Le borse europee brindano oggi a una serie di importanti trimestrali, soprattutto bancarie (Ubs +8,23%; Unicredit +3,59%) che danno la misura dei guadagni messi a segno dagli istituti di credito in questi mesi grazie al rialzo dei tassi e nonostante le previsioni di allentamento monetario, che non pare oscurino le stime per il resto dell’anno. La chiusura è così nettamente positiva in Europa, mentre l’avvio è più timido a Wall Street, che si conferma in ogni caso intonata (DJ +0,16%).
Sul mercato valutario l’euro-dollaro si muove poco lontano dai livelli di ieri, intorno a 1,077.
S’indeboliscono le materie prime: il Brent, luglio 2024, perde lo 0,5% circa, per un prezzo di 82,94 dollari al barile.
Londra ai massimi storici
Tra i guadagni di Campari (+6,82%) e di Unicredit e le perdite di Ferrari (-4,73%), la performance di Milano si è un po’ appannata nel corso della seduta, per chiudere infine in rialzo dello 0,75% a 34.242 punti base.
Nel resto d’Europa Londra è tornata sulla scena oggi, dopo la festa di ieri, con una bella spinta, per una chiusura in crescita dell’1,2%, a nuovi massimi storici.
Archivia una seduta ampiamente positiva Zurigo, +1,62%, dove Ubs svetta dopo aver stupito il mercato con l’utile trimestrale, il primo dopo l’acquisizione di Credit Suisse.
Nella zona euro sono in luce Francoforte +1,43%, Parigi +0,99%, Madrid +1,52%, Amsterdam +1%. L’effetto trimestrale manda in orbita le azioni delle tedesche Infineon (+12,63%) e Zalando (+8,47%), oscurando il calo degli ordini alla manifattura in Germania. La regina del lusso svizzera, Richemont (che vanta marchi come Cartier e Buccellati), sale dello 0,57% dopo l’accordo per rilevare dalla famiglia Traglio l’intero capitale della casa di gioielleria italiana Vhernier, fondata nel 1984 nel distretto orafo di Valenza, nell’alessandrino.
In Piazza Affari svetta Campari; soffre Iren
Regina delle blue chip di Piazza Affari oggi, è Campari, che ha chiuso il primo trimestre con un utile lordo di 145 milioni in aumento dell’8,6% sullo stesso periodo del 2023.
È in profondo rosso invece Ferrari, nonostante un incremento di utili e ricavi a doppia cifra percentuale nel periodo gennaio-marzo. L’utile netto adjusted è cresciuto nel periodo del 19% a 352 milioni, pari a 1,95 euro diluito per azione, dice in una nota la società che ha confermato la guidance 2024.
Fuori dal paniere principale soffre Iren, -2,65%, dopo il terremoto giudiziario ligure e l’arresto, tra gli altri, dell’ad Paolo Emilio Signorini, per ragioni legate al periodo della sua presidenza dell’autorità portuale di Genova. Iren ha tenuto oggi un cda straordinario per garantire la continuità aziendale, revocando temporaneamente le deleghe a Signorini, che ha assegnato al presidente Luca Dal Fabbro e al vicepresidente Moris Ferretti.
Tra le aziende che oggi hanno reso noto l’andamento fino a marzo ci sono state inoltre Banco Bpm (+1,96%), Banca Mps (+1,02%), Pop di Sondrio (+1,69%) Fineco (Fineco -0,75%) Leonardo (-4,45%).
Si confermano in denaro Stm +2,93% e Amplifon +2,64%, quest’ultima dopo il balzo di ieri su conti oltre le attese.
Nel girone delle vendite finiscono Saipem -0,87%, Italgas -0,76% e Telecom -0,75%. Resta debole Stellantis -0,15%.
Spread in lieve rialzo
La chiusura si tinge leggermente di rosso sul mercato secondario dei titoli di Stato: lo spread tra Btp 10 anni e Bund 10 anni indicato a 133 punti base. Il tasso del titolo italiano è al 3,73%.
Prosegue intanto, a un ritmo analogo a quello di ieri, il collocamento del nuovo Btp valore, con scadenza maggio 2030: a mezz’ora dalla chiusura della seconda giornata di collocamento sono arrivate richieste per 2,8 miliardi di euro sulla base di quasi 87 mila contratti. La richiesta complessiva per la terza tranche del titolo, comprensiva anche della domanda relativa al primo giorno di offerta, ha toccato i 6,5 miliardi di euro.