Dopo l’asse tra Lega e M5S si profilano all’orizzonte i primi segnali di tensione politica per il mercato finanziario italiano. Piazza Affari è in ribasso dello 0,22% poco sopra quota 22.200, in contrasto con l’andamento positivo degli altri mercati europei in parziale ripresa dai cali di venerdì.
In tensione anche il mercato obbligazionario: il tasso del decennale risale all’1,90% dai minimi da tre mesi segnati venerdì. Il Tesoro ha collocato 2,93 miliardi di Ctz a 24 mesi con un rendimento in calo a -0,255%.
La Borsa migliore è Francoforte (+0,6%). Il rendimento del governativo tedesco decennale si muove intorno al livello più basso da metà gennaio a 0,53%. Venerdì ha messo a segno la quarta settimana consecutiva in guadagno, con il rendimento che è sceso dal picco di febbraio a 0,812%.
Londra +0,3%. Vivace la Sterlina che guadagna lo 0,2% nei confronti dell’Euro.
Parigi +0,4%. Per la prima volta da dieci anni in Francia il rapporto deficit/Pil torna sotto la soglia del 3%. Nel 2017 è stato del 2,6%, un dato addirittura inferiore a quanto previsto inizialmente. I conti pubblici rientrano pertanto nei parametri europei.
Madrid +0,1%. Il rendimento del bond decennale della Spagna scende sui minimi degli ultimi 16 mesi sull’onda della promozione di Standard&Poor’s che ha alzato venerdì il rating sovrano della Spagna: da BBB+ a A-. Si alza lo spread tra Btp e Bonos al livello più alto dal luglio 2017 di 65 punti base, a nostro sfavore, malgrado le crescenti tensioni in Catalogna. Ieri pomeriggio la polizia tedesca ha arrestato Carles Puigdemont, su richiesta delle autorità spagnole: l’ex presidente della Catalogna, fermato mentre tornava in macchina dalla Finlandia attraverso la Danimarca, sarà sentito dai magistrati tedeschi.
Da segnalare a Zurigo Roche (+1,2%) dopo l’annuncio dei risultati positivi di un nuovo farmaco. Della notizia beneficia tutto il comparto farmaceutico (+0,8%).
Stabile il petrolio. Il Brent consolida a 70,4 dollari il barile, dopo il +6,4% della scorsa settimana, la variazione settimana positiva più ampia da inizio anno. A Piazza Affari Eni +0,5%, Saipem +0,2% e Tenaris +1%.
Deboli i bancari (indice di settore -1%). In forte ribasso Ubi -2,5%. L’istituto ha seccamente smentito un articolo di ieri del Messaggero per cui secondo cui “fonti autorevoli riferiscono di una proposta di operazione straordinaria discussa in Consiglio di Gestione con al centro un possibile interesse per Mps (+1%)”. Lo stesso articolo inserisce Ubi fra le papabili per una fusione con Popolare di Sondrio insieme a Banco Bpm (-0,5%), Creval e Bper.
Avanza Ferrari (+0,6%) dopo l’affermazione al GP d’Australia. Fiat Chrysler +0,8%: in aprile, un consiglio di amministrazione discuterà dello scorporo di Magneti Marelli. La società della componentistica dovrebbe ricevere un 1 miliardi di euro di debiti. L’obiettivo è una valorizzazione di 5,5 miliardi di euro. Arretra Exor (-1,24%) che terrà nel pomeriggio il Cda sui conti.
Poco mossa Atlantia (-0,1%). In linea agli accordi raggiunti con Acs-Hotchief, la società ha deciso di esercitare l’opzione di acquisto parziale, o totale, sulla partecipazione detenuta da Abertis in Cellnex, ad un prezzo compreso tra 21,20 e 21,50 euro per azione. Anche a seguito di questo cambio di proprietà, si parla sui giornali di una super consolidamento tra i grandi operatori italiani del settore torri, operazioni che dovrebbero riguardare EI Towers, Rai Way ed anche Inwit.
Grandi manovre su Tim (+0,6%). La Consob sta verificando i requisiti di indipendenza dei consiglieri di TIM dimissionari: la decisione di lasciare l’incarico sembrerebbe esser stata ispirata da Vivendi. Ne consegue che il primo socio esercita un controllo esplicito su una parte importante del consiglio di amministrazione. Il collegio sindacale starebbe lavorando ad un’ipotesi in grado di scongiurare la decadenza del consiglio di amministrazione: l’assemblea del 24 aprile potrebbe votare a favore dell’ingresso nel consiglio di amministrazione dei 6 consiglieri proposti dal fondo Elliott.
IGD +9%: oggi parte l’aumento di capitale. Bene anche D’Amico (+3%), Digital Bros (+5%) e Avio (+2,5%). Amplifon (+2%) ha diffuso le previsioni al 2020. I ricavi sono stimati in crescita dell’8% (tasso composto annuo).