L’effetto Trump sui listini europei si unisce oggi al calo in ottobre della fiducia delle imprese tedesche dell’auto e alla deludente trimestrale della svizzera Richemont (-6,14%). Quest’ultima ha mandato in tilt il settore del lusso a livello continentale, inoltre entrambi i comparti sono molto esposti al mercato cinese e il nuovo piano di stimoli di Pechino (1.400 miliardi di dollari per rifinanziare il debito degli enti locali) non è bastato a riportare l’ottimismo e a compensare le preoccupazioni per una nuova stagione di dazi dalla Casa Bianca verso Cina ed Europa.
Il risultato finale è un’altra seduta debole nel Vecchio Continente: Parigi -1,17%, Zurigo -1,22%, Londra -0,88%, Francoforte -0,79%, Amsterdam -0,5%, Madrid -0,13%.
Piazza Affari se la cava con una perdita dello 0,48%, nell’ennesima giornata densa di trimestrali, che hanno impattato in misura opposta su Unipol (-6,12%) ed Mps (+3,11%).
Wall Street verso la migliore settimana dell’anno
Oltreoceano la situazione è completamente diversa: Wall Street si muove cauta, ma intonata dopo i nuovi record toccati alla vigilia. La borsa a stelle e strisce ha preso il volo mercoledì dopo le elezioni presidenziali e ha ben assorbito ieri l’atteso taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Fed e le parole del governatore Jerome Powell. Il presidente della banca centrale ha detto che gli Usa “si avvicinano a tassi neutrali” e che, per questo, “potrebbe essere appropriato procedere più lentamente con i tagli”. Il risultato delle elezioni “non avrà effetti” sulla politica della Fed nel breve termine” e Powell non si dimetterà, nemmeno se glielo chiede Trump.
Tassi più bassi, politiche fiscali favorevoli, deregulation e un contesto economico solido alimentano il Toro, che anche oggi ha pascolato sul miglioramento della fiducia dei consumatori statunitensi. La stima preliminare di novembre, redatta dall’Università del Michigan, è risultata infatti oltre le attese.
In questo contesto Wall Street si avvia a chiudere la miglior settimana dell’anno.
Dollaro in rimonta
La prudenza di Powell e la stabilità politica rafforzano il dollaro, che oggi ha ripreso a salire contro le principali valute. L’euro cede circa lo 0,5%, per un cross contro il biglietto verde in area 1,075.
Si tingono nuovamente di rosso invece le materie prime e in particolare il petrolio, che vede prezzi in netto calo, dopo che si sono attenuate le preoccupazioni sull’impatto dell’uragano Rafael sulle infrastrutture petrolifere nel golfo del Messico.
Il future Brent gennaio 2025 cede il 2,6% e tratta a 73,67 dollari al barile; il contratto dicembre del Wti perde il 2,92% per un prezzo di 70,25 dollari al barile.
Nell’obbligazionario si muovono in rialzo per il secondo giorno consecutivo i prezzi dei T-Bond, che vedono tassi in calo. Il decennale al momento è al 4,279%.
Piazza Affari, volo turbolento con le trimestrali
Il volo di Piazza Affari è incappato anche nelle turbolenze di alcune trimestrali, che hanno depresso o sostenuto alcuni titoli.
Mps è stata l’azione più volatile, che ha cambiato segno più volte nonostante i conti sopra le attese. Il titolo ha beneficiato anche dal miglioramento del prezzo obiettivo a 7 euro (da 6,7) da parte di Barclays, che ha confermato la raccomandazione a “Overweight”. Gli analisti scrivono che i risultati sono stati più forti delle attese e forniscono una base più elevata per le proiezioni del quarto trimestre e dell’anno prossimo.
Nel settore bancario però l’istituto senese ha ballato praticamente da solo. L’andamento del trimestre ha sfavorito Bper -4,38% e sono in rosso anche Popolare di Sondrio -2,3% e Banco Bpm -2,36%.
La maglia nera del giorno va a Unipol, che stamattina ha annunciato utili in calo a causa delle uscite del personale.
Sono forti i ribassi anche per Azimut -5,36% e Iveco -3,94%, recentemente premiate per conti oltre le stime.
Va giù Stellantis -3,7%, in linea con il resto d’Europa e le notizie scoraggianti che ultimamente arrivano dalla Germania.
Nella galassia Agnelli crolla Cnh a New York (-9,42%) che ha comunicato utili inferiori alle attese nel trimestre e ha tagliato le previsioni sugli utili per il 2024 a causa della debolezza della domanda e della riduzione delle scorte dei concessionari.
A Milano il lusso soffre soprattutto con Moncler, -3,69%, non particolarmente brillante negli ultimi tempi. Male anche Cucinelli -1,67%.
La trimestrale manda in negativo anche Recordati -1,06%.
Tra i maggiori rialzi del giorno c’è Pirelli, +2,78%, che ha convinto con i suoi numeri. Bene Saipem +2,15%, Inwit +1,93%.
Rimbalzano A2a +1,82%, Erg +1,97%, Prysmian +2,2%. Si conferma in denaro Leonardo +1,48%.
Spread stabile e tassi in calo
Chiude una seduta positiva anche l’obbligazionario europeo. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata è poco mosso a 129 punti base, ma i rendimenti arretrano. Il titolo italiano in prossimità della chiusura è indicato al 3,66%.