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Borsa, dietrofront con Wall Street. Ma l’editoria vola

La debolezza di Wall Street contagia le borse europee che, dopo una mattinata positiva, ripiegano in zona rossa.

Milano si ferma sulla soglia dei 20.00 punti (19.918), -0,25%, sostenuta dalle banche, ma penalizzata dai titoli industriali: Fca arretra del 3,79%. Titolo peggiore Stm: -4,2%. Deboli Madrid -0,02% e Parigi, -0,19%. Perdite più significative per Londra -0,69% e Francoforte -0,75%. Nel cuore della finanza tedesca si registra però il rally di Deutsche Bank, (+4,29%) nel giorno dell’avvio dell’aumento di capitale da 8 miliardi. 

Giornata positiva per i titoli di Stato: lo spread fra decennale italiano e tedesco si riduce del 3,7%, 184.70 punti, mentre il rendimento scende a 2,31%. 

I principali listini di New York aprono bene (il Nasdaq tocca anche nuovi record), ma dopo un paio d’ore invertono la rotta, segnando significativi ribassi, con le banche in profondo rosso. Le vendite risultano generalizzate, forse perché gli investitori vogliono monetizzare parte della crescita degli ultimi mesi. A pesare sui listini provvede anche il petrolio: Brent e Wti perdono circa l’1% e scendendo rispettivamente a quota 51,2 dollari e 47,7 dollari. L’oro invece è ancora in spolvero: +0,81%, 1.244,54 dollari l’oncia. 

L’euro si rafforza sul dollaro e torna sopra quota 1,08 (+0,73%). Il primo confronto in tv fra i candidati alle presidenziali francesi è andato a Emmanuel Macron e ha riacceso la speranza che il risultato della leader del Front National Marine Le Pen, notoriamente anti-europeista, sia contenuto.

A Piazza Affari le banche restano complessivamente ben intonate, con la prospettiva che la Bce conceda più tempo agli istituti per ridurre le sofferenze. Intanto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si mostra soddisfatto dell’incontro con la responsabile dell’Antitrust europeo, Margrethe Vestager, su come dare concreta attuazione alla ricapitalizzazione precauzionale di Banca Mps. I due non avrebbero discusso invece delle due banche venete, la cui richiesta di ricapitalizzazione è “inizialmente al vaglio della Bce”.

Bper segna +3%; Banco Bpm +3,25%; Intesa +0,89%. In controtendenza Unicredit -0,83% e Ubi: -0,47%. In rosso Finecobank: -1,83%.

Le vendite colpiscono soprattutto i titoli industriali, come Fiat: -3,79%. Oggi l’ad Sergio Marchionne, a Ginevra, dice di “aspettare con ansia” l’eventuale apertura di un dialogo con Volkswagen. “Siamo 4, 5 gatti a livello mondiale, se c’è qualcosa da fare, si farà. Non vedo Mueller da 6-7 mesi, ma alla prima occasione vado a trovarlo”. I conti il trimestre di Fca sarebbero in linea con le attese, mentre su dieselgate Usa e eventuali accantonamenti: “Non ho idea delle conseguenze – sostiene il manager. Stiamo “lavorando con le autorità Usa, cercando di capire come funzionerà il nuovo sistema” e anche “sulla certificazione dei modelli 2017. Spero di riuscire a risolvere la questione rapidamente”.

Crollo di Stm -4,25%. Ancora una seduta da dimenticare per Leonardo, dopo il cambio al vertice: -1,68%. Arretrano Cnh -2,7% , Buzzi -1,64%, Prysmian -1,19%. Retromarcia di Ynap -3,01%. Prese di profitto per Unipol, -1,67% e Unipolsai -0,95%. Fra i petroliferi arretra Tenaris: -1,34%. Cresce invece Atlantia: +1,65%.

Va giù Mediaset, -1,02%, dopo la prima udienza del procedimento legale del Gruppo del Biscione contro Vivendi. Il gruppo francese a sua volta invoca un risarcimento danni per diffamazione, ritenendo di essere stato danneggiato dalla campagna mediatica che ha accompagnato la vicenda.

A dominare la scena milanese oggi è però il comparto editoriale con il Sole 24 ore che dopo l’exploit di ieri, resta capofila dei rialzi: +29,29%. In forte rialzo anche Rcs (+4,95%) e Cairo Communications (+3,9%). In rosso Caltagirone Editore (-1,36%) e Mondadori (-1,89%). Quest’ultima dopo aver toccato un minimo intraday pari a -9% è riuscita a recuperare parte del terreno perso in seguito all’approvazione da parte del cda dei conti 2016 che hanno mostrato una forte crescita dell’utile netto, balzato l’anno passato a 22,5 milioni dai 6,4 del 2015. 

Fuori dal paniere principale si distinguono anche Cattolica Assicurazioni, +6,28%, dopo il rally di ieri, e Creval +5,25%.
 
 
 

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