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Borsa e spread fanno i conti con la crisi politica

Imagoeconomica

Continua sui mercati l’avanzata del petrolio, in rally dopo la decisione Usa di denunciare il trattato sul nucleare con l’Iran. Stamattina sui mercati asiatici il greggio tipo Brent si spinge a 77,8 dollari il barile, sui massimi dal novembre del 2014. Ieri sera, dopo l’inaspettato calo delle scorte di greggio negli Stati Uniti, il future di riferimento ha chiuso in calo del 3,1%. Goldman Sachs prevede un aumento in estate fino a 82,50 dollari al barile anche per il sempre più probabile collasso dell’offerta del Venezuela.

Nel corso della notte, a surriscaldare ulteriormente la scena, c’è stato uno scontro al confine tra Israele e Siria: le forze paramilitari dell’Iran hanno lanciato venti missili, tutti intercettati, contro le postazioni israeliane nel Golan. In risposta, l’artiglieria di Tel Aviv ha colpito alcuni obiettivi in Siria.

La corsa dei titoli oil (+2,03% a Wall Street, +12,3% da inizio anno) sostiene i listini, ma sui mercati cresce il timore che la fiammata comporti un aumento dell’inflazione seguito a ruota dall’accelerazione del rialzo dei tassi. Una pessima notizia per i mercati emergenti messi sotto pressione dal dollaro, trattato stamane a 1,186 sull’euro.

DOLLARO RECORD, IN MALAYSIA UN PREMIER DI 92 ANNI

Non si ferma la caduta del peso argentino, arrivato a 22,7 su dollaro. Recupera stamane invece il ringgit malese (+1,2% sulla valuta Usa) dopo un ribaltone elettorale da Guinness dei primati: il voto, in un Paese scosso da scandali e corruzione, ha riportato al potere Mahathir alla non verde età di 92 anni.

Salgono stamane i listini d’Oriente. L’indice Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,2%. In Cina: Hong Kong +0,9%, indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,2%. India +0,3%. Corea del Sud +0,3%.

WAL-MART FA SHOPPING IN INDIA: 16 MILIARDI

Petrolio e finanziari (Goldman Sachs +2,1%) protagonisti anche a Wall Street. L’indice Dow Jones è salito dello 0,75%, S&P 500 +0,97%, Nasdaq +1%.

In grande evidenza Alphabet (+2,87%), spinta dalle novità tecnologiche presentate alla conferenza degli sviluppatori di Google. Facebook +2,09%.

La notizia più rilevante riguarda lo sbarco di Wal-Mart sul commercio online in India: il colosso (-3,13%) ha pagato 16 miliardi di dollari per il controllo di Flipcart, gruppo leader della distribuzione indiana.

BANKITALIA: L’AVANZO PRIMARIO DEV’ESSERE LA BUSSOLA

Italia in primo piano dopo la svolta della crisi politica. In attesa delle ricette di un possibile governo Lega – 5 Stelle ieri c’è stata l’audizione davanti alle Commissioni speciali di Camera e Senato del vicedirettore generale di Banca d’Italia Luigi Federico Signorini. Lo stop agli aumenti Iva, ha detto, non può essere finanziato in deficit, ma “bisognerà ricercare fonti alternative di aumenti di entrata o di riduzioni della spesa”. Perché “l’avanzo primario è la bussola” ed è “a questo che guardano gli investitori”. Parole in netta dissonanza con gli orientamenti della probabile nuova maggioranza.

RIMBALZA L’EUROPA. MILANO RIALZA LA TESTA

Chiusura positiva per le Borse europee grazie alla spinta dei titoli petroliferi ed all’euro debole, ai minimi da quattro mesi. Attesa oggi per un intervento di Mario Draghi, preceduto dall’uscita del bollettino della Bce.

Tra i migliori dell’eurozona figura Milano: + 0,51% a 24.266 punti ma sotto i massimi di seduta sull’onda della notizia di un accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Rialzo simile per Madrid (+0,52%): la produzione industriale spagnola è salita a marzo del 5,1% su anno, meglio delle previsioni.

Francoforte + 0,24%: produzione +1%, meglio delle attese. Parigi +0,23%. Gli scioperi frenano la produzione (-0,4%).

La Borsa migliore è quella di Londra, +1,28% grazie alla spinta di Bp (+3,92%) e Shell (+3,48%). Oggi si terrà il meeting della Bank of England: non sono previste variazioni sui tassi.

Le tensioni commerciali innescate dai dazi americani possono ridurre il Pil italiano di 0,3 punti percentuali nel 2018. Lo stima l’Istat fornendo simulazioni analoghe a quelle del governo contenute nel Documento di economia e finanza (Def).

