ha ribadito l’impegno “sacro di smontare pezzo per pezzo” la legge Fornero.
Si spiega così la chiusura in profondo rosso: lo spread tra decennali Btp e Bund è arrivato a un picco di 256 punti prima di chiudere a 247, con il tasso in salita a 2,925%. A ridurre la forbice nel finale sono state le vendite sui titoli tedeschi, contagiato dal comportamento del treasury Usa. Il Btp a due anni, il più sensibile all’influenza della politica, ha toccato 1,25% +31 punti base.
La cartina di tornasole del nervosismo del mercato sulla carta italiana è l’impennata dei derivati ‘credit default swap’ a cinque anni risaliti fino a un massimo di 233 punti base dai 205 della vigilia.
BANCHE IN ALTALENA, POPOLARI VERSO LA RESURREZIONE
In altalena i bancari, con l’indice di settore partito bene dopo l’ondata di vendite della vigilia, scivolato pesantemente in rosso per poi chiudere in netta ripresa a +0,8%, in linea con il paniere europeo. La seduta è stata condizionata anche dal nuovo monito di Moody’s che ha puntato l’indice sull’elevato livello dei crediti in sofferenza delle banche italiane: il rapporto tra sofferenze e crediti totali del sistema italiano si attesta attorno all’11%, livello superiore a quello della media europea del 4%.
L’argomento banche è stato trattato dal premier Conte nella replica a Montecitorio. Il presidente del consiglio ha annunciato che il governo giallo-verde rivedrà la disciplina su banche popolari e credito cooperativo. Il premier ha confermato anche l’intenzione di procedere con la separazione tra banche di investimento e di credito al pubblico.
DEUTSCHE BANK: BANCO BPM E’ UN’OCCASIONE
In evidenza Banco Bpm (+4,4%). Deutsche Bank ha ribadito il giudizio ‘buy’ sul titolo sottolineando che la banca “sta migliorando trimestre dopo trimestre” e suggerendo di utilizzare la recente debolezza legata alla politica come opportunità di acquisto. In rialzo anche Monte Paschi (+2,9%). Sale anche Mediobanca (+3,2%).
Ubi +1,7%. La cessione di un pacchetto di crediti deteriorati, ha detto l’ad Victor Massiah, procede “bene, siamo perfettamente nei tempi, è tutto assolutamente regolare”. Tra i Big, in profondo rosso in mattinata, chiude in ripresa Unicredit (+0,91%). Intesa -0,5%.
RACCOLTA OK, BALZO DI FINECO E BANCA GENERALI
Corre nel gestito Fineco Bank (+5,9%), che ha annunciato i numeri della raccolta di maggio: 686 milioni, al di sopra delle previsioni. Anche la raccolta di Banca Generali +3,83% a 21,7 euro, pari a 603 milioni di euro, è stata giudicata positiva.
L’ARRIVO DI AMAZON SPAVENTA LE ASSICURAZIONI
La notizia che Amazon si accinge ad entrare nel settore delle polizze sulla casa sta mettendo sotto pressione le assicurazioni europee.
A Milano Generali chiude piatta. Unipol (-0,5%) si aspetta risposte forti e veloci da Bper, di cui detiene quasi il 10%, sul fronte della riduzione crediti
deteriorati. Lo ha ribadito Carlo Cimbri, il numero uno del gruppo assicurativo nel corso del congresso annuale della Uilca.
Enel -0,2%. Deutsche Bank taglia il target price. A2A -0,7%.
Telecom Italia +0,7%. Exane ha limato il prezzo obiettivo da 0,72 a 0,7 euro (neutral), livello che resta nettamente sopra gli attuali livelli di Borsa.
FALK RENEWABLES AL TOP, GOLDMAN LANCIA AMPLIFON
Nel segmento Star Falck Renewables (+10%) è la migliore, dopo aver annunciato la firma e il closing contestuali per l’acquisizione di tre progetti fotovoltaici, già in esercizio, per un totale di 14,5 MW solari e per i diritti a investire in progetti futuri con Syncarpha Capital, valutati complessivamente 27,44 milioni di dollari.
Ancora forte Astaldi (+4%). Bene Amplifon (+3,6%). Goldman Sachs e Kepler Cheuvreux alzano il giudizio a Buy. In significativo rialzo anche Banca Sistema (+7,1%), mossa da rumours di interesse da parte di fondi di private equity specializzati in istituzioni finanziarie.