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Borsa chiusura 4 ottobre: la crescita dell’occupazione Usa dà sprint anche all’Europa. Milano migliore della Ue

Imagoeconomica

I listini europei voltano pagina oggi e chiudono in rialzo una settimana difficile, tenuta in scacco dall’incandescente situazione mediorientale, che ieri ha pesato anche su Wall Street. Ad attirare l’attenzione non sono state tanto le notizie geopolitiche, quanto i dati macro statunitensi, in particolare l’attesissimo rapporto governativo sul lavoro non agricolo di settembre, nettamente migliore delle stime. Un andamento che rafforza la percezione della solidità dell’economia americana e svolge un effetto balsamico sulle prospettive delle economie globali.

Piazza Affari centra il rimbalzo più alto, dopo essere stata travolta ieri dai dubbi seminati dalle parole del ministro Giorgetti sulla prossima manovra e sulle tasse su imprese e banche. Il Ftse Mib è in maglia rosa e si apprezza dell’1,28% a 33.594 punti base, con il settore del credito in grande spolvero.

Nel resto d’Europa Parigi segna +0,85%, mentre sono leggermente più arretrate Francoforte +0,69%, Amsterdam +0,16%, Madrid +0,41%. È incolore Londra.

La borsa di New York si muove cauta a fine mattinata (DJ +0,07%, S&P 500 +0,17%, Nasdaq +0,37%), soppesando pro e contro di una Fed meno aggressiva nel ridurre i tassi, alla luce di un’economia che tiene. 

Dollaro in rally dopo dati sul lavoro; il petrolio consolida i guadagni

Sul mercato dei cambi corre il dollaro, dopo che i dati sul lavoro allontanano ulteriormente la possibilità di maxi tagli del costo del denaro da parte della Federal Reserve nelle prossime riunioni. Il biglietto verde guadagna oltre l’1% contro lo yen, per un cambio a 148,45. L’euro cede lo 0,55% sulla divisa Usa e il cross si muove leggermente sotto 1,1.

In settembre la prima economia al mondo ha aggiunto 254.000 posti di lavoro, molto più dei 159.000 rivisti al rialzo di agosto e ben al di sopra delle previsioni di 140.000. Si tratta della crescita occupazionale più forte in sei mesi e superiore all’aumento mensile medio di 203.000 nei 12 mesi precedenti. La disoccupazione è scesa, a sorpresa, al 4,1% dal 4,2%.

Ora la Fed può prendere fiato, dopo essere corsa ai ripari il mese scorso con un maxi taglio dei tassi di 50 punti base, nel tentativo di bilanciare la lunga stretta volta a combattere l’inflazione. Recentemente Jerome Powell aveva già frenato sulla possibilità di continuare a muoversi con questo ritmo di allentamento. Così ora gli operatori scommettono su una Fed più prudente nei meeting di novembre e dicembre (si punta su tagli di 25 punti base), in una prospettiva in parte già digerita dal mercato.

Per quanto riguarda le materie prime il petrolio è in frazionale progresso, dopo la fiammata di ieri alimentata dalla possibilità che Israele colpisca siti petroliferi iraniani.

In queste ore il future Brent dicembre 2023 sale dello 0,95% a 78,36 dollari al barile.

Piazza Affari, Recordati fa shopping e brilla sul listino

In Piazza Affari la blue chip con il maggiore rialzo del giorno è Recordati, +4,75%, in festa dopo un accordo con Sanofi per l’acquisizione dei diritti globali di Enjaymo®, un farmaco biologico e unico prodotto approvato per il trattamento della malattia dell’agglutinina fredda (CAD), una rara patologia linfoproliferativa delle cellule B.

Al netto di questa performance riprendono quota le banche, dopo la grande paura della vigilia su nuove imposte. La migliore è Bper +4,26%, seguita da Monte dei Paschi di Siena +3,05%. Secondo Reuters, il ministero dell’economia punta a vendere entro l’anno fino al 15% circa della banca attraverso un collocamento di azioni sul mercato che ridurrebbe la partecipazione pubblica in Siena attorno al 12%. L’agenzia cita due fonti anonime a conoscenza della situazione, ricordando che la quota ancora in mano al Tesoro è del 26,7%.

Nel ritrovato appeal speculativo sulle banche si inserisce Unipol (+2,59%), azionista di Bper e Pop di Sondrio (+2,19%) e spesso indicato dai rumor come possibile interlocutore di Siena. Bene le big, Unicredit +2,97% e Intesa +2,1%.

Tra i titoli oil ha ripreso quota Saipem, +4,29%, finita ieri in profondo rosso. Rialza la testa Leonardo +2,29%, ben comprato ultimamente con le guerre in corso. Ieri però il titolo aveva perso quota, forse a causa del timore di nuove tasse sugli extra-profitti.

Bene Telecom +2,03%.

Tra i titoli in ripresa c’è Stellantis, +1,75%, oggi tonica dopo giorni di passione seguiti all’allarme profitti. La casa d’auto ha accolto positivamente il voto dei Paesi Ue sulla proposta della Commissione europea di imporre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina.

Le perdite odierne sono limitate e partono da Prysmian -0,89%. Tra i settori il più debole è quello delle utility a partire da da Enel -0,42%.

Spread in calo, ma i tassi salgono

Nonostante qualche tensione sui titoli della zona euro, lo spread tra Btp decennale e Bund di durata uguale scende a 130 punti base. I rendimenti salgono leggermente e, in prossimità della chiusura, sono indicati rispettivamente al 3,51% e 2,21%.

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