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Borsa chiusura 6 giugno: listini azionari tutti in rialzo in Europa dopo le mosse della Bce. Milano leader

Imagoeconomica

Piazza Affari si è decisamente rafforzata dopo il taglio dei tassi d’interesse dello 0,25% da parte della Bce. A festeggiare sono state soprattutto le banche, guardando non tanto all’attesa sforbiciata quanto al rialzo delle stime dell’inflazione che potrebbero rallentare l’allentamento monetario futuro. Per la stessa ragione sono saliti i rendimenti dei titoli di Stato.

A fine seduta Milano chiude in rialzo dello 0,95% a 34.834 punti base ed è la migliore in Europa, con gli altri listini che non hanno cambiato passo dopo la mossa della banca centrale e le parole della presidente Christine Lagarde.

Così Francoforte sale dello 0,45%, Parigi +0,42%, Amsterdam +0,51%, Madrid +0,81%. Fuori dal blocco della moneta unica, Londra guadagna lo 0,5%.

Oltreoceano Wall Street oscilla poco lontano dalla parità, dopo il record aggiornato nella seduta della vigilia dallo S&P 500, trascinato dal rally di Nvidia che tratta al momento debole con un ribasso dell’1,7%. Ieri il colosso dei chip per l’intelligenza artificiale ha sfondato il muro di 3000 miliardi di capitalizzazione, superando per la prima volta Apple.

Lagarde, siamo ancora in fase restrittive

La presidente della Bce Christine Lagarde ha spazzato via eventuali dubbi in conferenza stampa a Francoforte, dopo la decisione di tagliare i tassi dei 25 punti base, come ampiamente previsto dal mercato.

“Stiamo solo moderando la nostra posizione restrittiva, ma siamo ancora in questa fase di politica monetaria”. Il passo visto oggi, il primo in allentamento dopo otto anni, difficilmente sarà seguito da un’altra mossa a breve il “percorso è accidentato”. Per Mark Wall, capo economista per l’Europa di Deutsche Bank, quello visto oggi è un “taglio da falco”. Per Sylvain Broyer, capo economista Emea di S&P Global Ratings, è “improbabile che la Bce effettui più di due tagli dei tassi in solitaria prima che la Fed inizi quest’anno”.

L’inflazione d’altra parte risulta più vischiosa di quanto sperato: la Bce ha alzato le stime per il 2024, portandola al 2,5% dal 2,3% indicato a marzo, e per il 2025 al 2,2% dal 2% indicato ad aprile. La previsione rimane all’1,9% per il 2026.

Sono state migliorate le stime di crescita per l’economia nel 2024, allo 0,9% da +0,6% indicato nelle ‘staff projections’ dello scorso marzo. Per il 2025 la crescita stimata è 1,4% da 1,5% indicato ad aprile, per il 2026 è confermato l’1,6%.

L’Istat, nella nota semestrale diffusa oggi, ha aggiornato e migliorato anche la stima per la crescita economica italiana 2024, allineandola a quella del governo: +1% dal +0,7% ipotizzato a dicembre.

La Bce dunque si tiene le mani libere e proseguirà il suo percorso rispettando i dati, come ha già più volte ribadito, restando inoltre in ascolto delle mosse di Washington. In questi giorni una serie di dati economici Usa più deboli del previsto hanno fatto salire le probabilità che anche la Fed cominci ad allentare un po’ i cordoni della borsa e le probabilità che questo accada a settembre sono salite intorno al 60%. A rafforzare leggermente questa ipotesi oggi hanno contribuito le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, cresciute oltre le attese e ai massimi di quattro settimane. A pesare sul piatto della bilancia però sarà soprattutto il rapporto sull’occupazione di maggio, in uscita domani. Dopo i 175.000 posti di lavoro creati ad aprile, il consensus è per la creazione di 190.000 posti di lavoro, con la disoccupazione stabile al 3,9%.

Euro si rafforza leggermente; il petrolio rialza la testa

Gli effetti dell’orientamento di politica monetaria sulle due sponde dell’Atlantico sono modesti. L’euro al momento tratta in area 1,088, dopo essere salito brevemente oltre quota 1,09.

Tra le materie prime rialza a testa il petrolio: al momento il Brent sale dell’1,5% a 79,65 dollari al barile e il Wti cresce dell’1,7% a 75,3 dollari.

Sono convinti anche i guadagni dei future del metalli, con l’argento che svetta con un rialzo del 4%.

Piazza Affari, Iveco regina del listino

Al netto di questioni monetarie la blue chip regina di oggi è Iveco Group +3,78%, sostenuta da indiscrezioni su un interesse di Leonardo (+0,04%) per Iveco Defence Vehicles.

A seguire c’è una una lunga serie di titoli finanziari: Unicredit +2,54%, Finecobank +3,12%, Bper +2,71%, Monte Paschi +2,19%, Banco Bpm +1,66%, Intesa +1,64%, Popolare di Sondrio +1,86%.

Al di fuori di questo comparto è ancora in luce Stm, +2,44% che partecipa al rally dei titoli tecnologici.

Bene Campari +2,24% e Pirelli +1,72%.

L’elenco delle blue chip negative si apre con Erg -1,84%. Segue Nexi, -1,68%, che a partire dalla revisione trimestrale degli indici, sarà inclusa nel Ftse EuroMid.

Arretrano inoltre Poste -1,27%, Amplifon -0,915, Telecom -0,83%, Snam -0,82%.

Spread si allarga, salgono i tassi. Giorgetti su Bce: speriamo sia solo il primo passo

I titoli di Stato della zona euro vedono rendimenti in rialzo nella giornata in cui la Bce ha tagliato i tassi d’interesse dello 0,25%, ma alzando le stime sull’inflazione.

Il secondario chiede in equilibrio, con uno spread in leggera crescita a 130 punti base e rendimenti in leggera crescita: il Btp decennale benchmark chiude al 3,83% e il Bund di pari durata al 2,52%.

Tornando al tema del giorno, vale a dire il taglio dei tassi da parte della Bce, tira un sospiro di sollievo il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, convinto che il lavoro di Lagarde non sia finito qui. “Finalmente la Bce ha tagliato i tassi – ha detto Giorgetti – una decisione attesa, opportuna, coerente con la situazione attuale e, guardando gli ottimi dati di riduzione dell’inflazione in Italia, ben al di sotto della media dell’area euro, anche doverosa. Era ora”. Il traguardo è ancora lontano però: “Auspichiamo che questo sia solo il primo passo in questa direzione”.

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