Con uno scattino finale Piazza Affari chiude la seduta odierna in rialzo dello 0,29% (a 24.278 punti base), grazie agli acquisti su titoli industriali come Interpump (+2,96%), Buzzi (+2,38%), Prysmian (+2,22%), benché le quattro ruote siano rimaste a terra con Stellantis (-2,54%).
Il quadro degli altri listini europei è poco più roseo di quello milanese e sigilla una settimana interlocutoria, che ha camminato cauta guardando agli importanti meeting di Fed e Bce della prossima ottava. In vista delle decisioni delle banche centrali oggi l’umore degli investitori ha dovuto fare i conti con il dato sui prezzi alla produzione Usa nel mese di novembre: +0,3% su ottobre e +7,4% anno su anno, contro +8% del mese scorso. Si tratta di un evidente rallentamento, ma inferiore alle previsioni degli analisti che si fermavano a +0,2% (mese) e +7,2% (anno). La prova che l’inflazione continua a correre forte ha influito sull’apertura stonata di Wall Street. Al momento però i listini a stelle e strisce sono in recupero e si stanno muovendo poco lontano dalla parità. Sullo S&P 500 (+0,27%) sono in evidenza Paramount, Tesla e Netflix, mentre è poco mossa Microsoft, nonostante l’autorità per la concorrenza statunitense cerchi di bloccare il suo acquisto della società di videogiochi Activision Blizzard (-0,49%).
In Europa balzo di Credit Suisse
In Europa chiudono in rialzo frazionale Parigi +0,46%, Francoforte +0,73%, Amsterdam +0,6%, Madrid +0,77%. È poco mossa Londra, +0,07%. Zurigo si apprezza dello 0,6% e Credit Suisse segna un balzo del 6,36% dopo aver annunciato ieri il successo della sua ricapitalizzazione per quattro miliardi di franchi svizzeri, mirata a finanziare il riassetto del gruppo.
I listini asiatici, nella mattina europea, hanno chiuso la sesta settimana consecutiva in rialzo, realizzando la serie più lunga da due anni, spinti dal cambio di politica cinese sul Covid e dal rallentamento dell’inflazione a novembre nel Celeste impero.
Petrolio oggi in progresso, ma settimana in calo
Tra le materie prime si apprezza il petrolio: Brent +1,37%, 77,19 dollari al barile; Wti +1,69%, 72,67 dollari al barile.
Per entrambi i contratti però la settimana sta per chiudersi in profondo rosso (-10% circa) e rischia di essere una delle peggiori da molti mesi.
A influire negativamente sui corsi sono soprattutto i timori sulla crescita economica. Da un lato l’aumento dei contagi da coronavirus potrebbe deprimere la Cina, dall’altro si teme una recessione, seppur breve, negli Usa nel 2023.
Più allarmante ancora è la situazione europea, stretta tra pandemia, guerra e problemi energetici, mettendo in conto anche la corsa dei prezzi del gas.
Secondo S&P in uno scenario avverso, con l’inflazione alta a lungo e banche centrali costrette a una risposta forte e dura, mentre la guerra in Ucraina si inasprisce, l’economia dell’Eurozona potrebbe accusare una flessione dello 0,9% nel 2023, per poi risalire al ritmo dello 0,8% nel 2024 e dell’1,4% nel 2025.
In uno scenario base invece la crescita sarebbe piatta nel 2023, pari a +1,4% nel 2024 e a +1,5% nel 2025. Nello scenario avverso le cose andrebbero anche peggio per Italia e Germania.
Intanto, sul fronte valutario, l’euro galleggia dopo il recente recupero contro il dollaro e il cambio si muove intorno a 1,054.
Piazza Affari, bene l’industria ma Leonardo frena
In Piazza Affari tra i titoli più effervescenti di oggi c’è Prysmian, in denaro da qualche seduta mentre è arrivato l’ok ai lavori d’interconnessione elettrica sottomarina fra Italia e Tunisia da parte di Terna (+0,85%). Secondo Equita “La notizia migliora la visibilità sulla pipeline di acquisizioni di nuovi ordini, già molto buona”.
Risale posizioni Telecom, +1,35%, dopo le perdite recenti. Si confermano ben comprate Amplifon +1,84% e Moncler +1,84%.
Passando alle blue chip negative, Leonardo registra uno dei peggiori ribassi del giorno, -1,65%. Il titolo era partito con grande sprint dopo l’annuncio della partnership nel programma Gcap, Global Combat Air Programme, volto alla realizzazione di sistemi di nuova generazione per operazioni multi-dominio, che sarà operativo dal 2035. Gli acquisti però si sono diradati progressivamente e infine hanno prevalso le vendite.
Ancora lettera su Nexi -1%.
Le banche sono poco mosse. L’andamento più altalenante è stato quello di Unicredit, +0,34%, penalizzato nel corso della giornata da indiscrezioni Bloomberg su un possibile incremento del requisito minimo patrimoniale Srep richiesto dalla Bce. La banca ha successivamente chiarito che il requisito patrimoniale Pillar 2 “potrebbe aumentare in misura minima rispetto all’attuale livello di 175 punti base”, ma questo non impatterà sulle politiche distributive di Unicredit per il 2022 e per il futuro.
Oggi, infine, è il giorno dell’addio definitivo di Atlantia a Piazza Affari
Spread e tassi in leggero rialzo
Chiude poco mosso l’obbligazionario, con i titoli della zona euro che vedono tassi in leggero rialzo. Lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata è a 188 punti base (+0,61%) e i tassi crescono rispettivamente a +3,8% e +1,92%.
Scendono però in asta i tassi dei titoli annuali. Il Tesoro ha assegnato infatti 6 miliardi di Bot a un anno, scadenza 14 dicembre 2023. La richiesta è stata di oltre 8,54 miliardi di euro con un rapporto di copertura di 1,42. Il rendimento è sceso di 2 punti base al 2,669%.