X

Borsa chiusura 23 ottobre: i rendimenti crescenti dei bond spiazzano i listini che chiudono contrastati, bene Milano

Imagoeconomica

Spinta dalle banche Piazza Affari chiude oggi in rialzo dello +0,74%, 27.558 punti base, una seduta ancora difficile a livello globale, in un quadro geopolitico che resta incandescente, mentre si attendono le nuove riunioni della banche centrali. La Bce prenderà le sue decisioni di politica monetaria questo giovedì(26 ottobre), mentre per la Fed bisognerà attendere ancora una settimana. 

A tenere sulla corda gli investitori sono sicuramente le notizie dal Medio Oriente, ma anche gli alti e bassi dei titoli di Stato Usa, che prima hanno toccato il 5% e poi sono scesi, favorendo la ripresa della propensione al rischio. 

La fotografia conclusiva dei mercati finanziari in Europa vede così in progresso Parigi +0,5% e Amsterdam +0,41%, piatta Francoforte, in calo Londra -0,34% e Madrid -0,37%.

Wall Street, dopo un avvio debole, appare in cauto rialzo a metà giornata.

Volatilità per i titoli di Stato Usa

A frenare i listini, nella mattina europea, hanno contribuito le vendite sui titoli di Stato Usa, con il decennale che è salito fino al 5%, per poi arretrare leggermente. Al momento il tasso del Treasury decennale è in ribasso, intorno al 4,9%.

Il nervosismo è palpabile ancora in scia all’atteggiamento della settimana scorsa di Jerome Powell, che non ha escluso nuovi rialzi dei tassi, mentre il decennale a stelle strisce ha incrementato i deflussi di capitali dalla Cina, stimati da Goldman Sachs in aumento per 75 miliardi di dollari il mese scorso, la cifra mensile più grande dal 2016.

Nella riunione di fine mese la banca centrale Usa non dovrebbe toccare i tassi, però molta incertezza resta sulle mosse future.

Oggi la Fed di Chicago ha pubblicato l’indice sull’attività economica nazionale statunitense, che a settembre è tornato in positivo, salendo a 0,02 punti dai -0,22 di agosto (rivisto dall’iniziale -0,16). Elementi chiave nel corso di questa settimana saranno forniti dalla stima preliminare del pil del terzo trimestre e dall’inflazione Pce.

Oggi intanto si sono viste tensioni anche sui titoli sovrani argentini, dopo che il ministro dell’Economia Sergio Massa a sorpresa è risultato favorito nelle elezioni del fine settimana. Nel pre mercato le azioni quotate negli Stati Uniti del Banco BBVA Argentina sono scese del 4,3%.

Dollaro in ribasso 

A giudicare da dollaro, oro e petrolio, verrebbe da dire che c’è una timida ripresa della propensione al rischio e forse cauta fiducia negli sviluppi della guerra tra Israele e Hamas.

L’indice del biglietto verde perde lo 0,4% circa, mentre l’euro si apprezza e cambia in area 1,064.

Scende il prezzo del petrolio: Brent -1,13%, 91,12 dollari al barile; Wti -1,5%, 86,75 dollari. L’oro spot perde lo 0,2% e tratta intorno a 1978,3 dollari l’oncia.   

Timida Wall Street alla prova dei bilanci delle mega cap 

Wall Street appare timida in avvio di una settimana clou per le trimestrali delle mega cap, Microsoft e Alphabet pubblicheranno i loro conti domani, dopodomani toccherà a Meta e Ibm, giovedì sarà il turno di Amazon e Intel. 

Per Apple sarà necessario attendere i primi di novembre. Il titolo del colosso di Cupertino si muove oggi in moderato ribasso (-0,6%), mentre il suo fornitore Foxconn ha perso il 2,9% a Taiwan dopo la notizia che l’azienda è sotto inchiesta in Cina per evasione fiscale e uso del suolo.

Il titolo Chevron perde il 2,46%, ed è il peggiore sul Dow Jones, dopo l’annuncio che il gigante petrolifero acquisterà la rivale Hess (-0,8%) per 53 miliardi di dollari.

A Piazza Affari svettano Bper e Unicredit

Superata senza danni la revisione del rating sul debito pubblico italiano da parte di S&P (BBB con outlook stabile), oggi le banche di Piazza Affari hanno contribuito a portare il listino principale in territorio positivo. Su tutte svetta Bper +4,23%, seguita da Unicredit +2,55%. La banca guidata da Andrea Orcel pubblicherà domani la trimestrale, mentre è di oggi la notizia di un accordo vincolante con il gruppo Alpha per la fusione delle rispettive banche in Romania e per la creazione di una partnership commerciale in Grecia.

Sono andate bene Mps +1,35%, Mediobanca +1,13%, Intesa +1,26%, Banco Bpm +1,02%.

Nell’automotive archivia una seduta brillante Stellantis, +2,12%, nonostante il calo dell’1,03% di Volkswagen a Francoforte, dopo il taglio delle previsioni sull’utile operativo dell’esercizio e i dati preliminari sul trimestre giudicati deludenti dagli analisti.

Nell’industria rialza la testa Interpump +1,75%, mentre tra le utility è in luce A2a +0,89%.

Il rosso è invece acceso per Pirelli -3,07%, appesantita dal taglio della raccomandazione sul titolo da parte degli analisti di Intermonte. Segue Nexi -2,93%, salita quasi del 17% la settimana scorsa a seguito di indiscrezioni su possibili operazioni M&A. Pesa sul titolo la retrocessione a “hold” da “buy” da parte di Deutsche Bank.

Tra le peggiori blue chip del giorno c’è Telecom Italia, -2,64%, in attesa di sviluppi sulla rete. Ieri la società ha reso noto che il 3 di novembre il board esaminerà le offerte del fondo Kkr, quella vincolante sulla NetCo e quella, non vincolante, su Sparkle. Il consiglio valuterà anche “quale organo sociale sia competente a decidere in merito”, dopo che il socio francese Vivendi si è detto convinto che il deal debba passare dall’assemblea straordinaria. Il cda si riunirà di nuovo formalmente il 5 novembre per 

deliberare.

Arretrano Inwit -2,56%, Iveco Group -1,48%, Saipem -1,41%.

Fuori dal paniere principale Fincantieri si apprezza dello 0,54%, dopo aver firmato, con il consorzio Windward Offshore, un contratto per la progettazione e la costruzione di due navi Commissioning service operation vassel (Csov) ibride.

Spread in calo

Chiude in verde la carta italiana: lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata arretra a 197 punti base (-2,66%), con tassi in leggera discesa rispettivamente a +4,84% e +2,87%.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati