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Borsa chiusura 28 giugno: Nasdaq e S&P 500 collezionano record ma la Nike crolla (-20%). Le Pen inquieta i mercati Ue

In Borsa l’Europa balbetta perché la Le Pen spaventa mentre l’America vola anche grazie al buon andamento dell’inflazione. Piazza Affari appena sotto la parità

Borsa chiusura 28 giugno: Nasdaq e S&P 500 collezionano record ma la Nike crolla (-20%). Le Pen inquieta i mercati Ue

Qualche tensione sui titoli di Stato e la borsa di Parigi in maglia nera (-0,68%) preparano oggi il terreno al primo turno elettorale in Francia, frenando la propensione al rischio in tutta Europa. I listini continentali chiudono poco mossi, nonostante l’andamento cauto, ma positivo di Wall Street dopo un dato Usa sull’inflazione di maggio in leggero rallentamento. Anche in Francia, Italia e Spagna il dato di giugno sui prezzi è risultato in linea con le attese e non ha creato tensioni.

Resta invece il nervosismo per l’incognita elettorale francese, un appuntamento che tiene sulla corda anche il debito italiano, dopo che la premier Meloni non è riuscita per ora a giocare un ruolo nella scelta dei vertici Ue.

Europa ancora nervosa

Piazza Affari, al termine di scambi altalenanti, perde lo 0,1%. Il bilancio di metà anno del Ftse Mib resta ampiamente positivo (+10% circa), anche se gli ultimi tre mesi e l’ultimo mese sono stati deludenti (con un saldo attorno a -4% e -3%).

Nel resto d’Europa Francoforte difende un rialzo dello 0,24%, mentre Amsterdam cede lo 0,14%, Madrid lo 0,11%, Londra lo 0,18%.

L’inflazione Usa rallenta

I principali indici di Wall Street mostrano rialzi intorno allo 0,3% -0,4%, alla luce del dato Pce del mese scorso in linea con le previsioni.

L’andamento dell’inflazione misurato dall’indice personal consumption expenditure, che la Fed usa come uno dei principali indicatori delle pressioni sui prezzi, è al 2,6% su base annua (2,8% in aprile). I redditi personali negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,5% (stimato +0,4%), mentre le spese per i consumi sono aumentate dello 0,2%, contro 0,3% atteso. Un andamento che non fa cambiare rotta alla presidente della Fed di San Francisco Mary Daly secondo cui il graduale raffreddamento dell’inflazione, non cancella il fatto che c’è ancora molto lavoro da fare. Per Daly, l’inflazione potrebbe attestarsi al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed potenzialmente fino al 2025.

Il quadro favorisce però gli acquisti sui T-Bond e frena l’esuberanza del dollaro, rafforzando le possibilità che la Fed intervenga sui tassi entro l’anno.

Dollaro, yen, Biden e Trump

Le notizie del giorno hanno impattato in misura diversa sul mercato valutario. In prima battuta il biglietto verde era salito, alla luce del dibattito Biden-Trump, che non pochi grattacapi sta creando ai democratici. La vittoria di Trump, che ha ribadito il suo impegno a imporre dazi, potrebbe incidere negativamente sull’inflazione, complicando per l’ennesima volta il lavoro di Powell e l’atteso allentamento della stretta.

Così il dollaro è salito durante le contrattazioni asiatiche, schiacciano ancora una volta lo yen a nuovi minimi da 38 anni oltre quota 161.

La divisa statunitense ha successivamente cominciato a sgonfiarsi, anche alla luce del dato Pce che riaccende le speranze sulle scelte della banca centrale. Stando agli swap, i mercati scommettono ora su un allentamento di circa 45 punti base nel 2024, che significa meno di due tagli.

Al momento il cambio dollaro-yen è in area 160,8.

L’euro si rafforza leggermente contro il biglietto verde e tratta intorno a 1,071.

Tra le materie prime si indeboliscono leggermente i future del petrolio, con Brent e Wti che si avviano a chiudere in ogni caso la terza settimana consecutiva di guadagni.

Piazza Affari, bene i titoli oil, banche miste

A sostenere il principale listino di Piazza Affari provvedono oggi soprattutto titoli petroliferi come Tenaris +2,35% e Saipem +1,23%. Eni sale dello 0,28% dopo la notizia della vendita dei suoi asset in Alaska.

Tra i maggiori rialzi del giorno ci sono inoltre Stm +1,57% e Unipol +1,37.

Il settore bancario è contrastato. Si apprezza Mps, +0,85%, in vista del 2 luglio, scadenza del lock-up sulla quota residua detenuta dal Mef, pari al 26,7%. Arretra invece con una certa convinzione Bper -1,65%.

Il fronte dei ribassi si apre con Brunello Cucinelli, -3,66%, oggetto di immediati realizzi dopo il balzo di ieri.

Arretra Terna -1,66%, su cui Goldman Sachs ha tagliato la raccomandazione a ‘sell’ da ‘neutral’.

Si conferma negativa Campari -1,52%.

Tassi in rialzo nella zona euro; si allarga lo spread Oat-Bund, poi rientra

Il rosso tinge la giornata dei titoli di Stato della zona euro.

Lo spread tra il decennale francese e quello tedesco si è avvicinato nuovamente a 80 punti base, per chiudere poi a 75,5.

Il differenziale tra Btp 10 anni e Bund di pari durata si mantiene intorno a 158 punti base, con tassi in aumento rispettivamente al 4,06% e 2,49%.

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