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Borsa e spread danno i voti al declassamento del rating

Pixabay

Fiat Chrysler ha annunciato domenica sera la vendita di Magneti Marelli a Calsonic Kansei, la società giapponese già di Nissan ceduta un anno fa a Kkr. L’operazione, secondo le anticipazioni, avverrà a 6,2 miliardi di euro e darà vita al gruppo numero 11 della componentistica mondiale. Il deal, la prima decisione dell’era Manley alla guida del gruppo, presenta una novità: Exor, a differenza di quanto previsto, non conserverà alcuna quota della società. Un cambio di rotta rilevante rispetto alle strategie di Sergio Marchionne, che aveva più volte ribadito di non voler uscire mai da Magneti. La nuova Marelli Calsonic Kansei avrà un fatturato di 15,2 miliardi di euro, complessivamente 200 impianti produttivi nel mondo e centri di ricerca e sviluppo in Europa, Giappone e America.

NELLE CASSE DI FCA 6,2 MILIARDI

L’operazione avrà un significativo impatto sulla finanza del gruppo: per la prima volta da decenni la principale controllata di Exor può godere di una posizione di cassa saldamente positiva.

La vendita, garantisce il comunicato dell’azienda , non avrà impatti sui livelli occupazionali: i dipendenti sono 43.000 nel mondo di cui 9.981 in Italia. La sede centrale è a Corbetta in provincia di Milano. Gli stabilimenti italiani sono in Piemonte, Campania ed Emilia Romagna.

LE AUTORITÀ DI PECHINO IN CAMPO PER LA BORSA

In attesa della conferma del deal, dall’Asia arriva una nota positiva per il mercato azionario della Cina, in grave sofferenza da inizio anno. Sotto la spinta delle misure di sostegno annunciate da Pechino l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen ha messo a segno un rialzo del 4,4%. Venerdì notte, subito dopo la pubblicazione dei dati sul PIL, tre esponenti di rilievo dell’apparato politico economico della Cina avevano diffuso comunicati per invitare i mercati alla calma, con promesse di agevolazioni all’emissione di obbligazioni, ammorbidimento delle regole in ambito assicurativo, esortazioni ai fondi controllati dallo Stato, a comprare azioni. Nelle ultime ore, parecchi intermediari hanno consigliato ai clienti di non andare contro le indicazioni di Pechino, ovvero, sospendere i trading al ribasso.

Stamattina salgono, ma più debolmente, le Borsa di Hong Kong (+2%), di Tokyo (+0,5%) e di Mumbai (+0,5%). Si indebolisce lo yen giapponese, a 112,6 su dollaro, è poco mosso lo yuan cinese, a 6,93 su dollaro.

Il petrolio Brent è intorno agli ottanta dollari il barile: la scorsa settimana ha perso lo 0,8%. Oro sui massimi da quest’estate a 1.228 dollari l’oncia. L’euro è invariato a 1,151 su dollaro,

ENTRO LE 12 LA REPLICA A BRUXELLES, SPREAD SOTOT TENSIONE

L’ultimo caso di vendita di una società italiana, pur ampiamente previsto, coincide con un momento drammatico per la finanza del Bel Paese.

Entro mezzogiorno l’Italia dovrà inviare la risposta ai rilievi della Commissione Ue sulla manovra. L’attenzione delle sale operative sarà intanto concentrata sullo spread, che venerdì, prima di chiudere a 306,4 punti, ha toccato un picco superiore a 338, ai massimi da 5 anni e mezzo. Nella mattinata di venerdì, per la prima volta, le tensioni sull’Italia hanno minacciato di contagiare gli altri mercato del Sud Europa: i tassi sui titoli spagnoli sono saliti di 9 punti, quelli portoghesi di 7,6, i greci di 5,3 punti. Poi, dopo il verdetto di Moody’s, la tensione è scesa.

