Capitombolo in Borsa per Stm, che intorno a mezzogiorno registra la peggiore peformance a Piazza Affari, perdendo quasi il 7%. Il crollo arriva dopo la pubblicazione dei conti del trimestre, che hanno visto salire i ricavi del 3,9% a 2,01 miliardi di dollari, escludendo le attività ‘wireless’, deconsolidate con la scissione della joint-venture St-Ericsson. A spingere le vendite è la perdita netta di 142 milioni di dollari, a seguito di svalutazioni per 120 milioni. Secondo il presidente e ad del gruppo, Carlo Bozotti c’è stata una “performance superiore al mercato”, che però è stata “più tiepida del previsto”.
Per Bozotti si tratta di una “performance finanziaria ambivalente”, in quanto escludendo i prodotti frutto della precedente joint-venture con Ericsson, si è assistito ad un “miglioramento generale dei ricavi del 3,9% anno su anno”, un dato che, a suo avviso è “superiore alla performance dei ricavi del mercato”.
Tuttavia l’ad del gruppo ha precisato che la crescita registrata è stata “più tiepida del previsto a causa di una variazione della modulazione degli ordini intervenuta nel corso del trimestre, dovuta alla debolezza degli smartphone di fascia alta in Asia e nel ‘mass market’ asiatico, incluso, in alcuni Paesi, il segmento dei set-top box via cavo”.
Bozotti ha poi sottolineato che a livello operativo il terzo trimestre, esclusi gli oneri di svalutazione e ristrutturazione, ha segnato il ritorno all’utile, con un risultato di 54 milioni di dollari (39,21 milioni di euro), in crescita di 118 milioni rispetto al trimestre precedente, grazie alla vendita delle attività di Gnss (Global Navigation Satellite System) di St-Ericsson e alla riduzione delle spese operative.