Il Toro stenta a svincolarsi dalle briglie dell’inflazione e dell’incertezza politica, così anche oggi le borse europee chiudono in moderato ribasso e Wall Street procede a mista, in attesa del dato Pce sui prezzi al consumo Usa, misura preferita dalla Federal Reserve.
Non aiuta l’ottimismo la notizia che in Canada e in Australia i prezzi siano ripartiti, mentre in Europa si avvicina il primo turno delle elezioni francesi, con la destra sempre in ampio vantaggio nei sondaggi. Uno scenario cui calzano a pennello le parole del governatore di Bankitalia Fabio Panetta, che avverte: tra i principali rischi del blocco c’è “l’aumento dell’incertezza politica all’interno dei paesi”.
Intanto le nomine apicali nella Ue innervosiscono l’Italia, che è rimasta fuori dai giochi che ormai sembrano fatti. Si aggiunga, a titolo di cronaca, che per la zona euro Bulgaria e Romania hanno fallito i test economici per aderire alla moneta unica.
Sul mercato valutario lo yen crolla ai minimi dal 1986.
Europa nervosa; Fedex vola a Wall Street, in rosso Nvidia
I mercati europei esprimono il loro nervosismo con frazionali perdite, segno che gli investitori preferiscono fare cassa in vista della fine del mese.
Piazza Affari arretra dello 0,49% a 33.541 punti base, con vendite e acquisti spalmati un po’ su tutti i settori.
Parigi cede lo 0,69%, Madrid lo 0,8%, Amsterdam lo 0,38%. Francoforte è piatta, mentre Londra perde lo 0,27%.
Wall Street (cui l’Europa guarda sempre nella seconda parte della seduta), anche oggi si muove mista a metà a giornata. Il Nasdaq sale dello 0,13% grazie agli acquisti su alcune mega tech, ma Nvidia, dopo il forte recupero di ieri è nuovamente in rosso e al momento perde il 2,1%. Sull’indice dei tecnologici vola Rivian, con un guadagno vicino al 30%, dopo la decisione di Volkswagen (-2,11% a Francoforte) di investire fino a cinque miliardi di dollari nell’ambito di una joint venture con il produttore di veicoli elettrici.
Sullo S&P 500 svetta Fedex, +16%, che ha mostrato solidi risultati trimestrali.
Valutario, yen ai minimi da 38 anni, sale il dollaro australiano
Di particolare interesse è oggi il mercato valutario, dove il dollaro australiano guadagna posizioni sul dollaro americano nella prospettiva di un possibile aumento dei tassi a causa dell’accelerazione dell’inflazione, che a maggio ha toccato il 4%, massimo da sei mesi. La notizia ha impresso una spinta alla divisa, che al momento tratta in lieve progresso sul biglietto verde.
Questo nonostante l’indice del dollaro sia in crescita dello 0,4% circa contro le principali valute. Un andamento che penalizza in primo luogo lo yen, che tratta oltre la soglia del Piave di 160, limite oltre il quale potrebbero intervenire le autorità giapponesi. La valuta nipponica è scivolata fino a 160,63, livello più alto da dicembre 1986.
Anche la moneta unica è in ribasso contro il dollaro e tratta intorno a 1,067, dopo dichiarazioni di alcuni banchieri europei, che sono parse accomodanti. Il capo economista della Bce Philip Lane, ha detto all’emittente finlandese Mtv che Francoforte continuerà a tagliare i tassi di interesse se le pressioni sui prezzi si attenueranno come previsto. Il ritmo dell’allentamento delle politiche monetarie però potrebbe rallentare in caso di spiacevoli sorprese.
Per il governatore italiano, Panetta, “l’attuale quadro macroeconomico è coerente con una normalizzazione dell’orientamento monetario”.
“La Bce ha debitamente avviato questo processo qualche settimana fa e, nello scenario di base, lo porterà avanti in modo graduale e senza intoppi”.
Pressione sui titoli di Stato
La seduta non appare particolarmente favorevole ai titoli di Stato sulle due sponde dell’Atlantico.
Negli Usa i T-Bond vedono prezzi in ribasso e rendimenti in rialzo, in una settimana tra l’altro ricca di emissioni sul primario.
Anche i titoli italiani risultano sotto pressione e il decennale sfiora il 4% (3,98%), per uno spread con il Bund 10 anni in crescita a 153 punti base. Sale anche il rendimento del Bund (+2,45%), mentre i titoli francesi chiudono una seduta positiva con uno spread sotto quota 70 punti.
Piazza Affari, listino compreso tra i guadagni di Saipem e le perdite di Tenaris
Il principale listino di Piazza Affari si apre anche oggi con la performance positiva di Saipem +2,37% (su cui Jefferies ha alzato il prezzo obiettivo a 3 euro da 2,75 euro) e quella negativa di un altro titolo petrolifero come Tenaris -2,22%.
Questo finale contrastato caratterizza anche le banche: salgono Bper +1,12% e Intesa +0,28%, arretra Monte Paschi -2,18%.
Tra i maggiori rialzi del giorno ci sono inoltre Recordati +0,45% ed Erg +0,42%; tra i maggiori ribassi Ferrari -1,79% e Interpump -1,44%.
Tra i titoli minori si mette in luce Racing Force +5,14% (a 4,09 euro per azione) dopo che la società ha completato l’operazione di aumento di capitale, collocando tramite accelerated bookbuilding (Abb) nuove azioni per un totale di 7,5 milioni di euro al prezzo di 4,43 euro per azione. Il titolo si è mosso così verso il prezzo del collocamento, mentre Midcap ha alzato il prezzo obiettivo a 6,4 euro da 6,2 con rating “Buy”.