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BORSA CHIUSURA 6 GENNAIO: Piazza Affari sfreccia oltre quota 25.000, Saipem regina, bene le banche

Piazza Affari chiude in bellezza la prima settimana del 2023. Bene anche i listini europei dopo il dato sull’inflazione. Il lavoro Usa spinge Wall Street. Tassi vicini al picco?

BORSA CHIUSURA 6 GENNAIO: Piazza Affari sfreccia oltre quota 25.000, Saipem regina, bene le banche

Mercati esuberanti oggi, tra dati macro e speranze di fine corsa per le banche centrali: Piazza Affari chiude in progresso dell’1,4%, riconquista i 25mila punti e passa dai 23.774 punti base del 30 dicembre ai 25.168 di oggi. La prima settimana del 2023 è così la migliore da circa due mesi per il principale listino milanese e per altre piazze europee. Parigi, al termine della seduta odierna, si apprezza dell’1,47%, Francoforte +1,2%, Amsterdam +1,39%, Madrid +1,03%, Londra +0,88%.

Wall Street corre con salari cresciuti meno delle stime

A dare l’abbrivio giusto ai mercati continentali oggi è stata, nel pomeriggio Wall Street, che si è mossa in rialzo fin dalle prime battute dopo i dati sul lavoro Usa non agricolo nel mese di dicembre. I posti creati sono più delle attese (223mila, contro stime di 200mila) e la disoccupazione è al minimo da 55 anni (3,5%), ma il ritmo rallenta rispetto ai mesi precedenti e soprattutto i salari crescono meno del previsto (+0,27%, contro attese di +0,4%). Morale: la prima economia del mondo si conferma forte, ma la crescita dell’inflazione potrebbe aver raggiunto il picco. Il tutto, tradotto in chiave Fed, può indurre un cauto ottimismo sulle prossime strette della banca centrale.

Reuters scrive che le scommesse su un aumento di 25 punti base nella riunione politica di febbraio sono salite al 73% e il tasso terminale è visto scendere al di sotto del 5% entro giugno.

Inoltre l’attività dei servizi negli Stati Uniti a dicembre si è contratta per la prima volta in più di 2 anni e mezzo a causa dell’indebolimento della domanda, con ulteriori segnali di riduzione dell’inflazione.

Il clima favorisce gli acquisti sui T-Bond, che mostrano prezzi in crescita e tassi in calo, con il decennale che viene indicato a +3,58% (-3,81%).

In chiaroscuro l’inflazione della zona euro

Nella zona euro intanto rallenta l’inflazione a dicembre al 9,2%, dal 10,5% di novembre, grazie al calo dei prezzi dell’energia, ma la componente “core”, quella al netto di energia e beni alimentari, ha toccato il mese scorso un nuovo record a +5,2%, contro previsioni di +5% come a novembre. Questo suscita preoccupazioni per quanto riguarda le politiche della Bce, anche se oggi il membro del Consiglio direttivo Mario Centeno ha detto che i tassi di interesse di riferimento di Francoforte “si stanno avvicinando al picco”.

Secondo il governatore della banca centrale di Francia Francois Villeroy de Galhau ,la Bce dovrebbe completare il suo ciclo rialzista «entro l’estate», quando i tassi toccheranno il loro picco. Francoforte dovrà poi mantenere la cinghia tirata per tutto il tempo “necessario” a riportare l’inflazione verso il target del 2%. 

Infine l’economic sentiment della zona euro è migliorato a dicembre per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, in base ai dati della Commissione europea e c’è più ottimismo in tutti i settori dell’economia, associato a un forte calo delle aspettative di inflazione.

Spread e tassi in calo

Il quadro favorisce un calo dei rendimenti sul mercato secondario: il Btp decennale benchmark arretra a +4,2% (dal 4,33% di ieri) e l’omologo tedesco al 2,2% (dal 2,3%). Lo spread scende così a 199 punti base (-1,77%).

Dollaro in ritirata, brilla l’oro

I dati macroeconomici di giornata strapazzano il dollaro, che dopo il rapporto sul lavoro statunitense ha preso la via dei ribassi. L’euro si apprezza dello 0,8% circa oltre quota 1,06.

Tra le materie prime sale il petrolio, in una settimana che non ha riservato all’oro nero grandi soddisfazioni. Oggi però il Brent si apprezza dell’1,5% e si muove verso gli 80 dollari al barile; il Wti sale di una percentuale analoga e insegue dappresso i 75 dollari.

Le scorte settimanali Usa ieri sono risultate in calo in misura superiore alle attese e la Cina si prepara alle festività del capodanno lunare prevedendo un traffico doppio rispetto al 2022 su strade, ferrovie, cieli e mari incoraggiando gli acquisti sul greggio.

Il gas è tornato oltre i 70 euro, mentre brilla l’oro, con lo spot gold che guadagna l’1,6%, 1862,65 dollari l’oncia.

Il rally della Befana vale circa il 5% per Piazza Affari 

Piazza Affari guadagna circa il 5% questa settimana. A guidare il Ftse Mib oggi Saipem, +6,22%, in un settore oil ben intonato a livello europeo.

Tra i tecnologici Stm si prende una rivincita con una crescita del 2,5%.

Restano sugli scudi titoli industriali come Pirelli +2,5% e Interpump +2,72%.

Nell’automotive chiude un’ottima seduta anche Iveco +2,45%, mentre Stellantis, +0,74%, resta un po’ indietro dopo che ieri il Ceo Carlos Tavares ha detto che verranno chiusi altri stabilimenti automobilistici se i prezzi elevati dei veicoli elettrici porteranno a una contrazione dei mercati dei veicoli rispetto ai livelli pre-pandemia.

Le banche mantengono l’intonazione positiva vista nei giorni scorsi. La migliore oggi è Bper +2,61%, mentre Mediobanca è l’unica in lievissimo calo, -0,06%. Il buon andamento dei titoli di Stato ha favorito gli acquisti anche sulle utility: Italgas  +2,47%, Enel +2,25%, Terna +2,1%%.

Tra le blue chip perde ancora quota Diasorin, -0,55%, nonostante il lieve rialzo dell’indice pharma a livello europeo.

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