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Borsa chiusura 20 marzo: mercati in stand-by in vista delle mosse della Fed sui tassi ma per ora niente tagli

Imagoeconomica

Le borse europee sono rimaste alla finestra oggi, frenate dalle vendite sul lusso dopo il crollo di Kering (Gucci) e in attesa della fine della riunione della banca centrale statunitense e dell’intervento del suo presidente Jerome Powell, che parlerà al termine del meeting. È incolore Wall Street a metà giornata.

Piazza Affari fa un altro piccolo passo avanti, +0,09% a 34.293 punti base. Agli antipodi del listino ci sono Terna (+3,59%) e Poste (-3,86%), alla luce dei rispettivi piani industriali. La notizia del giorno però riguarda Telecom (+1,87%) e la decisione del fondo Merlyn (salito allo 0,5% del capitale della società), di presentare un nuovo piano e una lista per il rinnovo del board. Il fondo ora è favorevole alla vendita della rete.

Focus sulle banche centrali; cala l’inflazione in Gran Bretagna

La Fed oggi dovrebbe lasciare i tassi al livello attuale (5,25%-5,50%), ma ciò che conta saranno le parole di Powell e il “dot plot”, che è un grafico a punti pubblicato su base trimestrale della banca centrale e che sintetizza le previsioni dei vari governatori sulla traiettoria dei tassi d’interesse statunitensi. In sostanza si attende di capire quando e quanto i tassi saranno tagliati, dopo che il mercato ha già posposto a giugno la prima sforbiciata e ridotto gli interventi a tre, dai sei stimati a inizio anno. Secondo Bloomberg gli investitori si preparano a una delusione e l’agenzia parla di forti ordini di derivati e vendite allo scoperto sui treasuries americani per proteggersi dal rischio che Powell ridimensioni ulteriormente le aspettative.

A confermare questa impressione c’è anche la solidità del dollaro, il cui indice è attualmente in rialzo. L’euro cambia in lieve ribasso intorno a 1,085. I T-Bond sono praticamente congelati sui livelli della vigilia, dopo aver perso terreno nei giorni scorsi. Scendono i prezzi del petrolio, dai livelli raggiunti nei giorni scorsi: il Brent arretra a 85,94 dollari al barile e il Wti cala sotto gli 82 dollari.

Tornando al tema caldo delle banche centrali, sul fronte europeo si registra il dato migliore del previsto dell’inflazione britannica nel mese di febbraio, con i prezzi al consumo al 3,4% dal 4% di gennaio. Un andamento che ha fatto salire le probabilità di una riduzione del costo del denaro nel mese di giugno anche da parte della BoE (che si riunirà domani), anche se le scommesse vertono ancora in maggior parte sul mese di agosto.

Di un possibile taglio dei tassi nel mese di giugno ha parlato oggi anche la presidente della Bce Christine Lagarde, con tutti i se e i ma del caso: “Anche se l’inflazione è rallentata, rimane incertezza sulla sua persistenza”, ma a giugno, se i dati confermeranno l’inflazione sottostante prevista, la Bce “sarà in grado di rendere la politica monetaria meno restrittiva”. Da lì in poi però “ci sarà un periodo nel quale dovremo continuamente confermare che i dati supportano le prospettive d’inflazione”.

Europa cauta prima di Powell, solo Parigi è in rosso con il calo delle vendite di Gucci

In questo contesto non c’è da stupirsi che la prudenza abbia dominato la seduta europea, con tutti i principali listini poco mossi: Francoforte +0,18%, Londra -0,01%, Amsterdam -0,02%, Madrid +0,47%. Nel panorama continentale balza all’occhio il rosso di Parigi, -0,48%, dove accusano pesanti perdite i titoli del lusso, allarmati dall’annuncio di un calo delle vendite in Asia da parte di Kering (il titolo perde il 12,98%), soprattutto a causa del marchio di punta Gucci.

Banche contrastate in Piazza Affari; riflettori accesi su Telecom, vola Fincantieri

Piazza Affari oggi ha cercato di assestarsi sui nuovi massimi dal 2008 toccati ieri, mentre i titoli delle banche, che danno il polso della borsa milanese, chiudono contrastati.

Nella parte alta del listino ci sono Mps +1,02%, Bper +0,97% e Banco Bpm +0,84%, mentre il calo più massiccio è per la Popolare di Sondrio -1,45%.

La maglia rosa del giorno va a Terna, grazie a un piano industriale al 2028 che prevede investimenti complessivi pari a 16,5 miliardi, il livello più alto mai registrato nella storia del gruppo, in crescita del 65% rispetto al piano precedente.

Sul fronte opposto è Poste Italiane, con il mercato poco convinto da un piano che ha target finanziari complessivamente in linea o leggermente inferiori alle attese.

Tra i titoli in evidenza oggi c’è Prysmian +1,42%, ma l’attenzione è stata richiamata soprattutto da Telecom, che ha preso il volo dopo che il fondo Merlyn ha annunciato un nuovo piano e la presentazione di una lista per il rinnovo del board entro il 28 marzo. A quanto pare il fondo ha cambiato idea sulla vendita delle rete a Kkr, ma ciò non sarebbe sufficiente a risolvere i problemi della società che deve diventare una “TechCo, una società tecnologica e infrastrutturale di fascia alta”. Per questo sarebbe opportuno vendere business privi di vantaggi competitivi (come retail) e attività non core”, inclusa Tim Brasil. “Il business brasiliano non è core e verrà ceduto entro il 2024 per ridurre tempestivamente il peso del debito a un livello sostenibile e per sostenere gli investimenti in TechCo e l’occupazione in Italia. La vendita immediata di Tim Brasil rappresenta anche una copertura in caso di ritardi regolatori nella vendita di NetCo (che riteniamo sarà, nel peggiore dei casi, completata entro la fine del 2024”.

Fuori dal paniere principale resta effervescente Bioera +21,61%.

Compie un ulteriore balzo Fincantieri +7,52%, che conquista la dodicesima seduta in rialzo (+42%), a seguito di indiscrezioni sulla possibile acquisizione da Leonardo (+0,5%) di Wass, divisione attiva nella produzione di siluri e sonar con competenze nel settore dei droni subacquei.

Spread in rialzo

La seduta è moderatamente negativa per la carta italiana: lo spread tra Btp e Bund, entrambi di durata decennale, sale a 129 punti base (+2,67%), con il tasso del Btp che si porta al 3,71%.

Di spread ha parlato anche il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti oggi alla Camera, sottolineando che i dati mostrano come il debito italiano sia ritenuto affidabile.

A pesare sul secondario probabilmente è stata la prudenza di Lagarde e un certo pessimismo serpeggiante sulla Fed, che stasera fornirà la bussola anche alle altre banche centrali.

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