SALE IN SERATA LO SPREAD, OGGI I BOT A 12 MESI

Il ministero dell’Economia, spiegano gli addetti ai lavori, ha mostrato una certa prudenza limitando l’offerta a medio lungo-termine di venerdì, quando saranno riaperti i tre benchmark Btp a 3, 7 e 15 anni: l’ammontare in emissione, compreso tra 5,25-6,75 miliardi è il più basso dall’inizio dell’anno.

Chiusura negativa per il mercato obbligazionario italiano, che ha visto il tasso del decennale e il corrispondente spread su Bund risalire ai massimi dalla fine di marzo ( chiusura a 131, massimo 133)sulla notizia del riavvio di un dialogo in extremis tra Movimento Cinque Stelle e Lega sulla formazione di un governo.

Il tasso del decennale italiano ha chiuso in area 1,88%, dopo essere salito a 1,90%, massimo dalla fine di marzo, da 1,86%. La tornata di aste di fine mese prende il via oggi con 6,5 miliardi di euro in Bot 12 mesi, che in chiusura sul mercato grigio di Mts rendono -0,357%, massimo da ottobre.

SAIPEM IERI MIGLIOR TITOLO OIL EUROPEO

A sostenere il listino milanese ha contribuito in maniera determinante il balzo in avanti dei titoli petroliferi. Eni +2,8%: JP Morgan alza il target price. Tenaris +1,64%. Ancora più robusto il volo di Saipem (+5,88%), miglior titolo europeo del settore (+2,64%). Ma da inizio anno la quotazione è sotto del 12%.

BANCHE, BPER TIRA LA VOLATA

Le banche hanno recuperato terreno dopo la performance negativa di martedì. Bper Banca (+8,26%) è stata la miglior blue chip , trainata dagli ottimi risultati del trimestre: i ricavi sono saliti del +31% a 657 milioni di euro. La banca ritiene di potersi liberare nei prossimi tre anni di 6,4 miliardi di euro di crediti in sofferenza.

Bene il resto del settore. Intesa +0,6%: Credit Suisse ha rafforzato il giudizio Outperform, portando il target price a 3,70 euro da 3,60 euro. Più prudente DZ Bank, che ha lasciato il giudizio Hold, target a 3,40 euro da 3,30 euro. Unicredit +1,5%, Ubi Banca +3%.

Contrastati gli asset manager. FinecoBank +1%, Azimut -1,5% dopo un aprile deludente: raccolta netta di 104 milioni (dopo soli 35 milioni a marzo) che porta il dato complessivo da inizio 2018 a poco meno di 1 miliardo di euro. Anche il mix si presenta deludente con una fuoriuscita dai fondi (-162 milioni) e dai prodotti assicurativi (-47 milioni).

BRILLA LEONARDO PREMIATA DA SOCGEN

Tra gli industriali brilla Leonardo (+3,03%) che ha ricevuto da Société Générale la conferma della raccomandazione buy e del prezzo obiettivo a 13 euro.

Sale anche Prysmian (+0,5%): l’Antitrust ha approvato l’aggregazione con General Cable.

I CAMBI FRENANO ENEL, SOTTO PRESSIONE ITALGAS

Contrastate le utilities. Sotto pressione Italgas (-1,09%) retrocessa dopo i conti a ‘hold’ da ‘buy’ da parte di SocGen. Snam Rete Gas (-1,5%) ha comunicato dati in linea con le attese, confermati gli obiettivi dell’anno.

Debole anche Enel (-0,2%) nel giorno del Cda. Il primo trimestre si è chiuso con una crescita del 18,9% del risultato netto a 1,169 miliardi di euro. Il miglioramento dei risultati operativi (Ebitda a 4,037 miliardi +3,1%), guidato dalla crescita di rinnovabili e reti, ha permesso di compensare l’evoluzione negativa del cambio, soprattutto in Sud America.

Frena Tim (-1,7%), nonostante la buona performance della controllata brasiliana: ebitda +16,4% a 1,47 miliardi di real.

ASTALDI VA IN ORBITA. IN ARRIVO IL SOCIO D’ORIENTE

Fuori dal paniere principale prende il volo Astaldi (+15,35%). Nel pomeriggio la società ha confermato conferma l’esistenza di “avanzate trattative con potenziali nuovi soci, interessati anche a sinergie industriali, nel contesto dell’operazione di rafforzamento patrimoniale e finanziario della società”, come si legge in una nota ufficiale pubblicata dalla società. Le intese con i potenziali nuovi soci, precisa ancora Astaldi nel comunicato odierno, saranno sottoposte all’esame di un consiglio di amministrazione della società che si terrà nei prossimi giorni (probabilmente domani). I nuovi partner (indiziata una società giapponese) permetteranno di realizzare l’aumento di capitale (300 milioni) già previsto.

Rcs (+1,7%) ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 6 milioni, a fronte di una perdita di 5,7 milioni registrata nello stesso periodo del 2017. Per la prima volta in dieci anni la prima parte dell’esercizio si chiude con un risultato positivo. I ricavi sono stati di 216,3 milioni (213,4 milioni nel 2017).

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