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Borsa chiusura 5 novembre, i mercati fiutano il voto Usa: Wall Street e Nasdaq corrono, Piazza Affari no

Nel D-Day delle elezioni presidenziali le Borse americane hanno subito preso il volo: tutti in rialzo gli indici e soprattutto il Nasdaq. Europa più debole e a Milano crolla la Ferrari mentre brilla Leonardo

Borsa chiusura 5 novembre, i mercati fiutano il voto Usa: Wall Street e Nasdaq corrono, Piazza Affari no

Harris o Trump? Nelle ore in cui gli statunitensi votano il nuovo presidente degli Stati Uniti il mondo si interroga sul suo futuro, eppure Wall Street ha già buttato il cuore oltre l’ostacolo e si muove tonica a metà giornata, puntando su una Fed colomba nelle riunioni di novembre e dicembre e scommettendo su due tagli dei tassi consecutivi per 25 punti base.

Sui mercati europei invece il clima è rimasto più freddo e le borse chiudono un’altra seduta fiacca, impensierite tra l’altro dai minacciati dazi del candidato repubblicano.

Piazza Affari è la peggiore e segna una perdita dello 0,2%, da imputarsi in gran parte a Ferrari, -7,06%, nel giorno della trimestrale. Il cavallino rampante non ha inciampato sui conti, perché questi si sono dimostrati in linea con le attese (utili e ricavi in crescita, consegne in calo) e anche la guidance 2024 è stata confermata, dopo essere stata rivista al rialzo nel mese di agosto. Forse però alcuni analisti si aspettavano un ulteriore rialzo dei target, o forse il titolo ha già molto guadagnato e si approfitta del momento per realizzi su un’azione vicina ai massimi storici.

Nel resto della zona euro sono moderatamente positive Francoforte +0,5%, Parigi +0,48%, Amsterdam +0,37%, Madrid +0,26%. Fuori dal blocco è in lieve calo Londra -0,13% dove Burberry perde il 3,97%, dopo il balzo di ieri su indiscrezioni relative a un interesse di Moncler (-1,71% a Milano) che non ha trovato riscontri.

Dollaro in calo

Sul mercato dei cambi il dollaro vive la seconda seduta consecutiva in calo, dopo che i recenti sondaggi hanno visto la candidata democratica guadagnare terreno contro il rivale repubblicano. L’euro supera così la soglia di 1,09 contro il biglietto verde.

Il Treasury decennale però mostra un tasso in crescita, come se le quotazioni dell’ex presidente fossero in risalita, visto che Trump una volta tornato alla Casa Bianca potrebbe ampliare il debito pubblico.

Tra le materie prime resta ben comprato il petrolio, con i prezzi che salgono a causa della guerra in Medio Oriente, mentre tempesta tropicale Rafael minaccia interruzioni alle piattaforme di oil e gas naturale offshore degli Stati Uniti nel Golfo del Messico.

I future di Brent e Wti salgono al momento in misura superiore all1%, per prezzi che si avvicinano rispettivamente a 76 e 73 dollari.

Piazza Affari, svetta Leonardo

In Piazza Affari svetta Leonardo +3,72%, che recupera con ampi interessi quanto perso ieri. Il titolo si avvicina tonico alla trimestrale che presenterà giovedì e intanto si avvantaggia della conclusione dello sciopero della Boeing (-0,86% a New York) dopo che i lavoratori dell’azienda Usa dell’aerospazio hanno firmato un accordo. Leonardo, infatti, ha un forte coinvolgimento nella realizzazione del Boeing 787 e anche se questo comparto non è stato particolarmente colpito dallo sciopero durato sette settimane, la notizia ha un effetto balsamico sul titolo italiano.

Tra i settori in maggior evidenza sul Ftse Mib c’è il bancario, guidato da Popolare di Sondrio +2,71%, Banco Bpm +1,69%, Unicredit +1,34%.

Nell’industria svetta Interpump +1,81%, mentre tra i tecnologici recupera Stm +1,56%. Assicurativi in luce con Unipol +1,39%.

Bene Diasorin, +0,9%, nel giorno della trimestrale. Il titolo si è mosso in altalena, ma poi ha trovato un buon passo, dopo la pubblicazione dei conti dei primi nove mesi del 2024, chiusi con ricavi per 876 milioni (+4%) e utili in crescita dell’8% a 176 milioni. il management ha alzato leggermente la guidance per l’anno in corso.

È timidamente positiva Stellantis +0,33% nonostante il calo delle immatricolazioni in Italia del 27,75% a ottobre, con una quota di mercato al 25,15%.

Tra le blue chip in ribasso c’è Telecom -1,12%, a seguito dei risultati di Tim Brasil nella notte. Secondo Equita si tratta di conti “allineati alle nostre attese e alle stime di consensus, che incorporavano un rallentamento rispetto alle dinamiche di ricavi ed Ebitda del semestre”.

Fuori dal paniere principale brilla Ferretti +3,76%, su voci di un interesse da parte di Lvmh (-0,77% a Parigi). Il colosso del lusso francese sarebbe ingolosito dai motoscafi Riva.

Spread in calo

Chiude in verde l’obbligazionario: lo spread tra Btp decennale e Bund di durata uguale scende a 124 punti base, mentre i rendimenti salgono leggermente. Il titolo italiano è al 3,67%.

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