Le manovre della diplomazia s’incrociano sempre di più con quelle dei mercati finanziari alla ricerca di una chiave di lettura per una congiuntura assolutamente inedita. Ma, al di là dell’emergenza bellica, delle fosche previsioni sull’energia e della pandemia che torna a mordere, specie in Cina, il motore va. Gli indici Pmi sull’economia europea dimostrano che, per ora, l’allarme recessione è prematuro: le richieste di cassa integrazione in Usa scivolano ai minimi dal 1969. Sul piano tecnico, poi, continuano le pulizie di primavera dei gestori in vista della chiusura del primo trimestre. In questo quadro, stenta ad affermarsi una tendenza ben definita.
Le borse della Cina scendono, penalizzate dall’andamento della pandemia, che a Shanghai ha toccato nuovi record. Gli altri mercati dell’Asia Pacifico sono contrastati.
L’Hang Seng di Hong Kong perde quasi il 2%, l’Hang Seng Tech il 3%. L’indice generale chiude la settimana con un guadagno dello 0,5%, l’indice settoriale dove si trovano i nomi più noti dell’high tech cinese perde invece lo 0,8%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1,6% (-1,6% il bilancio settimanale).
Washington esenta dai dazi 352 prodotti cinesi
Le grandi manovre politiche favoriscono i primi, timidi segnali di disgelo tra Washington e Pechino. Gli Usa, che premono su Xi perché non sostenga Putin, hanno rinnovato l’esenzione dai dazi per 352 prodotti importati dalla Cina. La decisione è stata annunciata ieri sera dalla rappresentante per il Commercio degli Usa, Katherine Tai.
Sulla parità il Nikkei di Tokyo, che sta per chiudere un’altra settimana di forti guadagni: +4,9% questa, +6,6% quella precedente. Intorno alla parità anche il Kospi di Seul (+1% la settimana). S&P ASX200 di Sidney +0,3% (+1,5%). BSE Sensex -0,3% (+1%).
Lo yen ai minimi sul dollaro dal 2015
Rallenta stamane l’ascesa del dollaro, sostenuto in questi giorni dalla prospettiva dell’accelerazione della stretta della Fed. La valuta Usa ha toccato quota 122,40 contro lo yen, ai minimi dal 2015.
Nel corso di un’audizione al parlamento, il governatore della Banca centrale, Haruhiko Kuroda, ha detto che la debolezza della valuta è augurabile perché aiuta l’economia. Société Générale si aspetta che la discesa dello yen continui nei prossimi mesi. L’euro stamane si apprezza sul dollaro a 1,103.
Future Usa poco mossi, petrolio in calo
I future di Wall Street sono poco mossi dopo una seduta di forte ripresa che ha coinciso con una frenata del petrolio e l’apprezzamento dei titoli tecnologici. Il Nasdaq ha chiuso in rialzo dell’1,9%, l’S&P500 dell’1,4%, Dow Jones +1%. Prosegue la marcia dei rendimenti dei T bond: il decennale tratta a 2,360 da 2,320%.
Petrolio in lieve calo: Wti a 112 dollari il barile (ieri -2,2% in chiusura). Brent a 118 dollari. Oro a 1.960 dollari, invariato.
Bitcoin sui massimi delle ultime tre settimane a 44.000 dollari. Secondo Lawrence Fink, le sanzioni contro la Russia sono destinate a favorire l’espansione dell’uso delle criptovalute nelle transazioni internazionali. Non è stata l’unica previsione di Fink: “La guerra ha posto fine alla globalizzazione che abbiamo vissuto negli ultimi tre decenni”, ha detto il gestore più potente del pianeta.
S&P: l’eurozona frenerà dell’1,2% nel 2022
Standard & Poor’s ieri sera ha tagliato al 3,4% la crescita globale per quest’anno, 70 punti base delle stime precedenti. “L’Europa – spiega l’agenzia – sarà la più colpita dagli effetti economici del conflitto militare e ci aspettiamo che l’Eurozona fletta dell’1,2% dalla nostra precedente previsione, espandendosi al 3,2% quest’anno, a causa della sua esposizione alla Russia e dell’aumento dei costi delle importazioni energetiche”.
