Prima Tesla e Alphabet. Poi Lvmh, Deutsche Bank e Iveco. E i mercati vanno in tilt. La stagione delle trimestrali è entrata nel vivo sia negli Usa che in Europa e i primi, dirompenti, effetti si sono manifestati su entrambe le sponde dell’oceano. Chiudono tutte in rosso le Borse europee, mentre a New York Wall Street è in forte ribasso e il Nasdaq perde oltre il 3%.
A peggiorare il clima sui mercati contribuiscono anche i dati macro con il calo degli indici Pmi manifatturieri a luglio in Francia (al 44,1 dal 45,3 di giugno) e in Germania (al 42,6 dal 43,5) e la discesa dell’indice sull’attività manifatturiera negli Usa (a 49,5 punti da 51,6) che segnala che il settore è ora in contrazione.
Sbanda Wall Street: Tesla e Alphabet affondano il Nasdaq
A metà pomeriggio Wall Street procede in netto calo con il Dow Jones che cede l’1,2% e lo S&P 500 che segna -1,64%. A soffrire di più è però il Nasdaq (-3,6%), zavorrato dai forti cali delle magnifiche Big Seven che sollevano sempre più dubbi sulla sostenibilità del rally azionario del 2024 guidato dalle big tech e dall’IA.
Partiamo dalla peggiore: Tesla cede quasi 11 punti percentuali dopo aver registrato per il secondo trimestre consecutivo vendite in calo (-7%) e un utile in contrazione del 45%. Alphabet perde invece oltre il 4% dopo aver segnato nel secondo trimestre ricavi e utili sopra le attese. A deludere il consensus è stato però il fatturato di YouTube (8,66 miliardi, contro gli 8,93 miliardi attesi).
Va giù il titolo di Meta Platforms (-3,87%) che ha annunciato una versione gratuita di Llama, il suo modello di intelligenza artificiale. In rosso anche gli altri principali titoli tech, con Amazon, Microsoft e Apple in ribasso oltre il 2% e Nvidia che perde il 4,2%.
Sul Dow Jones il titolo peggiore è Visa (-3,59%) che ha pubblicato una trimestrale deludente, mentre AT&T registra una delle migliori performance dello S&P 500 (+4,9%), dopo aver segnato un aumento netto di 419.000 abbonati telefonici, un numero ben al di sopra delle attese.
Lvmh manda in rosso tutta Europa
Se l’Hi-Tech statunitense piange, il lusso europeo non ride e manda giù i listini Ue. Le Borse del vecchio continente chiudono la seduta col segno meno. A fine corsa la peggiore è Amsterdam (-1,34%) seguita da Parigi (-1,09%) con gli investitori che fuggono a gambe levate dai titoli del lusso dopo i conti deludenti di Lvmh. Francoforte segna -0,95% zavorrata da Deutsche Bank (-6,89%) che ha chiuso il secondo trimestre con una perdita netta di 143 milioni, la prima in quattro anni, risentendo di un accantonamento di 1,3 miliardi.
Limitano le perdite Madrid e Londra, entrambe a -0,1% sostenute dalle performance di Banco Santander (+2,53%) e EasyJet (+3,%), fortemente positive dopo i conti.
A Milano il Ftse Mib archivia la seduta con un ribasso dello 0,48% a 34.471 punti zavorrata dal tonfo di Iveco e dal crollo di Saipem.
Ma torniamo al lusso. Martedì sera, a mercati chiusi, Lvmh ha pubblicato i conti del secondo trimestre. E se in termini di fatturato i risultati sono stati in linea con le attese o al limite leggermente al di sotto, ebit e margini hanno deluso fortemente le aspettative, complice anche il fatto che lo shopping in Asia si è spostato da Cina e altri Paesi in Giappone, dove le vendite nel secondo trimestre sono cresciute del 57%. In Borsa la reazione non si è fatta attendere. Sin dai primi scambi il titolo Lvmh è stato colpito da forti vendite e a fine seduta il rosso è del 4,66% a 659,4 euro. Effetto contagio sugli altri titoli del comparto: a Parigi Kering (che a breve pubblicherà la sua trimestrale) ha perso il 4,54% e Hermès il 2,07%. A Francoforte Hugo Boss è crollato del 6%, a Zurigo Richemont segna un ribasso dell’1,7%, a Londra Burberry è scesa del 2%. Arriviamo a Milano, dove Moncler e Brunello Cucinelli hanno archiviato la giornata con un ribasso, rispettivamente, del -3,95% e -1,89% e Ferrari ha ceduto il 2%.
Iveco va Ko a Piazza Affari, tonfo di Saipem e Leonardo
In una giornata negativa per il comparto auto Ue, il rosso di Iveco è di quelli pesanti. A Piazza Affari il titolo è crollato del 14,5%, il calo più consistente mai segnato, dopo aver registrato un free cash flow (flusso di cassa) industriale negativo per 98 milioni che “ha deluso di nuovo” gli analisti di Morgan Stanley. “Una generazione di Fcf piatta sarebbe in linea con la stagionalità, ma sembra che il cambio di modello abbia continuato ad avere un impatto sugli inventari di Iveco”, scrive Morgan Stanley secondo Bloomberg. “Gli investitori vorrebbero che Iveco migliorasse la stagionalità del suo Fcf, ma l’azienda ha chiarito che l’andamento rimarrà invariato nel 2024”. A pesare sono anche il calo dei ricavi (-5% a 3,919 miliardi di euro, con quelli delle attività industriali -5,8% a 3,819 miliardi), e dell’ebit consolidato (a 295 milioni di euro da 311 milioni nel secondo trimestre 2023), mentre l’utile netto è salito dell’8% a 162 milioni e l’utile netto adjusted è aumentato a quota 182 milioni, molto al di sopra delle stime del consensus.
Tra i titoli peggiori a Piazza Affari, oltre a quelli del lusso, ci sono anche Saipem (-4,9%) in vista della trimestrale, e Leonardo (-4%).
Si salvano invece le banche che, trainate dagli ottimi conti di Unicredit (+0,2%), rialzano la testa dopo le perdite della mattinata: Bper (+1,47%), Mps (+0,98%).
Tra le utility la migliore è Italgas (+1,11%) dopo i conti al 30 giugno, chiusi con ricavi totali adjusted in calo del 6,4% a 872,3 milioni, ebitda adjusted (+10,6%) ed ebit adjusted (+12%) in aumento, e un utile netto adjusted pari a 241,5 milioni, in crescita del 13,3%. Bene anche Enel (+0,7%), A2a (+0,6%), Snam (+0,34%), Hera (+0,3%).
Spread e petrolio in rialzo
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il Bund tedesco di pari durata si attesta a 138 punti base dai 134 punti base del riferimento precedente. Sale anche il rendimento del BTp decennale benchmark che aumenta al 3,79% dal 3,75% della vigilia.
Rimbalzano i prezzi del petrolio dopo il calo di martedì. Il Brent a settembre è a 81,58 dollari al barile (+0,8%), il Wti di pari scadenza è a 77,87% (+1,18%).
Infine, sul valutario, è stabile a 1,086 il cambio euro/dollaro.