Tra gli operatori ha alla fine prevalso la visione del bicchiere mezzo pieno: Moody’s non si è spinta, come si temeva, a spingere i Btp nel girone infernale dei junk, limitandosi ad affibbiare all’Italia i rating Baa3, outlook stabile. Altri, forse più numerosi, prendono atto che si è consumato un altro passaggio della discesa verso il fondo in attesa di una nuova bocciatura, stavolta ad opera di Standard & Poor’s che si pronuncerà sul rating del Bel Paese venerdì prossimo (oggi BBB).

SOTTO ESAME LE BANCHE. VENERDÌ AL VIA L’ASTA CTZ

Si apre così una nuova settimana ad alto rischio per la finanza pubblica.

Sotto osservazione il comparto del credito il più sensibile alle variazioni del rating: l’aumento dello spread mette sotto pressione i titoli, su cui continuano a pesare 260 miliardi di non performing loans.

Si avvicinano intanto le aste di fine mese: si comincia venerdì con l’offerta di Ctz e Btpei.

DRAGHI DETTA LE REGOLE DEL DOPO QE

In questo clima si terrà giovedì l’evento clou della settimana finanziaria in Europa: la riunione del direttorio della Bce, la penultima prima della fine del programma di acquisti di titoli da parte della banca centrale. Nell’occasione, Mario Draghi sosterrà ancora una volta la linea morbida sul fronte dei tassi. Ma si parlerà anche (o soprattutto) dell’Italia, nella speranza che dal cilindro di Draghi possa uscir fuori un possibile compromesso tra il governo giallo-verde e la Commissione Ue.

Tiene banco in Europa il tema della Brexit. Le novità potrebbero arrivare in settimana da Dublino, alla vigilia delle elezioni. Sabato a Londra più di 700 mila persone hanno partecipato a una marcia per chiedere un nuovo referendum sulla permanenza di Londra nell’Unione Europea.

LUXOTTICA DÀ IL VIA ALLE TRIMESTRALI

Comincia anche in Piazza Affari la campagna delle trimestrali. Oggi si parte con i conti di Luxottica, Gedi e Sogefi. Domani sarà la volta di Saipem e Piaggio. Mercoledì appuntamento con Moncler e Stm. Giovedì toccherà al consiglio di Eni e di Mediobanca.

Trasferta oggi a Londra dell’Aim : terrà alla City la conference del listino alternativo italiano. Domani Equita passa dall’Aim al listino Star.

SETTIMANA DI CONTI PER L’INDUSTRIA DELL’AUTO

In settimana si terranno i consigli di alcuni big dell’auto: Renault, Psa e Daimler in Europa, Ford in Usa. Un’occasione per fare il punto sullo stato di salute del settore dopo il forte calo delle vendite di settembre (-23,5%), dopo l’introduzione di nuove regole da parte delle autorità europee.

IN CALENDARIO LA DAVOS DEL DESERTO

Un altro appuntamento suscita le attenzioni dei mercati: il probabile flop della “Davos nel deserto”, l’appuntamento che avrebbe dovuto benedire il decollo dell’Arabia Saudita come calamita degli interessi della grande finanza mondiale, attratta da fiumi di petrodollari.

Ma l’esecuzione efferata di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita del Washington Post sventrato nel consolato saudita di Istanbul, ha compromesso la festa, per l’imbarazzo di Donald Trump, alla ricerca della quadratura del cerchio: minacciare sanzioni, come chiede anche buona parte del business, ma non compromettere gli accordi con Riyad, utili all’industria bellica Usa e agli affari di famiglia.

Il principe Muhammad Bin Salman, nel tentativo di calmare le acque, ha detto ieri di essere del tutto estraneo all’operazione, da lui definita “un grave errore”.

IN CALENDARIO PIL USA, BEGE NOOK E I CONTI DI AMAZON

In Usa è prevista in settimana la pubblicazione del Pil del terzo trimestre e del Beige Book.

A Wall Street le attenzioni saranno rivolte alle trimestrali dei colossi della new economy: Alphabet, Amazon e Microsoft.

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