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Borsa di oggi 19 ottobre: chiusura debole. L’inflazione frena Piazza Affari e le altre Borse europee.

Pixabay

Il balzo dell’inflazione inglese ha creato oggi un po’ di nervosismo sui mercati europei, anche se nell’area della moneta unica Eurostat ha invece ritoccato leggermente le sue stime sulla corsa dei prezzi. 

Dopo quattro sedute in rialzo la chiusura è poco mossa per tutti: Milano perde lo 0,22% (21.472 punti base), più o meno come Francoforte -0,16% e Londra -0,13%; sono leggermente più arretrate Parigi -0,43% e Madrid -0,34% ed è in controtendenza Amsterdam +0,45%.

L’avvio incerto di Wall Street non ha fornito d’altra parte ai listini continentali alcun appiglio, nonostante la stagione delle trimestrali si stia rivelando migliore del previsto e compensi, almeno in parte, i timori di recessione. A New York gli indici, dopo due giorni di rally, sono deboli. Tra i titoli corre Netflix (+15%) illuminata dal balzo degli abbonati mostrato ieri, +2,4 milioni, oltre il doppio delle stime. Procter & Gamble (+2,6%) è il miglior titolo del Dow Jones con risultati oltre le attese. United Airlines guadagna quasi il 7% ed è tra i migliori sullo S&P 500, dopo una trimestrale superiore al previsto.

Dollaro in ripresa, euro e sterlina in calo

L’incertezza fa confluire gli acquisti sul dollaro, che è in progresso contro un panel di valute, mentre l’euro appare debole e tratta sotto i 98 centesimi.

Arretra anche la sterlina dopo il dato annuo sui prezzi al consumo nel mese di settembre: +10,1%, nuovamente al massimo da 40 anni toccato a luglio e oltre le attese degli analisti.

Questo riaccende i timori sulla corsa dei prezzi, così difficile da domare e sulle banche centrali, che restano con la frusta in mano per riportare l’inflazione nella gabbia-target del 2%. Si riaffaccia inoltre lo spettro della recessione: gli economisti di Bloomberg, per esempio, hanno modificato il loro outlook sugli Usa, stimando ora una possibilità del 100% di una recessione nei prossimi 12 mesi. Questa sera potrà fare un po’ di luce sul futuro il Beige Book della Fed. 

Vendite sui titoli di Stato, ma spread stabile

In questo contesto ripartono le vendite sui T-Bond, che vedono prezzi in calo e tassi in rialzo, con il Treasury decennale che mostra nuovamente un rendimento oltre il 4%.

In Italia è poco mosso anche il secondario: lo spread tra decennale italiano e tedesco scende a 238 punti base (-1,25%), con un tasso del Btp in rialzo rispetto a ieri a +4,74% (da +4,68%), ma il Bund fa paggio e chiude a +2,36% (da +2,27%).

Eurostat, ufficio statistico dell’Unione Europea, ha rivisto in ribasso l’inflazione del blocco di settembre: +1,2% su base mensile, +9,9% su base annua, dalla precedente stima del 10%.

Petrolio e gas in rialzo

Il petrolio mostra un andamento volatile, a causa di notizie dall’effetto contrastante. Da un lato i prezzi sono sostenuti dal calo superiore alle attese delle scorte settimanali Usa, dall’altro sono zavorrati dai timori sulla domanda e sulla crescita cinese e dai piani del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden di rilasciare altri barili dalla Strategic Petroleum Reserve (SPR).

Al momento il Brent è in progresso a 90,54 dollari al barile (+0,56%). 

Ad Amsterdam il prezzo del gas è risalito in giornata oltre i 120 euro Megawattora, dopo il calo di ieri favorito dalla calda stagione e dalla presentazione del piano della Commissione Ue contro il caro energia.

In Piazza Affari risalgono Tenaris e Leonardo

Sul FTse Mib risalgono oggi titoli come Tenaris +2,87% e Leonardo +1,33%, deboli nella seduta della vigilia. Il copione è contrario per Nexi -3,86%.

Nella parte alta del listino si trovano anche altri due titoli oil come Eni +1,16% e Saipem +0,87%, quest’ultima grazie a uno scatto finale che le ha consentito di cambiare segno. 

Tra i titoli finanziari sono in verde Banca Mediolanum +1,28%, Bper +0,74%, Generali +1,24% e Unipol +0,64%, mentre arretra Unicredit -1,32%. Il finale è piatto per Banca Mps (-0,35%), giunta al suo terzo giorno di aumento di capitale. In seduta l’azione era scesa sotto il livello di 2 euro, per poi risalire  a 2,003. I diritti arretrano del 4,7% dopo il recupero di ieri.

Sono contrastate le utility: Enel sale dello 0,6%, mentre Terna cede l’1,15%. Fuori dal paniere principale Iren fa un passetto in avanti, +0,29%, anche se l’Antitrust ha avviato procedimenti istruttori su quattro utility, tra cui Iren e Dolomiti per presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e gas naturale e ha inviato richieste di informazioni ad altre 25 società del settore. Le altre due società sotto istruttoria sono la spagnola Iberdrola e la tedesca E.On per possibili indebite risoluzioni contrattuali.

Tra gli industriali resta in denaro Interpump +0,76%, giù Prysmian -1,51% e Pirelli -1,49%.

Lettera per Inwit -2,72% e Campari -2,72%.  Su quest’ultima pesa il ribasso del concorrente danese Royal Unibrew che ha tagliato le stime per l’anno in corso, a causa dell’inflazione che sta mettendo pressione sui comportamenti dei consumatori.

Male i titoli legati alla salute come Recordati -2,36%, Diasorin -1,68%, Amplifon -2,02%.

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