L’Europa frena, dunque, ma non troppo a giudicare dagli indici Pmi, migliori del previsto. “Non ci sarà recessione per parecchio tempo”, assicura Mario Centeno, membro della Bce, nonostante l’inflazione che resterà oltre il target del 2%. “E per parecchio tempo”, anche nel 2023, anche se i prezzi del greggio smettessero di salire, ha detto il numero due del consiglio di Vigilanza membro del Comitato esecutivo di Francoforte, Frank Elderson. Non cambia però l’obiettivo della stabilità dei prezzi “resta incrollabile” ha aggiunto.
Corrono i rendimenti di Bund e Btp ai massimi dal 2018
Le parole dei banchieri europei hanno favorito la corsa all’aumento dei rendimenti dei titoli governativi in linea con i T bond Usa.
Il Bund a dieci anni vola al record da fine 2018, portandosi a 0,532%. Record dal 2015 per i tassi dello Schatz a due anni (-0,193%) e del Bobl a cinque anni (0,258%).
Anche il decennale italiano giugno 2032 paga il 2,05%, il rendimento più elevato da fine 2018, il due anni il massimo dal 2015.
Lo spread chiude a 152 punti.
Piazza Affari la Borsa migliore. Mosca riapre a metà
Piazza Affari è la migliore e sale dello 0,42% a 24.470 punti grazie soprattutto allo sprint di Tim. Sono miste le altre Piazze: Londra +0,1%; perdono Parigi -0,39%, Madrid -0,24% e Amsterdam -0,13%; è neutra Francoforte.
Mosca alla riapertura dopo la lunga chiusura, mette a segno un allungo del 4,37% drogato dall’obbligo del contante, dal lungo elenco dei titoli sospesi (17 su 50) e dall’assenza degli operatori esteri sui titoli di casa. riprenderanno gli scambi di azioni non incluse nell’indice di riferimento IMOEX e di corporate bond ed Eurobond. Lo ha comunicato la banca centrale russa.
Soci Usa per il Chelsea: 3 miliardi di sterline per Abramovich
Si profila la prima clamorosa cessione degli oligarchi. Secondo il Financial Times un gruppo di investitori Usa, capitanati da Todd Boelhy, proprietario dei Los Angeles Dodgers (baseball) e da un private equity che controlla i Philadelphia 76’ers.è il favorito per l’acquisto del controllo del Chelsea di Roman Abramovitch: l’operazione dovrebbe chiudersi su una valutazione di 3 miliardi cash. Il consorzio Usa ha avuto la media sull’offerta dell’arabo Saudi Media. Determinante il sostegno politico assicurato da Daniel Finkelkraut, notista politico de Times.
Si profila un finale di settimana denso di appuntamenti per Piazza Affari.
Fuochi d’artificio su Tim, ancora a prezzi di saldo
Riflettori ancora puntati su Tim: +8,4% a 0,326 euro, assai meno del prezzo (0,50 euro) che pochi mesi fa Kkr sembrava pronta ad offrire. Il fondo Usa ha ribadito il proprio interesse per il 100% della società italiana ma ha chiesto di condurre la due diligence in azienda. Si fanno sotto intanto altri concorrenti interessati ad una parte dell’ex incumbent. Alla base dell’interesse, però, è probabilmente la quotazione a sconto: -25% da gennaio.
Generali, oggi si presentano gli sfidanti
Si alza il sipario oggi sulla lista per il nuovo consiglio delle Generali schierata da Francesco Gaetano Caltagirone. A presentare piani e strategia saranno Claudio Costamagna, il presidente sfidante, e Luciano Cirinà che concorre contro Philippe Donnet. il titolo +1% ha allungato la striscia positiva di nove sedute. Dal 7 marzo sono stati scambiati 124 milioni di pezzi, il 7% circa del capitale.
Saipem, in arrivo 2 miliardi da Eni e Cdp.
Sarà di due miliardi l’aumento di capitale da effettuarsi tra settembre ed ottobre. È quanto concordato dai due maggiori azionisti, Eni e Cdp, in vista della presentazione al mercato del piano industriale. L’aumento andrà a rimborsare il prestito ponte da 1,5 miliardi di euro che permetterà alla società di ripagare le obbligazioni per 500 milioni di euro in scadenza ad aprile.
Exor torna all’utile: 328 milioni in più da Partner Re
Test in Borsa per i conti di Exor che incassa 328 milioni in più di quanto annunciato per la cessione di Partner Re. La holding ha chiuso il 2021 con un utile superiore a 1,7 miliardi di euro, recuperando di slancio la perdita di 20 milioni registrata nel 2020. Al 31 dicembre dell’anno scorso il net asset value si attestava a 31,1 miliardi, in aumento del 29,7% rispetto al 2020.