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Borsa chiusura 3 settembre: l’Europa soffre in scia a Wall Street e al petrolio in picchiata. Milano in rosso torna sotto i 34 mila punti

Borse europee sempre più in sofferenza appesantite dai dubbi sulla domanda globale di petrolio e sulla tenuta dell’economia statunitense. Piazza Affari è la peggiore, trascinata al ribasso da oil e banche. Anche Wall Street ha registrato perdite dopo dati economici deludenti, contribuendo al clima negativo sui mercati

Borsa chiusura 3 settembre: l’Europa soffre in scia a Wall Street e al petrolio in picchiata. Milano in rosso torna sotto i 34 mila punti

Una sterzata al ribasso, dopo l’avvio stonato di Wall Street, ha portato oggi i listini europei a chiudere la seconda seduta di settembre in rosso, dopo le incertezze della vigilia. 

Piazza Affari è la peggiore a causa delle forti vendite sui titoli petroliferi e sulle banche. A fine giornata il Ftse Mib segna -1,33% e si immerge sotto quota 34 mila punti base. I danni sono superiori all’1% anche ad Amsterdam -1,29% e Madrid -1,06%, mentre sono frazionali a Parigi -0,93%, Francoforte -0,89% e Londra -0,8%.

Il quadro si è rabbuiato a New York (DJ -1%, S&P 500 -1,24%, Nasdaq -2,17%), dopo la festività di ieri, con l’uscita dei dati sotto le attese di ISM e PMI manifatturiero, un presagio di atterraggio dell’economia meno morbido di quanto sperato. L’Ism è salito ad agosto a 47,2 punti (da 46,8 di luglio), ma è sotto le attese (47,9) e ancora in zona contrazione. Il PMI è sceso a 47,9 (da 49,6, su attese a 48,1. Siamo sempre sotto 50, linea oltre la quale ci sarebbe espansione. Sulla piazza di New York il settore industriale S&P500 scende di oltre l’1,6% e vanno male i titoli dei chip sensibili ai tassi, a partire da Nvidia -7,3%. 

Ora gli investitori fremono per conoscere l’andamento del mercato del lavoro Usa, con una serie di dati che usciranno nei prossimi giorni, fino al rapporto più importante che verrà reso noto venerdì. L’insieme verrà valutato per capire in che misura la Fed taglierà i tassi nella riunione di questo mese. Intanto, sulla base dei dati macro odierni, i T-Bond vedono prezzi in rialzo e tassi in ribasso, con il decennale 3,846% (-1,63%).

Petrolio a picco

A pesare sui mercati oggi sono soprattutto le pesanti vendite sul petrolio, con i future di Brent e Wti che cedono circa il 4%. Il greggio del mare del Nord vede prezzi intorno a 74,3 dollari al barile. Il corto circuito ha preso le mosse dai diffusi timori sulla debolezza economica cinese e il sistema si è ulteriormente inceppato con i dati Usa. Un’economia anemica ha bisogno di meno petrolio e questo innesca una reazione a catena. Inoltre pesa la decisione dei paesi Opec+ di aumentare la produzione.

Tra le altre materie prime vanno giù anche i future dell’argento (-3,47%), mentre l’oro tratta intorno a 2.480 dollari l’oncia (-0,77%).

Sul mercato valutario il dollaro perde colpi rispetto allo yen. Sul cambio si fa sentire la posizione “falco” assunta dalla BoJ. Secondo Bloomberg il governatore della banca nipponica, Kazuo Ueda, ha presentato un documento al Consiglio per la politica economica e fiscale per spiegare il rialzo dei tassi di luglio dicendo che la BoJ continuerà ad alzare i tassi di interesse se l’economia e i prezzi si comporteranno come previsto dalla banca stessa.

L’euro si muove in rosso contro dollaro e tratta in area 1,103.

Piazza Affari, martedì nero per petroliferi e banche; bene il lusso

È un martedì nero in Piazza Affari per i titoli petroliferi e le banche.

Saipem è la blue chip peggiore, con una perdita del 7,07%, ma arretrano anche Eni -2,52% e Tenaris -0,86%. Nell’automotive le vendite hanno colpito Iveco -4,93% e Stellantis -2,76%, mentre nel settore tecno, s’indebolisce Stm -4,59%. Va giù Campari -3,51%.

Tra le banche si parte da Mps, -3,16%, mentre si ricomincia a ragionare della vendita della quota da parte del Mef e Radiocor segnala una sentenza sfavorevole a Siena da parte della Corte d’appello di Firenze. Il rosso è profondo per Pop di Sondrio -3,15%, Banco Bpm -3,02%, Bper -2,85%. Si accodano Unicredit -1,99% e Intesa -1,64%. È ancora lettera per Leonardo, -1,78%, con il settore in subbuglio dopo lo sciopero israeliano e la vittoria della destra estrema nelle elezioni regionali tedesche. Inoltre il ministro degli esteri britannico David Lammy ha detto che l’Uk vuole sospendere 30 delle sue 350 licenze di esportazione di armi con Israele per il rischio che tali equipaggiamenti vengano usati per commettere gravi violazioni del diritto umanitario internazionale.

A Milano si sono salvate le utility: Terna +0,82%, Snam +0,4%, Italgas +0,2%.

Chiude una seduta da incorniciare Brunello Cucinelli +2,84%, in un settore del lusso ben comprato.

Spread in rialzo

Chiude in rosso il secondario. Lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata in prossimità della chiusura è indicato a 143 punti base. I tassi scendono, ma l’interesse si è rivolto soprattutto alla carta tedesca. Il rendimento del BTp è al 3,67%, quello del Bund al 2,24%, dopo che ieri ha toccato il 2,3%.

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