Scivola in Borsa Telecom Italia, che a metà mattinata cede il 2,03% (a 0,62 euro per azione) a Piazza Affari, continuando a mostrare segnali di nervosismo dopo le dimissioni, giovedì scorso, del presidente esecutivo Franco Bernabè. La mossa, se da una parte ha scongiurato l’aumento di capitale non gradito al mercato, ha però aperto altre questioni, in primis il declassamento del debito da parte delle agenzie di rating, nel caso in cui la società tlc non riesca trovare un altro modo per rafforzare la struttura patrimoniale del gruppo.
Marco Patuano, ad del gruppo tlc a cui sono state assegnate tutte le deleghe, ha annunciato che presenterà il piano industriale durante il cda del 7 novembre, piano che conterrà anche le decisioni future sulle partecipazioni estere, soprattutto in America Latina: la vendita del Brasile potrebbe infatti evitare il downgrade a “junk”, anche se richiede tempi troppo “lunghi”, come ricordano oggi gli analisti di Equita.
Gli esperti, che sul titolo hanno confermato giudizio hold con target price a 0,65 euro, sottolineano che “le vendite in America Latina possono essere un catalyst positivo, ma nel breve periodo il newsflow sarà probabilmente influenzato da risultati deboli ed elevato rischio downgrade del debito”. Sugli altri fronti, il piano di scorporo della rete è al momento congelato, mentre il Governo venerdì ha licenziato un decreto del Presidente del consiglio dei ministri che include le reti telefoniche negli attivi di “rilevanza strategica per il sistema di difesa e di sicurezza nazionale”.
“La mossa”, spiega Equita, “pare un’opera di convincimento nei confronti di Telefonica per arrivare alla separazione della rete poi ceduta, almeno parzialmente, a Cdp. Questo passaggio, una volta imposto dal Governo, rischierebbe di non essere generatore di ricchezza per l’azionista di Telecom”.