Niente regalino di Natale sotto l’albero per i mercati finanziari, che oggi tornano in rosso, dopo la tregua degli ultimi due giorni. Le piazze europee chiudono in calo, lasciando sul campo gran parte di quanto guadagnato ieri, trascinate dall’andamento negativo di Wall Street (Nasdaq -2,6%), tra prese di profitto, analisti che tagliano le stime sulle mega cap e investitori alle prese con dati macroeconomici che lasciano presagire una Fed ancora severa. In particolare il Pil del terzo trimestre è stato rivisto al rialzo nella lettura finale, mentre deludono il superindice dell’economia e l’inflazione core di novembre.
Europa travolta dal malumore di Wall Street
Piazza Affari perde l’1,24% e riavvolge il nastro fino a 23.813 punti base, al termine di una seduta che sembra la versione negativa di quella della vigilia: quasi tutte le blue chip sono in perdita, con l’eccezione di Saipem +0,69% e Buzzi Unicem +0,14%. Per trovare consolazione bisogna uscire dal Ftse Mib, dove incassano robusti rialzi Mps (+3,27%), Juventus (+3,38%) e Maire Tecnimont (+0,84%).
La fotografia finale è simile nel resto d’Europa, con il settore auto che appare particolarmente colpito: Francoforte -1,32%, Amsterdam -1,29%, Parigi -0,95%. I danni sono più contenuti a Madrid -0,38% e Londra -0,38%.
Sul mercato dei cambi l’euro tratta poco sotto 1,06 contro dollaro. Il petrolio perde grinta nella mattina americana. Il Brent è piatto a 82,20 dollari al barile, così come il Wti, a 78,3 dollari al barile.
Va sempre più giù il prezzo del gas che, tra clemenza climatica e price cap, si sta avvicinando ai 90 euro Mwh.
Un quadro macro che fa presagire una Fed falco
A far cambiare il volubile umore degli investitori, in questa giornata pre festiva in cui gli scambi sono apparsi più sottili, sono stati dati macroeconomici Usa che, secondo molti osservatori, autorizzano la previsione di una Fed perseverante nella sua politica restrittiva.
In particolare il superindice dell’economia statunitense (LEI), redatto dal gruppo di ricerca privato Conference Board, è sceso a novembre per il nono mese consecutivo: -1% a 113,5 punti, con attese per un calo dello 0,5%, dopo il -0,9% di ottobre (rivisto dall’iniziale -0,8%).
Il dato Pce sull’inflazione è salito nel terzo trimestre del 2022 del 4,3%, in base alla lettura finale del Pil statunitense, a conferma del dato in seconda lettura, ma il dato ‘core’, quello depurato dai prezzi energetici e dei prodotti alimentari, è salito del 4,7%; le attese erano per una conferma del 4,6%.
L’economia americana nel terzo trimestre è inoltre cresciuta del 3,2%, sopra le attese degli analisti, in rialzo dalla precedente rilevazione di fine novembre (+2,9%), a prova di un’accelerazione dell’economia americana dopo i primi sei mesi di contrazione. Nel primo trimestre dell’anno il pil si è contratto dell’1,6%, mentre nel secondo ha registrato un calo dello 0,6%.
Il lavoro d’altra parte tiene e la scorsa settimana le nuove richieste di disoccupazione sono risultate inferiori al previsto (220mila contro 216mila).
Spread giù, tassi su
Le notizie macro a stelle e strisce non impattano particolarmente sui T-Bond, che vedono il tasso del decennale addirittura in lieve ribasso.
Il clima resta moderatamente negativo in Europa. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata arretra a 210 punti base (-1,45%), ma i tassi crescono. Il benchmark italiano è indicato a +4,46% (da +4,42% della vigilia), quello tedesco +2,36% (da 2,29%).
Piazza Affari in rosso con l’automotive
Il settore automotive è il più colpito in Piazza Affari, come in Europa. Iveco perde il 4,52%, Stellantis -3,07%, Ferrari -1,18%.
Volkswagen registra un calo del 4,37% a Francoforte. Il colosso del settore prevede di ridurre il numero di turni nella sua fabbrica principale nella città tedesca di Wolfsburg a gennaio. Tra le motivazioni dei fermi, secondo notizie stampa, ci sarebbero la pandemia Covid-19 e la guerra in Ucraina, che ha interrotto le supply chain.
Il settore dei semiconduttori va giù negli Usa e trova Stm in ribasso del 3,59% a Milano.
Sono tra i peggiori del giorno inoltre titoli recentemente effervescenti come Amplifon -2,34%; Nexi -1,99%; Interpump -2,22%, A2a -1,68%.
Tra le banche, deboli, la peggiore è Mediobanca, -1,23%. Fuori dal paniere principale Mps torna però lievemente sopra i 2 euro, prezzo del ciclico aumento di capitale.
Il settore meno peggio è il petrolifero. Tra le mid cap Maire Tecnimont si conferma in denaro dopo la notizia di nuovi contratti ieri (per 1,3 miliardi di dollari) e, oggi, per altri 280 milioni.
Perde l’1% Enel. La società, tramite la controllata Enel Grids, ha perfezionato la cessione del 50% della sua controllata Gridspertise, al fondo di private equity internazionale CVC Capital Partners Fund VIII, per circa 300 milioni di euro. Una cifra che corrisponde ad un enterprise value di 625 milioni di euro (riferito al 100%).
Bene la Juventus, che ha toccato in seduta i massimi da metà novembre. A rendere appetitoso il titolo è l’ipotesi di un’Opa di Exor (per ora smentita) e successo delisting. Martedì prossimo inoltre ci sarà l’assemblea dei soci per l’ok al bilancio, con l’attenzione che resterà focalizzata sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il club bianconero.Rimbalzino di Avio (+0,84%) dopo il crollo di ieri.