A metà giornata i listini europei hanno cambiato passo, per cedere alle vendite e chiudere l’ultima seduta della settimana in leggero ribasso su prese di profitto, prima del ballottaggio elettorale francese.
Milano perde lo 0,35% e arretra a 33.987 punti base, Madrid cede lo 0,39%, Parigi -0,26%, Amsterdam -0,11%, Londra -0,44%. In controtendenza Francoforte, +0,1%, nonostante il calo inatteso della produzione industriale tedesca in Germania a maggio: -2,5% mensile e -6,7% su anno.
Gli investitori continentali hanno così preferito andare all’incasso, in vista di un weekend ancora incandescente sotto il profilo politico e dagli esiti incerti, benché le possibilità di una maggioranza assoluta da parte dell’estrema destra d’Oltralpe siano molto calate dopo gli accordi di desistenza della parte opposta. Intanto nel Regno Unito il voto di ieri non ha riservato sorprese e il leader laburista Keir Starmer, dopo il pieno di consensi, ha già accettato la richiesta di Re Carlo III di formare un nuovo governo, che si annuncia solido e di lunga durata. Una prospettiva che in genere piace ai mercati, che evidentemente avevano già prezzato questo scenario.
Wall Street positiva, in giugno creati più posti di lavoro delle attese
Le vendite in Europa sono aumentate inoltre dopo l’avvio contrastato di Wall Street (ora DJ -0,04%; S&P 500 +0,16%%; Nasdaq +0,51%), con l’indice dei tecnologici e lo S&P 500 che potrebbero in realtà condurre in porto nuovi record, mentre il mercato valuta il rapporto sul lavoro di giugno, soprattutto per capire come peserà sulle future scelte della Fed.
I nuovi posti sono oltre le attese: 206.000 contro scommesse a 190.000. Il dato indica però un lieve rallentamento rispetto alla media di 212.000 posti degli ultimi mesi e ai 218.000 di maggio. Inoltre, il tasso di disoccupazione sale al 4,1%, dal 4% e i salari orari medi salgono del 3,9% su base annua, che è l’aumento minore dal 2021. Si tratta di un quadro che dovrebbe confortare quanti sperano in un allentamento della stretta monetaria da parte della Fed entro l’anno. Salgono infatti le possibilità di un taglio dei tassi d’interesse a settembre e, per il FedWatch Tool di Cme Group, queste passano al 71,8% dal 57,9% di una settimana fa; le probabilità di due tagli quest’anno per gli esperti sono al 46,8%.
Dollaro in calo
In corrispondenza dell’atteso rapporto i prezzi dei T-Bond sono saliti e il dollaro si è leggermente indebolito.
Al momento l’euro tratta in lieve rialzo attorno a 1,082. Si apprezza in modo un po’ più convinto la sterlina, confortata dalla prospettiva di un lungo periodo di stabilità politica. La divisa britannica tratta contro il biglietto verde vicino a 1,28.
Tra le materie si muove in positivo dell’1% circa l’oro spot, mentre i future del petrolio mostrano guadagni intorno allo 0,3% (Brent, settembre 2024 87,70 dollari al barile).
Piazza Affari, in rosso Amplifon, Tim e banche
In Piazza Affari la blue chip peggiore del giorno oggi è Amplifon, -6,49%, penalizzata da vari report negativi sul settore degli impianti acustici. In particolare, secondo gli analisti di Bofa, il mercato europeo ha interrotto la ripresa e probabilmente nel secondo trimestre non ci sarà alcun rialzo. Inoltre, Equita, in vista dei risultati dell’azienda del 30 di luglio, ha tagliato le stime organiche sul trimestre e sull’intero esercizio 2024. “Pensiamo che Amplifon possa aver registrato una crescita organica simile a quella del primo trimestre e abbiamo quindi ridotto la nostra stima da +7,9% a +5,5%. Sull’anno, riduciamo la stima di ricavi dell’1,2% a 2.444 miliardi”. Il broker ha confermato il prezzo obiettivo a 34 euro per azione.
Nella lista “nera” di oggi segue Telecom Italia -3,08% e ci sono molti titoli bancari, in particolare quelli che hanno registrato grandi rialzi nei giorni scorsi come Mps -1,93%, Popolare di Sondrio -1,22%, Bper -1,28%.
Realizzi su Leonardo -1,79% e Iveco -1,9%, dopo i recenti guadagni.
Regina del listino è Stm +2,22%, su cui si riflette la luce delle stime di Samsung Electronics (+4,26% a Francoforte) che prevede un aumento di oltre 15 volte dell’utile operativo del secondo trimestre, grazie alla ripresa dei prezzi dei semiconduttori trainata dal boom dell’intelligenza artificiale, che ha migliorato i risultati dal basso livello di un anno fa.
Si conferma in denaro Finecobank +1,3%. Salgono Campari +1,28% e le utility, Snam +0,94%, Enel +0,86%, Terna +0,68%, Hera +0,68%.
Spread e tassi in calo
La seduta si chiude positivamente per la carta italiana: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata arretra a 140 punti base e scendono anche i rendimenti. Il Btp vede in chiusura un tasso al 3,93%.