Nvidia ha fatto il botto stanotte con una trimestrale impressionante e oggi il titolo del colosso dei chip per l’IA vola a Wall Street (+10,5%), superando per la prima volta i mille dollari per azione. Ciò non basta però a contagiare i mercati sia in Europa sia a New York, allarmati dai dati macro migliori delle attese e idonei ad allontanare l’agognato taglio dei tassi.
Europa volatile; Wall Street contrastata, nonostante i fuochi d’artificio di Nvidia
I listini del Vecchio Continente archiviano così una seduta volatile e incerta, priva di un orientamento chiaro: Piazza Affari è piatta, +0,02% a 24.467 punti base, frenata soprattutto dalla debolezza delle utility. L’indice delle blue chip appare poco vivace anche a Francoforte +0,09% e a Parigi +0,11%. Arretrano Madrid -0,18% e Londra -0,4%. Sale Amsterdam +0,41%, grazie alla presenza numerosa di titoli legati alla tecnologia.
Wall Street d’altra parte si muove contrastata a metà giornata. Il Dow Jones cede lo 0,65%, mentre lo S&P 500, +023%, aggiorna il suo record. Anche il Nasdaq tocca nuovi massimi (+0,8%), per merito in gran parte della star del momento: Nvidia, dopo aver mostrato una crescita delle vendite nel trimestre del 262%, va sempre più a ruba e le contrattazioni odierne del titolo, secondo Bloomberg, potrebbero portare a una crescita della valutazione di mercato di 140 miliardi di mercato, più alta, in un solo colpo, di tutta la capitalizzazione di Intel (-2,9%), che una volta era il leader indiscusso del mercato dei chip.
Nvidia ha annunciato anche un piano di frazionamento azionario di 10 a 1, una guidance positiva e un aumento del 150% delle cedole trimestrali, che saliranno a 10 centesimi per azione, rispetto agli attuali 4 centesimi.
Sul DJ crolla invece Boeing (-6,55%) dopo la disavventura del Boeing 777 nel volo Londra Singapore, incappato nei giorni scorsi in un’inattesa e grave turbolenza. Un’autorità di regolamentazione statunitense ha detto che il costruttore di aerei deve affrontare un “lungo percorso” per risolvere i problemi di sicurezza.
Mercati cauti con dati macro e banche centrali
A frenare la propensione al rischio oggi sono le preoccupazioni sull’azione delle banche centrali.
Nella zona euro, in chiave di politica monetaria, creano qualche timore i dati preliminari PMI migliori del previsto e la forte crescita dei salari. A maggio, a dare una spinta al PMI composito, è stato il manifatturiero che resta sotto quota 50, ma sale a 47,4 da 45,7 di aprile. Il dato delle attività terziarie è invariato a 53,3 e il Pmi composito della produzione della zona euro sale a 52,3 (da 51,7 e contro attese a 52), al top da un anno.
L’indice che monitora l’andamento dei salari negoziati nell’area euro sale poi, su base annua, del 4,7% nel primo trimestre, segnando un’accelerazione rispetto al 4,5% degli ultimi tre mesi del 2023. Un andamento che solleva qualche perplessità sulla traiettoria dell’inflazione.
A Londra si fa sentire la decisione del premier britannico, Rishi Sunak, di convocare elezioni anticipate per il 4 luglio. Una scelta che potrebbe complicare ulteriormente le mosse della banca centrale inglese. L’attesa di un taglio dei tassi a giugno aveva tra l’altro già sofferto ieri il dato sull’inflazione di aprile, in rallentamento, ma in misura inferiore alle stime.
In ambito di banche centrali ieri la Fed ha messo sul tavolo un altro carico da 11, mentre oggi i dati macro fanno il resto. Le minute dell’ultima riunione rivelano che i banchieri centrali americani pensano che ci voglia più tempo del previsto per riportare l’inflazione verso il 2%. A rafforzare questa tesi oggi contribuiscono le nuove richieste dei sussidi di disoccupazione, scese di 8.000 unità a 215.000, segnalano che il mercato del lavoro è ancora forte. L’indice Pmi flash Composite a cura di S&P Global, sui settori manifatturiero e dei servizi, balza poi a 54,4 questo mese, il livello più alto dall’aprile 2022 e dopo una lettura finale di aprile di 51,3.
La crescita è trainata dal settore dei servizi, con il Pmi flash a 54,8 da 51,3 di aprile. Il Pmi flash del settore manifatturiero cresce a 50,9 da 50.
Le imprese devono inoltre fronteggia prezzi più elevati per i fattori produttivi.
L’indice dei prezzi degli input nel manifatturiero sale al livello più alto in un anno e mezzo, con il sondaggio che evidenzia una crescita per un ampio range di fattori produttivi, inclusi metalli, prodotti chimici, plastica e prodotti a base di legno, nonché costi energetici e di manodopera.
Dalla Bce qualche rassicurazione su un taglio dei tassi a giugno arriva invece dal vicepresidente Luis de Guindos che, in un’intervista, sostiene che un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base il mese prossimo sarebbe “un approccio prudente”. E ancora: ”siamo stati molto trasparenti sulla decisione della riunione di giugno. E stiamo adottando un approccio prudente, il che depone a favore di una riduzione di 25 punti base”. Cosa accadrà dopo però è tutto da capire.
Tra spinte e controspinte il cambio euro-dollaro trova un equilibrio intorno a 1,082.
Tra le materie prime proseguono i realizzi sui metalli, mentre il petrolio azzera i guadagni della mattina e al momento tratta praticamente piatto.
Piazza Affari, Prysmian regina del listino
La lista dei maggiori rialzi di oggi in Piazza Affari parte Prysmian +3,32%, seguita da Finecobank +1,66%, Moncler +0,86%, Poste +0,69%, Unicredit +0,54%, Bper +0,61%, Pop di Sondrio +0,63%.
Il comparto più sofferente è quello delle utility, allarmato da tassi che potrebbero restare alti e competitivi più a lungo. Così arretrano Snam -2,82%, Italgas -2,23%, Terna -1,82%, Enel -1,02%, A2a -1,32%, Hera -1,36%.
È in rosso Diasorin -1,07%. A pesare sull’azienda di diagnostica è la possibilità che Roche sia al lavoro su nuovi test per la tubercolosi latente e la malattia di Lyme. “Il test della tubercolosi latente è uno dei principali test oggi in portafoglio di DiaSorin – sottopone Equita – e la notizia è fastidiosa ma con impatti che vediamo molto limitati almeno nel breve medio periodo”.
Fuori dal paniere principale crolla il titolo Webuild -9,88%, penalizzato dall’annuncio del collocamento da parte di Salini di obbligazioni secured scambiabili in azioni ordinarie Webuild per un importo di circa 225 milioni di euro, percepito dal mercato come una sorta di aumento di capitale.
Benino Mfe A (-0,13%) e Mfe B (+0,15%), dopo i conti del primo trimestre sopra le stime.
Spread e rendimenti in rialzo
Gli effetti dei dati macro e del possibile atteggiamento delle banche centrali si fanno sentire sui titoli di Stato della zona euro. Lo spread tra Btp e Bund di durata decennale sale a 129 punti base e i tassi salgono rispettivamente al 3,87% e 2,58%.