X

Borsa chiusura 25 giugno: nervosismo in Europa per il crollo di Airbus e la sindrome Le Pen. Al Nasdaq rimbalzo di Nvidia

Ufficio stampa Leonardo

Il crollo di Airbus e un certo nervosismo politico, in vista del primo voto francese di domenica riportano oggi le vendite sui mercati europei che chiudono in calo, dopo la vivace seduta della vigilia. A livello Ue ci sarebbe invece l’accordo sulle nomine apicali e il secondo mandato di von der Leyen ai vertici della Commissione.

Oltreoceano Wall Street procede incerta a metà giornata, benché il rimbalzo di Nvidia (+5,6%) tonifichi decisamente Nasdaq (+1,08%) e S&P500 (+0,27%). Il DJ però si allontana dai livelli raggiunti ieri (-0,73%) e la volatilità resta in agguato in attesa del dato Pce sull’inflazione Usa di maggio. Intanto cala la fiducia dei consumatori Usa e dal Canada arriva la notizia che i prezzi si sono rimessi in marcia il mese scorso, a breve distanza dal taglio dei tassi a sorpresa nell’ultima riunione.

Europa in calo con Airbus in picchiata

Difesa, spazio, industria sono settori che sono risultati oggi sotto pressione in Europa, dove Piazza Affari limita le perdite allo 0,38% grazie agli acquisti nel settore energetico (Saipem +3,61%).

Il bilancio è peggiore a Francoforte (-0,94%) e Parigi (-0,58%) dove Airbus perde quasi il 10% a causa del taglio degli obiettivi industriali e finanziari e dell’accantonamento di 900 milioni di euro per le proprie attività spaziali in difficoltà.

Sul Dax scotta inoltre il rosso del produttore tedesco di farmaci Merck (-5,9%), che ha comunicato lo stop alla sperimentazione dello xevinapant per il cancro avanzato di testa e collo.

Non se la passa molto meglio Madrid -0,52%, nonostante il Pil del primo trimestre sia cresciuto oltre le stime, +0,8%, rispetto alla precedente lettura (+0,7%); +2,5% il fatto annuo.

Londra cede lo 0,41%, mentre Amsterdam approfitta del rimbalzo di titoli del settore dei chip per chiudere una seduta incolore.

Scende la fiducia dei consumatori Usa; Bowman (Fed), no a tagli dei tassi nel 2024; risale l’inflazione in Canada

In attesa del dato clou della settimana sull’inflazione, oggi emerge che gli statunitensi, a giugno, sono meno ottimisti sull’economia rispetto al mese prima. L’indice sulla fiducia redatto mensilmente dal Conference Board, gruppo di ricerca privato, arretra dai 101,3 di maggio (rivisto dall’iniziale 102) a 100,4 punti, contro attese a 100 punti. Le aspettative per il futuro scendono da 74,9 a 73 punti; quelle sulla situazione attuale salgono da 140,8 a 141,5 punti.

Ogni stormir di fronde, in questa fase, è utile agli investitori per valutare il percorso che intende seguire la Fed nei prossimi mesi, anche se ben due notizie oggi raffreddavano le attese su un taglio dei tassi.

Michelle Bowman, componente del board della banca centrale, durante un evento a Londra, ha detto di non prevedere un taglio dei tassi d’interesse nel 2024, ma solo nel 2025, se i processi d’inflazione non si fermeranno.

In Canada intanto, a sole tre settimane da un primo taglio dei tassi, risalgono i prezzi al consumo del mese di maggio: +0,6% su aprile, +2,9% annuo (dopo +2,7% di aprile), un’accelerazione dovuta principalmente al settore servizi.

Piazza Affari, arretra Leonardo; banche deboli

L’andamento di Piazza Affari ha rispecchiato quello degli altri listini europei. In fondo al listino è Leonardo -2,92%, in scia alle perdite del settore aerospazio. Ieri il gruppo della difesa ha comunicato inoltre lo stop di 4 mesi alla produzione del sito di Grottaglie della divisione Aerostrutture a causa della riduzione della produzione da parte di Boeing.

Riavvolge rapidamente il nastro Telecom, -2,64%, dopo i guadagni della vigilia e arretrano Interpump -2,57%, Diasorin -2,19%, Pirelli -1,97%.

Chiude una seduta all’insegna della debolezza anche il settore bancario, tra prese di beneficio e acqua sul fuoco delle aggregazioni.

Mps (-1,77%) non è nei piani di Bper (-0,39%) e neppure di Unipol (+0,05%), ha detto ai cronisti il presidente del gruppo assicurativo Carlo Cimbri.

Intanto il ministero dell’economia, per bocca del sottosegretario Federico Freni, in vista della scadenza del 2 di luglio dopo la quale il Tesoro potrà vendere azioni della banca, ha affermato che non c’è fretta di cedere le quote di Siena “ne parliamo la prossimo settimana”, ha chiosato con i giornalisti.

Unicredit perde l’1,27%. Bloomberg scrive che la banca guidata da Andrea Orcel, ha presentato un’offerta per la banca estone Luminor e ora compete con il maggiore istituto di credito ungherese, Otp Bank Nyrt, per acquisire l’azienda baltica. Secondo l’agenzia (che cita fonti a conoscenza della vicenda) Blackstone, proprietario di Luminor, avrebbe avviato un processo di vendita della banca all’inizio di quest’anno, cercando di ottenere con la cessione circa 1,2 volte il valore di libro.

Sul Ftse Mib i maggiori rialzi del giorno sono per titoli dell’energia e dintorni. Salgono così Saipem, Eni +0,79%, Snam 0,8%, Enel +0,55%. Si apprezza Ferrari +0,69%.

Fuori dal paniere principale si sgonfia Fincantieri (-9,34%) dopo il balzo a doppia cifra della vigilia.

Spread in salita

Torna ad allargarsi leggermente lo spread, che oggi chiude a 151 punti base, con movimenti in ogni caso contenuti. Il rendimento del Btp decennale è indicato al 3,93%, quello del Bund di durata identica a 2,41%.

Sul mercato dei cambi l’euro tratta in lieve ribasso contro il dollaro, ma preserva un cambio intorno a 1,07.

Sono in rosso i future delle materie prime, compresi quelli del petrolio. Brent Wti cedono circa mezzo punto percentuale.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati