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Borsa chiusura 8 ottobre: nuovo balzo di Nvidia che spinge su il Nasdaq ma Milano e l’Europa in rosso

Imagoeconomica

Il crollo del petrolio (-5%) pesa oggi sui listini europei, che chiudono in calo dopo aver sofferto in mattinata l’avanzata della guerra commerciale con la Cina. Tenta il rimbalzo invece Wall Street, positiva a fine mattinata.

Piazza Affari perde lo 0,24%, con i titoli oil in fondo al listino, mentre Campari cede l’1,66% dopo che Pechino ha annunciato nuove misure provvisorie antidumping sull’import di brandy europeo come prima risposta al via libera ai dazi di Bruxelles alle importazioni di auto elettriche del dragone. Questa scelta si somma alla delusione per il mancato annuncio di nuovi stimoli. Un silenzio che è costato ad Hong Kong la peggior seduta in 16 anni (-9,41%).

Le grandi major petrolifere pesano sulla piazza di Londra -1,37% e il lusso fa arrossire la borsa di Parigi -0,72%. Francoforte circoscrive le perdite allo 0,11% in una giornata incoraggiante per i dati macro della principale economia Ue. In agosto la produzione industriale tedesca è salita del 2,9% dopo il calo di luglio e contro una stima a +0,8%.

Wall Street tonica con i tech; il Nobel per la fisica va ai pionieri dell’IA

Wall Street si muove in rialzo a fine mattinata, con il Nasdaq in progresso dell’1,2% mentre risale la fiducia nell’IA, con il nobel che premia i padri di questa nuova tecnologia. Il settore tech è tonico, nonostante il tasso del decennale statunitense si mantenga oltre il 4%, nella prospettiva che la Fed sarà più cauta nel taglio dei tassi (oggi si propende per lo 0,25 a novembre).

Sale Nvidia, +3,74%, nel giorno in cui l’Accademia di Stoccolma ha deciso di conferire il premio Nobel per la fisica a due pionieri dell’intelligenza artificiale, John Hopfield e Geoffrey E. Hinton che hanno aperto la strada alla realizzazione delle reti neurali e gettato le basi per l’apprendimento delle macchine e l’IA. Il britannico Hinton qualche anno fa si pentì dei suoi passi in questa direzione, si dimise da Google e lanciò un monito sui “troppi pericoli” della nuova tecnologia.

Crolla il petrolio, -5%

Il petrolio ha recuperato un po’ di terreno perduto in questo periodo, spinto dal rischio escalation in Medio Oriente e dalla possibilità che Israele colpisse siti iraniani. Oggi però i timori sulla domanda, dovuti al silenzio cinese su nuovi stimoli all’economia, si sommano a quelli sul lato dell’offerta, visto che sta prendendo corpo l’ipotesi di un cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah e salgono le probabilità che l’uragano Milton non colpisca nessuna delle principali aree di produzione nel Golfo del Messico.

I future di Brent e Wti sono in ribasso del 5% circa. Il petrolio del mare del Nord si allontana dalla soglia degli 80 dollari, appena riconquistata e tratta sotto 77 dollari al barile.

La debolezza lambisce l’oro, che perde circa l’1,1% nella versione spot, per un prezzo di 2611,5 dollari l’oncia.

Sul mercato dei cambi il dollaro resta in attesa di ulteriori novità in ambito macro, visto che in settimana saranno pubblicate le minute dell’ultima riunione della Fed (quando il costo del denaro è stato tagliato di 50 punti base) e uscirà il dato sull’inflazione Usa.

L’ultimo rapporto sul lavoro statunitense, con un numero di posti creati ben oltre le attese, ha raffreddato le attese di una banca centrale in campo per sostenere l’economia. Anzi, si presume che l’economia si confermi solida e che l’inflazione possa ripartire, complicando il lavoro di Jerome Powell.

L’euro-dollaro è piatto in area 1,097 e il biglietto verde appare poco mosso anche contro yen e sterlina.

Piazza Affari, tiene con Mps e Italgas

Piazza Affari tiene oggi con gli acquisti su Mps +2,4%, in vista della ulteriore privatizzazione del Tesoro. Gli investitori ronzano anche intorno a Bper +1,03% e Unipol +0,56%, possibili candidati a giocare un ruolo in questa partita, nonostante le numerose smentite.

Nel settore bancario sono leggermente negative le big, Intesa -0,45% e Unicredit -0,42%.

Tra le blue chip migliori svetta Italgas, +3,31%, che ha presentato ieri il nuovo piano strategico al 2030, con investimenti previsti per 15,6 miliardi.

Il settore sanitario resta in evidenza con Diasorin +1,81% e Amplifon +1,79%, mentre i realizzi pesano su Recordati -1,7%, ben comprata nei giorni scorsi dopo l’annuncio dell’acquisto dei diritti su un farmaco per una malattia rara.

Il settore auto è contrastato: Ferrari sale +1,68%, mentre arretra Stellantis -1,85%.

Il lusso si oscura con Moncler -1,38%, mentre i titoli petroliferi sono i peggiori, Saipem -2,48%, Eni -2,14%, Tenaris -2,04%.

Spread in calo

Lo spread scende leggermente e in prossimità della chiusura è indicato a 130 punti base (-1,06%), con tassi poco mossi. Il Btp decennale è al 3,55%; il Bund di pari durata al 2,25%.

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