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Borsa contrastata: bene Telecom e Moncler, banche ko

Vira in negativo Piazza Affari. Dopo una serie di sedute in rialzo e un’apertura positiva ancora stamattina, l’indice Ftse Mib a fine mattinata perde circa l’1% riavvicinando quota 18.000 punti base, ed è l’unica Borsa europea in negativo intorno alle 11,15, quando invece Francoforte, Parigi e Londra registrano incrementi tra il +0,3 e il +0,4%. I rialzi a Milano sono pochi e sono guidati dal titolo di Telecom Italia, che arriva per un momento a guadagnare oltre il 3% ed è stabilmente sopra la soglia dell’euro per azione dopo la notizia del via libera per la cessione di Telecom Argentina e i rumors su un possibile avvicendamento ai vertici dopo il rafforzamento dei francesi di Vivendi nel capitale della società al momento guidata da Marco Patuano.

Bene anche Moncler (+1,6% a 14,57 euro), che ieri ha presentato dei conti da record: utile +29% e indebitamento finanziario dimezzato dal 2014 al 2015. Reagisce anche Luxottica e sono in territorio positivo pure gli energetici Tenaris e Saipem sulla scia del recente rialzo del prezzo del petrolio: il Brent vale 36,93 dollari al barile, il Wti 34,5. Perde però Eni -0,95%.

Giornata nera invece per le banche, che guidano i ribassi del paniere principale di Piazza Affari: le peggiori sono Ubi Banca, Banco Popolare, Bpm, Unicredit e anche Mps dopo il rally di ieri. Perdono tutte tra il 3 e il 5%. Cambio euro dollaro più o meno stabile a 1.095915. Spread Btp-Bund in leggerissima risalita a 125 punti base.

Risiko dell’editoria: continua a perdere Rcs (-2% a 0,55 euro) sulla prospettiva ormai imminente dell’abbandono della famiglia Agnelli della quota di capitale detenuta tramite Fca, che andrà invece a unire le forze con il gruppo rivale L’Espresso, che dopo i guadagni degli ultimi giorni rallenta oggi scendendo sotto l’euro per azione.

Sul fronte macroeconomico, l’Istat ha confermato il rallentamento del Pil nel quarto trimestre 2015: il valore corretto è aumentato dello 0,1% sul trimestre precedente e dell’1% su anno. “Nel corso dell’anno la crescita congiunturale ha mostrato un progressivo indebolimento”, dice l’istituto di statistica confermando la stima diffusa il 12 febbraio scorso. Nel 2015 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,6% (il 2015 ha avuto tre giorni lavorativi in più rispetto al 2014).

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Categories: Finanza e Mercati