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Borsa chiusura 21 ottobre: corrono i petroliferi ma non basta a dare sprint ai listini azionari, lusso ancora in calo. Oro record

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Le Borse europee aprono la settimana con una seduta di generali realizzi, mentre Wall Street si muove negativa a metà giornata. Gli investitori approfittano della parentesi interlocutoria per fare cassa, in attesa di nuove importanti trimestrali su entrambe le sponde dell’Atlantico. Resta rutilante invece l’oro, in un mondo dove molti paesi riducono i tassi (oggi la banca centrale cinese ha tagliato un altro 0,25%), mentre imperversano allarmanti crisi geopolitiche e resta incerto l’esito delle elezioni Usa di novembre.

Europa in calo, Milano -0,71%

Piazza Affari si allinea al clima generale e chiude con un rosso dello 0,71%, allargando le perdite dopo l’avvio debole di Wall Street e senza riuscire a preservare i 35mila punti base conquistati la scorsa settimana.

Arretrano in misura ancora più consistente Parigi -1,01% e Francoforte -1,02%. Sul Dax è in lieve ribasso Sap, -0,78%, colosso del software che rappresenta il 15% dell’indice tedesco di riferimento e che contribuirà a definire il tono per i titoli tecnologici con i suoi risultati del terzo trimestre in uscita a breve, dopo la chiusura dei mercati.  

Nel resto d’Europa Madrid cede lo 0,67%, Amsterdam -0,56% e Londra -0,48%. Questa settimana daranno il via alle trimestrali del settore finanziario europeo Deutsche Bank, Lloyds e Barclays.

Wall Street prende fiato, ma Boeing decolla 

Wall Street si muove in calo a metà giornata (DJ -0,81%, S&P 500 -0,65%, Nasdaq -0,52%) e prende fiato dopo sei settimane di corsa, condite di nuovi record l’ultimo dei quali venerdì (con DJ e S&P 500). L’avvio della stagione delle trimestrali ha per ora stupito positivamente e questa settimana saranno chiamate alla prova degli utili importanti aziende come Tesla, Ibm, Coca Cola, Texas Instruments. Anche Boeing (+3,2%) renderà noti i suoi conti, ma oggi guarda soprattutto alla notizia che i lavoratori voteranno un nuovo accordo per porre fine a un costoso sciopero di cinque settimane.

L’oro spot supera i 2740 dollari l’oncia; tensioni sui titoli di Stato

È ancora una stagione d’oro per l’oro, che nella versione spot oggi ha toccato i 2.740,60 dollari l’oncia, benché al momento si stia muovendo quasi piatto a 2.722,57 dollari. Si stabilizza il petrolio, ora in progresso, ma pur sempre intorno ai 70 dollari al barile (Wti) e i 74 dollari al barile (Brent). Si registrano tensioni invece sui titoli di Stato europei nel giorno della vittoria, di stretta misura, nel referendum moldavo pro UE. Nel mercato dei cambi l’euro arretra, con un cross contro dollaro a 1,0823.

Piazza Affari, rimbalzano i titoli petroliferi

L’andamento positivo del petrolio ha fornito sostegno oggi ai titoli oil europei e anche a quelli di Piazza Affari.

In vetta al principale listino milanese ci sono infatti Saipem +1,33%, Eni +1,09%, Tenaris +1%. Fa incursione sul podio anche un titolo finanziario come Azimut, +1,01%, su cui Equita ha alzato il prezzo obiettivo del 3% a 26,4 euro. Si salva Enel +0,07%.

Le vendite hanno colpito il settore bancario, penalizzato dall’intenzione della Banca centrale europea di chiedere agli istituti una maggiore moderazione nelle distribuzioni di dividendi e nei buyback. La maglia nera del giorno va a Mps -2,73%, seguita nel settore da Popolare di Sondrio -2,08%, Banco Bpm -1,81%.

La seduta è stata avversa al settore del lusso, che la settimana scorsa aveva ritrovato una buona intonazione. Oggi sono in ribasso i titoli francesi, ma anche Cucinelli -1,99% e Moncler -1,67% sul Ftse Mib.

Lettera per Stellantis -2,12%, penalizzata dal fatto che Hsbc ha tagliato il target price sul titolo a 13 da 14 euro.

Balzo dello spread e dei rendimenti

In un contesto di generale vendita dei titoli di Stato della zona euro, ha sofferto oggi particolarmente la carta italiana, mentre è in corso un preoccupante scontro istituzionale tra governo e magistratura. 

Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata si allarga a 123 punti base (+5%) e il rendimento del titolo tricolore compie un balzo al 3,51%.

Intanto l’Istat comunica che il 2024 si prospetta come il sedicesimo anno consecutivo di calo delle nascite in Italia, dopo un nuovo record negativo lo scorso anno.

C’è da dire che l’allargamento odierno dello spread arriva dopo l’ottima performance della scorsa settimana (venerdì il differenziale era ai minimi dal 2021), sostenuta dalla conferma del giudizio da parte di S&P e Fitch. Quest’ultima agenzia di rating ha anche migliorato l’outlook da stabile a positivo, parlando di “piano fiscale credibile” e di una “situazione politica stabile”.

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